chitarra
In Cv I VIII 9, nel testo della '21, nel Busnelli-Vandelli, nella Simonelli (... o fare un bel nappo d'una bella chitarra); mentre in precedenti edizioni, sino al Moore, era data la variante citara. Non si tratta della solita differenza fra lezione etimologica (citara) e lezione vulgata (chitarra), perché i due termini alludono a due strumenti musicali alquanto diversi fra loro. Se veramente D. ha scritto c., la testimonianza si pone accanto alle poche altre che di tale parola ricorrono prima del secolo XVI, quando la c., intesa come strumento musicale costituito da una cassa armonica di risonanza con fondo piatto, corpo stretto e fianchi piriformi, da una testa ove si fissano le corde, e da un manico su cui è stesa la tastiera, era d'uso piuttosto raro. Eppure uno strumento di tale foggia permette di dare senso compiuto all'immagine di Pd XX 22, ove cetra (v.) dev'essere intesa appunto come sinonimo di chitarra. Invece la lezione citara (più comunemente detta nel Medioevo ‛ citola '), alluderebbe a uno strumento pure con la cassa armonica a fondo piatto, ma con corpo stretto e fianchi tondeggianti, della cui esistenza e della cui pratica nel Medioevo esistono testimonianze più numerose e più esplicite che per la chitarra. Comunque, il senso fondamentale non muta nella sostanza; tra le forme arrotondate della c. o della citola e la sagoma panciuta del nappo, esiste una notevole affinità.
Bibl. - C. Sachs, Reallexicon der Musikinstrumente, Berlino 1913; The new Oxford history of music, III, Londra 1960, 489-491 (trad. ital. Milano 1964, 547-550).