Chiascio
Fiume dell'Umbria (Km 82), affluente del Tevere, formato dall'unione di vari rivi e torrenti che discendono dalle pendici appenniniche fra il colle di Gubbio e il colle di Scheggia. Sbocca nella valle di Assisi, costeggia Bastia, e si getta nel Tevere a sud di Torgiano. D. lo nomina in Pd XI 43 (l'acqua che discende) assieme al Tupino (v.), suo affluente, che gli reca le acque 6 Km a monte della confluenza nel Tevere: Intra Tupino e l'acqua che discende / del colle eletto del beato Ubaldo, / fertile costa d'alto monte pende, / onde Perugia sente freddo e caldo / da Porta Sole; e di rietro le piange / per grave giogo Nocera con Gualdo. E la descrizione geografica della posizione di Assisi, che sorge dove la costa modera la sua ripidezza (frange / più sua rattezza, vv. 49-50); i due fiumi limitano con parte dei loro corsi l'alto monte, il Monte Subasio, che influenza climaticamente Perugia, mentre Nocera e Gualdo ‛ piangono ' alle sue spalle, a NE del monte stesso.
A proposito di queste due località, alcuni hanno inteso il grave giogo in senso politico, riferito al dominio dei Perugini o dei d'Angiò sulle due città: così il Lana, l'Ottimo, il Buti e, tra i moderni, il Biagioli e il Fraticelli. Contro quest'ipotesi il Bassermann osserva che " la spiegazione geografica molto più naturalmente si adatta a tutto il contesto " (Orme 629), e il Mattalia che, intendendo come infelicità climatica, spicca ancor più la felicità della " natura loci " assisiate. Anche il Revelli (Italia 163) interpreta il passo geograficamente, e individua il giogo nella giogaia alla quale appartengono il Pennino e il Penna, la quale regola le precipitazioni atmosferiche di Nocera e di Gualdo.
Tra gli antichi commentatori, sono per l'interpretazione geografica Pietro e Benvenuto. Vedi anche GUBBIO