chirale
chirale [agg. Der. del gr. cheír "mano"] [ALG] Termine introdotto da Lord Kelvin nel 1904 per qualificare una figura geometrica o un gruppo di punti non sovrapponibile alla propria immagine speculare (com'è della mano destra rispetto alla mano sinistra, e viceversa). ◆ [CHF] Centro c.: v. stereochimica: V 664 e. ◆ [CHF] Equazione di campo c.: v. hamiltoniani, sistemi infinito-dimensionali: III 146 f. ◆ [FSN] Invarianza c.: principio, introdotto nel 1957 da E.C.G. Sudarsham e R.E. Marshak, che fu decisivo per la successiva scoperta dell'accoppiamento a quattro fermioni di tipo V-A delle interazioni deboli; esso ipotizzava che l'interazione universale di Fermi, sebbene non preservasse la parità, fosse invariante sotto trasformazioni c., per cui la massima violazione di parità risulterebbe essere una conseguenza della richiesta di invarianza chirale; subito dopo, nel 1958, R.P. Feynman e M. Gell-Mann pubblicarono la loro teoria delle interazioni deboli di tipo V-A. Per definire il signif. dell'invarianza c. bisogna ricordare che l'operatore c. anticommuta con l'operatore di parità; poiché la parità non è conservata dalle interazioni deboli, si suppose che l'interazione a quattro fermioni non dovesse dipendere, per ogni fermione coinvolto nell'interazione, dall'uso del suo campo o del trasformato c. di esso. ◆ [CHF] Molecole c.: molecole le cui strutture spaziali sono immagini speculari l'una dell'altra e quindi non sovrapponibili. ◆ [FSN] Operatore c.: l'operatore che interviene nelle trasformazioni chirali. ◆ [FSN] Simmetria c.: v. corrente nella teoria dei campi: I 791 c. ◆ [FSN] Trasformazione c.: la trasformazione che collega tra loro stati di chiralità differente: v. gauge, teorie di: II 846 a.