CHINOLINA
. Considerando la condensazione di un nucleo benzenico con un nucleo piridinico si possono prevedere le due figurazioni isomeriche:
Corrisponde alla (I) la chinolina; alla (II) la isochinolina. Questa corrispondenza risulta dal comportamento delle due sostanze rispetto all'ossidazione, con la quale viene ad essere demolito il nucleo benzenico e non quello piridinico. In tali condizioni la chinolina fornisce un acido bicarbossilico (chinolinico) in cui i carbossili, residui del preesistente anello benzenico, indicano i punti di congiunzione dei due nuclei in accordo con la formula (I). La isochinolina nelle stesse condizioni dà acido cincomeronico nel quale la posizione dei carbossili concorda con la formula (II)
La chinolina fu trovata nel catrame di carbon fossile dal Runge (1834) e da lui chiamata leucolo. Successivamente Gerhardt (1842) la ottenne distillando il prodotto proveniente dalla fusione della chinina con potassa caustica; e per tale ragione le assegnò il nome che ancor oggi conserva. La chinolina si forma in modo analogo da altri alcaloidi naturali, di cui può essere considerata l'aggruppamento fondamentale. Essa è inoltre contenuta nell'olio animale di Dippel. Nella formula di costituzione della chinolina le diverse posizioni dei due nuclei sono di solito indicate per mezzo dei due sistemi di notazione
di cui il secondo è quello più comunemente usato. La suddetta formula fa prevedere un gran numero di isomeri nei prodotti di sostituzione, e ciò si verifica anche in pratica. Così si possono avere 7 isomeri monosostituiti, e 21 bisostituiti nel caso semplice dei sostituenti uguali. Il numero degl'isomeri aumenta enormemente col numero e con la varietà dei sostituenti. La chinolina e i suoi derivati si preparano con diversi procedimenti sintetici alcuni dei quali ne dimostrano la costituzione. Citiamo i principali:
I. Eliminazione di acqua dall'aldeide o-amminocinnamica
II. Riscaldamento di un miscuglio di anilina con glicerina, acido solforico e un ossidante. Si può interpretare in vario modo questa reazione dovuta a Skraup. Si può ammettere, p. es., che in un primo tempo per disidratazione della glicerina si formi acroleina, che, condensandosi con l'anilina, dà l'acroleinanilina
che per successiva ossidazione dà luogo al nucleo chinolinico
III. Condensazione dell'aldeide o-amminobenzoica con aldeidi o chetoni in presenza di alcali diluiti (Friedländer)
IV. Azione del cloroformio e della potassa alcoolica (o etilato alcalino) sull'indolo (Ciamician)
La chinolina è un liquido assai rifrangente che bolle a 239°. I suoi omologhi sono in genere liquidi di odore non gradevole, insolubili nell'acqua, solubili nell'alcool e nell'etere. Hanno comportamento di basi terziarie; addizionano acidi formando sali facilmente idrolizzabili; addizionano pure gli ioduri alcalini dando luogo a composti ammonici quaternarî
I sali chinolinici si possono riconoscere con diverse reazioni. Caratteristico è il precipitato bianco-giallastro che le loro soluzioni dànno col reattivo di Mayer (iodomercurato potassico); tale precipitato per aggiunta di acido cloridrico si trasforma in una massa di cristallini aghiformi gialli.
Il nucleo chinolinico, come quelli del benzene, della naftalina, della piridina, ecc., può fornire derivati con funzione chimica diversa. Così esistono nitro-, ammino-, ossi-chinoline, alcoli, aldeidi, acidi chinolinici. Fra questi, molti sono utilizzati in pratica, specialmente in terapia. Così la loretina (acido 8. ossi-7. iodochinolin-5. solfonico), il vioformio (5. cloro-7. iodo-8. ossi chinolina), l'atophan (acido 2. fenil-chinolin-4. carbonico), la tallina (tetraidroparametilossichinolina), la cairina (cloridrato di etiltetraidrossichinolina), il chinosolo (solfato neutro di ortoossichinolina).
Farmacologia. - La chinolina in forti diluizioni uccide i microrganismi, arresta i processi putrefattivi e di fermentazione.
Somministrata per bocca a forti dosi nei conigli (gr. 0,3 per chilogr.), irrita la mucosa gastrica, altera la crasi sanguigna, produce stordimento, indebolimento dei riflessi e morte in stato di collasso per paralisi dei centri respiratorî e circolatorî. Piccole dosi manifestano un'azione antipiretica, che nella pratica si dimostra non sicura. Non ha alcuna azione antimalarica e quindi non può sostituire in nessun modo la chinina. In terapia si trae specialmente profitto dell'azione antisettica e antiputrida della chinolina diluita e si usa esternamente per acque dentifricie, per pennellature, per collutorî nella difterite, per iniezioni uretrali nella blenorragia. Per uso interno, si usano i suoi sali che non hanno l'azione irritante locale della chinolina: salicilato, solfocianuro, tartrato, ecc.
La loretina è una polvere cristallina gialla inodora, ad azione antisettica e cicatrizzante: è stata preconizzata come succedaneo dello iodoformio.
Il vioformio o nioformio è una polvere grigio-giallastra che ha azione simile alla sostanza precedente. L'atophan (v.) è un rimedio assai noto della diatesi urica. La tallina, adoperata già come antipiretico (solfato di tallina), è caduta in disuso per le sue azioni tossiche secondarie. La cairina è il primo antipiretico preparato sinteticamente, ma è stata anche essa abbandonata perché tossica. Il chinosolo è una polvere giallo-chiara, che ha odore di zafferano; è un antisettico non molto tossico, adoperato in lozioni o pomate (1/200-1/400) nelle tricofizie e in altre micosi cutanee.