Vedi CHIO dell'anno: 1959 - 1973 - 1994
CHIO (v. vol. Il, p. 556 e S 1970, p. 210)
La conoscenza dell'arte e dell'archeologia di Ch. è progredita negli ultimi anni grazie alla pubblicazione completa dei livelli dell'Età del Bronzo e romani a Emporio, e alle relazioni presentate a un congresso su Ch., tenutosi nell'isola nel 1984, e pubblicate nel 1986. Tra queste ultime figura un compendio delle indagini sugli antichi abitati dell'isola (Yalouris, 1986) con carte di distribuzione per ogni periodo principale.
Gli scavi di E. Eccles nelle grotte di Ayio Gala, nella parte nord-occidentale dell'isola (1938), sono stati pubblicati assieme al materiale preistorico di Emporio (Hood, 1981 e 1982). In entrambi i siti si manifesta una notevole continuità insediativa dal Neolitico Antico alla prima Età del Bronzo, quando sono presenti materiali corrispondenti a quelli di Troia II. Le evidenti differenze nei materiali delle due estremità dell'isola indicano l'insediamento da parte di coloni provenienti da regioni diverse: Ayio Gala offre un confronto agevole con la ceramica a superficie rossa di Hacilar, Emporio invece con le culture più lontane di Çatal Hüyük e della Siria. L'insediamento di Emporio era fortificato con grande cura: il complesso delle piante delle abitazioni è stato identificato senza difficoltà, esteso sulla piccola acropoli accanto al porto e sulla piana adiacente. È stata inoltre individuata parte di una necropoli micenea.
C'è una certa continuità nell'occupazione a Emporio durante la media Età del Bronzo, e un'occupazione micenea si rivela già nel Miceneo III Β. Nel Miceneo III C sorse un nuovo, fiorente insediamento, probabilmente a opera di profughi provenienti dalla Grecia continentale, che fu distrutto e abbandonato verso la fine del periodo.
Gli scavi sul Monte Aipos, un altopiano nella parte settentrionale dell'isola, hanno rivelato recinzioni e fattorie, in prevalenza ellenistiche e della prima età romana.
Gli studi sull'arte chiota hanno definito in modo più chiaro le sue caratteristiche. La sua rigida linearità e il suo decorativismo nel periodo arcaico risultano particolarmente evidenti nel confronto con le creazioni più plastiche della vicina e rivale Samo. Sotto molti aspetti osservazioni simili sono valide anche per la sua produzione del periodo classico, sia nell'incisione di gemme (l'opera di Dexamenos) che nella scultura; Fuchs associa in particolare gli stili in altro modo collegati al nome di Kallimachos con la creazione dei tipi delle saltantes Lacaenae, che compaiono in età antica su una lastra tombale incisa a Ch., un genere tipico dell'isola che esemplifica chiaramente la sua preferenza per un trattamento lineare delle forme.
Lo scavo di una casa del III sec. d.C. nella città di Ch. ha portato alla luce un complesso di mosaici di grande valore: su otto pannelli sono raffigurate scene di caccia, in uno stile che per certi versi è più vicino a quello dei mosaici dell'Africa settentrionale che non a quelli dell'Oriente greco.
La pubblicazione dei livelli romani di Emporio mostra che a partire dal periodo ellenistico ci fu una scarsa continuità di occupazione, accresciuta nel I sec. d.C., fino alla costruzione di un edificio di tipo basilicale, che nel VI sec. fu trasformato in basilica cristiana con battistero di pianta a croce. Questa e la struttura più antica incorporarono gran parte degli elementi architettonici della muratura dei templi classici e tardoarcaici che si trovavano nella stessa area, accanto al porto di Emporio. All'inizio del VII sec. il centro dell'abitato era sull'acropoli accanto al porto (in precedenza occupata soprattutto nell'Età del Bronzo); le sue imponenti fortificazioni erano verosimilmente dovute alla minaccia dei Sasanidi e degli Arabi. Furono probabilmente questi ultimi a distruggerla tra il 660 e il 670 d.C., un importante terminus ante quem per i cospicui ritrovamenti di ceramica e di altri materiali rinvenuti sui pavimenti. Si ebbero poi una breve rioccupazione nel IX sec. e un episodio secondario, con una cappella e alcune tombe, nel XV-XVI secolo.
Gli scavi nella Basilica di S. Isidoro nella città di Ch. e lo studio della sua architettura sono stati pubblicati da Pennas (1986). La trasformazione di un edificio più antico in una basilica cristiana sembra risalire alla seconda metà del V sec. d.C.; in seguito questa divenne una chiesa a due navate, che nel VII sec. fu considerevolmente ampliata. Dopo un periodo di abbandono, l'edificio fu ricostruito in un'epoca di poco anteriore al XIV sec. e finalmente trasformato in moschea.
Bibl.: S. Hood e altri, Excavations in Chios 1938-1955: Prehistoric Emporio and Ayio Gala (British School of Archaeology at Athens, Suppl. 15 e 16), Londra 1981 e 1982; E. Yalouris, Notes on the Topography of Chios, in J. Boardman, C. E. Vaphopoulou-Richardson (ed.), Chios: a Conference at the Homereion in Chios 1984, Oxford 1986, pp. 141-168; S. Hood, Myceneans in Chios, ibid., pp. 169-180; J. Ν. Coldstream, The Geometric Lion-Fighter from Kato Phana, ibid., pp. 181-186; H. Kyrieleis, Chios and Samos in the Archaic Period, ibid., pp. 187-205; P. Amandry, Chios and Delphy, ibid., pp. 206-233; A. A. Lemos, Archaic Chian Pottery on Chios, ibid., pp. 234-250; B. S. Ridgway, The Nike ofArchermos and Her Attire, ibid., pp. 259-274; W. Fuchs, The Chian Element in Chian Art, ibid., pp. 276-294; V. Lambrinoudakis, Ancient Farmhouses on Mount Aipos, ibid., pp. 295-304; A. Tsaravopoulos, A Mosaic Floor in Chios, ibid., pp. 305-316; C. I. Pennas, The Basilica of St Isidore: New Evidence, ibid., pp. 317-334; M. Ballance, J. Boardman, S. Corbett, S. Hood, Excavations in Chios, 1952-1955. Byzantine Emporio (The British School of Archaeology at Athens, Suppl. 19), Londra 1989.