chiarezza
chiarézza [Der. di chiaro] [OTT] Per uno strumento ottico ausiliario della visione, il rapporto tra il flusso luminoso che arriva su un elemento di superficie retinica guardando un oggetto con lo strumento, e il flusso luminoso che sul medesimo elemento arriva quando si guarda quell'oggetto a occhio nudo; tale denomin. deriva dal fatto che la c. costituisce una misura della trasparenza dei mezzi ottici utilizzati nello strumento. In generale, la c., come ben si comprende, vale al massimo uno; nel caso però di immagini retiniche puntiformi, quali si hanno, per es., osservando le stelle con un telescopio, può essere maggiore di uno, risultando, come si dimostra, pari al quadrato dell'ingrandimento angolare dello strumento. Ciò spiega perché con un cannocchiale si riesca a vedere in pieno giorno le stelle, invisibili a occhio nudo: per lo sfondo del cielo, che dà un'immagine retinica estesa, la c. è al massimo pari all'unità, mentre invece, come ora detto, è maggiore dell'unità per le stelle, talché la luminosità di queste ultime viene esaltata rispetto a quella diffusa del cielo. ◆ [ACS] Indice di c.: v. acustica musicale: I 39 c.