CHINETI
. Gli alcaloidi secondarî della Cinchona, pur sprovvisti di sensibile azione antimalarica, sembrano potenziare l'azione specifica della chinina, permettendo di raggiungere un'azione terapeutica con dosi assai piccole di chinina nel miscuglio. Fu P. Peretti che a Roma nel primo Ottocento preparò un miscuglio bruto del genere. Più tardi queste mescolanze furono chiamate Chineti (De Vrij) e nel 1928 talune composizioni furono preparate dal monopolio di stato italiano.
La Commissione della malaria della Società delle nazioni stabilì (1933) che il nome di Chineto fosse riservato alle mescolanze di chinina, cinconina e cinconidina a parti uguali, e chiamò Totachina il miscuglio contenente il 70% di alcaloidi cristallizzabili dalla corteccia di China (con un contenuto di chinina non inferiore al 70%), il 20% di alcaloidi amorfi, il 5% di sostanze minerali e il 5% di acqua. I chineti che permettono di realizzare una sensibile economia di chinina, hanno dato risultati terapeutici soddisfacenti. La farmacopea francese e quella inglese hanno accolto la Totachina.