CHITONE (dal gr. χιτών, verosimilmente apparentato con l'ebr. Kuttōnĕth, ambedue risalenti, forse, a un vocabolo minorasiatico)
La parola in senso largo significava un involucro fatto d'un tessuto qualsiasi; quindi tanto il sacchetto o cartoccio per riporvi della roba, quanto la corazza o la maglia. In senso stretto era la veste per eccellenza che i Greci, uomini e donne, indossavano a contatto con la pelle, come la nostra camicia. Μονοχίτων era pertanto la persona che portava solo il chitone, e ἀχίτων quella che portava solo l'himation come si usava spesso nella buona stagione. Il chitone poteva essere ἀμϕιμάσχαλος, cioè appuntato su ambedue le spalle, o ἑτερομάσχαλος, cioè appuntato solo sulla spalla sinistra, e libero nella destra: l'operaio, il contadino e in genere coloro che dovevano muoversi con maggiore libertà, preferivano il secondo. Il chitone mantenne sempre attraverso i tempi il carattere d'una specie di sacco senza fondo o di camicia senza o con maniche che s'infilava dal capo, e che copriva più o meno la persona, secondo che era aperto sul fianco, come il chitone dorico, o interamente chiuso.
Secondo l'etimologia della parola, che indica la materia di cui esso è fatto, il chitone è di origine orientale (cfr. kittàna, aramaico; kouttina, siriaco; kouttònet, ebraico). Esso fu usato dai Babilonesi, dagli Assiri, dagli Egiziani, dai Carî, e attraverso la Ionia pervenne ai Greci. Dapprima solo gli uomini portavano questo vestito, ma anche le donne cominciarono a usarlo (Erodoto, v, 87) dopo la sfortunata spedizione contro Egina (568 a. C.), quantunque invero già si veda in qualche monumento anteriore.
Dal sec. V in poi noi rileviamo non tanto dalle fonti letterarie, quanto dalle rappresentazioni figurate, soprattutto dalle pitture vascolari, una grande varietà di forme e di qualità nell'uso del chitone. Accanto al chitone corto e succinto, di 1 m. circa di lunghezza, fu largamente usato quello alto circa m. 2; donde la necessità, perché fosse portato con eleganza nella sua ricchezza di drappeggio e senza impacciare il passo, che lo si ripiegasse di un quarto o di un terzo del lembo superiore, formando quella fascia sovrapposta detta ἀποπτυγμα, che talora dietro le spalle si riporta in su, specie nelle donne anziane e nelle figure di alcune dee, a proteggere il capo, che pare così avvolto in un velo o in uno scialle. Il trapasso è documentato dal celebre rilievo di Eleusi al Museo nazionale d'Atene, nel quale la madre Demetra porta ancora il peplo dorico, e la figlia Persefone ha invece il chitone ionico: e si notano in entrambi i vestiti quelle pieghe che, nella accertata assenza del ferro da stirare, dovevano essere eseguite con cuciture a mano e con pressione sotto pesi, tenendole distese. Questo ripiego, aggiunto più per arricchire, che non per raccorciare il chitone, spesso non bastava, e allora si poneva una cintura (στρόϕιον, ζώνιον), dietro la quale si rialzava la stoffa formando una rimboccatura, che ricadeva in pieghe, coprendo la cintura stessa e formando il cosiddetto κόλπος. Se troppo lunga era la ripiegatura superiore, si rendeva necessaria una seconda cintura, che la tenesse a posto. Ma molte volte, delle due cinture quella che rimaneva scoperta era posta in alto, appena sotto i seni, dando risalto alla figura.
L'apoptygma pure aggiungeva ricchezza ed eleganza al chitone; infatti anche senza divenire manicato (χειριδωτός), come fu assai spesso, il chitone per mezzo dell'apoptygma veniva ad avere specie di ali (πτέρυγες), o bande laterali cadenti, formate dalle doppie estremità che scendevano dalle spalle in pieghe oscillanti e graziose; esse formavano, con la parte centrale della piegatura, la cosiddetta διπλοΐς, o διπλοΐδιον, come nelle Cariatidi dell'Eretteo. Lungo gli orli del chitone furono poste fino dal sec. VI strisce strette di colori vivi, e strisce e disegni a colori varî furono messi sulle diploides. Quanto all'uso del chitone per gli uomini Tucidide ci informa (I, 6) che esso divenne corto poco prima dei suoi tempi, cioè circa dal periodo delle guerre persiane. Nel periodo classico solo dei e personaggi di alto rango portano il chitone lungo; eccezionalmente lo indossano anche gli aurighi. I sacerdoti lo portavano senza cintura, non così invece i cittadini, che l'avevano cinto alla vita e con le finte maniche, fermate tratto tratto con bottoni e talora con nastrini. Il chitone con vere e proprie maniche applicate era per gli uomini riservato agli attori e ai musicisti (χιτὼν ὀρϑοστάδιος).
Nessuna differenza sostanziale, del resto, vi era nella forma fra il chitone degli uomini e quello delle donne; il chitone maschile, era in generale più stretto e di solito un po' più corto (χιτωνίσκος) di quello femminile.
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