chiunque
Attestato quattro volte nella Vita Nuova con funzione di pronome relativo indefinito e con valore di " tutti quelli che ", due volte è seguito dal congiuntivo (XI 1 una fiamma di caritade... mi facea perdonare a chiunque m'avesse offeso; XL 4 direi parole le quali farebbero piangere chiunque le intendesse) e due dall'indicativo; una di queste segue di poco il passo sopra citato (XL 6, nella definizione: in largo... è peregrino chiunque è fuori de la sua patria), l'altra reca il verbo in rima (XXXIII 6 13 e dico [alla Morte] " Vieni a me " con tanto amore, / che sono astioso di chiunque more).
Nell'unica attestazione della Commedia, c. è in rima (Pg III 103 Chiunque / tu se'); con una certa analogia con la locuzione latina quisquis es (la si trova, ad es., nella commedia e nell'elegia), c. vi è costruito con l'indicativo, ma, diversamente dai luoghi della Vita Nuova, ha valore fondamentalmente aggettivale (" di qualunque origine o natura "), alquanto simile al qual che tu sii di If I 66.
Sempre con l'indicativo, c. è attestato due volte nel Fiore (XVII 4 per avvampar chiunque l'è davanti, XXXV 11 ch'i' metto in buono stato / chiunque al mi' consiglio ferma il core), e due nel Detto (cfr. il v. 225 si mette in buono stato / chiunque la rimira, con l'ultimo passo del Fiore sopra citato; al v. 105 perde la grana / chiunque la vi getta, si legge l'unica attestazione di c. con funzione di soggetto sia della proposizione reggente sia di quella relativa).