Chiose Cagliaritane
Così, dall'epigrafe apposta da chi le trascrisse antologicamente (dal codice 76 della Biblioteca universitaria di Cagliari) vengono designate varie postille trecentesche alla Commedia, opera di un chiosatore non certo cagliaritano, sibbene, come mostrano i dati linguistici, sicuramente aretino-cortonese; il che è poi confermato dal tenore di alcune postille, informate di cose aretine, ed esplicitamente polemiche contro i Fiorentini (si veda ad es. If XXII 1-6: " Qui quasi dante remprovera a li aretini quanta tribulaçione ab anticho ei fiorentini àn data a li aretini, con oste, con cavalcate, con guerre, con tucti ei modi ch'elli ànno potuto e creduto desfare areço, sença el seme de la seçania semmenata da essi en onni tempo "). Quanto alla cronologia, si dovrà genericamente restare, in mancanza di dati oggettivi, alla seconda metà del sec. XIV, prendendo il 1345 come terminus a quo in base all'accenno ad Andrea d'Ungheria, del quale si parla al passato pur non menzionandone la fine.
Il chiosatore appare essere un religioso dalla cultura assolutamente depressa: sia per quanto concerne i riferimenti a fatti storici che per le dichiarazioni d'ordine letterario (particolarmente infelici e indizio di scarsissima e del tutto fantasiosa cultura, le postille mitologico-classiche) e addirittura grammaticale. Il tono è assolutamente popolare, e soltanto una postilla attira la simpatia del lettore: " Nota che tucto questo libro è pieno di tante belle comparaçione et de tante belle sentençie da notarle, ch'a segniarle tucte non ne sarebbe più bello, tanto sariano l'una entro ll'altra; ma chi le leggie le noti et segni entro el suo intellecto " (p. 103). Nel complesso, dunque, povera cosa e di scarsa utilità pel dantista, ma solo documento, non certo singolare, della fortuna trecentesca del poema.
Bibl. - Edizione: Le Chiose Cagliaritane scelte e annotate da E. Carrara, Città di Castello 1902. Studi: L. Rocca, Le Chiose Cagliaritane, ecc., in " Bull. " X (1902-1903) 246-252 (rec. all'ediz. Carrara); E. Cavallari, La fortuna di D. nel Trecento, Firenze 1921, 201-204.