CHOUS (χοῦς, chus; da χέω "verso")
Recipiente che Cratete (Athen., XI, p. 473) originariamente rassomigliava all'anfora panatenaica, e che era chiamato pelike, ma che più tardi assunse la forma dell'oinochoe, cioè della brocca. Esso era usato specialmente nelle feste Antesterie (v.). In sostanza il vaso non differisce dalle brocche comuni; soltanto il corpo è più panciuto.
Con lo stesso nome era indicata una misura di capacità per i liquidi. Il chous attico, eguale al congio latino, contiene l. 3,283 e corrisponde a 1/8 di anfora (latino quadrantal), a 1/12 di metrete attico o a 12 cotile. Esistono varie sorta di chous. Il chous egiziano usato per la misura degli olî ha la capacità di litri 2,91 (6 hin) ed è eguale a 1/12 di metrete. Il chous greco-egizio usato per il vino è diverso da quello degli olî.
Bibl.: E. Saglio, in C. Daremberg e E. Saglio, Dict. des ant., I, ii, p. 1127 seg.; Hiller von Gaertringen, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., I, col. 2375; F. Hultsch, Metrologie, 2ª ed., Lipsia 1882, pp. 24 seg., 32 seg.; A. Segrè, Metrologia e circolazione monetaria, Bologna 1928, p. 131 segg.