chiusura
Sostantivo che figura unicamente in Fiore XXV 14, e precisamente nel sonetto in cui Paura rimbrotta lo Schifo per aver consentito ad Amante l'accesso al fiore attraverso il giardino, e aggiunge: Con ciaschedun de' star a le difese, / per ben guardar questa nostra chiusura. Vi equivale a " luogo chiuso, o dal quale sono esclusi gli estranei ", " recinto privato ", " terreno cintato ", con valore sfumante verso il figurato, .tenendo conto dell'allegoria generale del poemetto ma insieme della pertinenza letterale al giardin di Piacer, custodito dai vari guardiani e tramutato in munito castello dopo l'insidia di Amante.
Dal tardo-latino ‛ clusura ', normale riduzione del più antico clausura', o piuttosto derivato da ‛ cludere ' per ‛ claudere ' - quindi parallelo volgare, o con evoluzione fonetica popolare, della voce dotta ‛ clausura ' -, pare uno degli esempi più antichi del termine noti alla nostra lessicografia: anteriore, se non alla Bibbia volgarizzata, almeno al Bencivenni (v. anche CHIUSO).