BILLROTH, Christian Albert Theodor
Chirurgo, nato a Bergen, nell'isola di Rügen il 26 aprile 1829; morto ad Abbazia il 6 febbraio 1894. Laureato a Berlino (1852), libero docente nel 1856, fu professore di chirurgia a Zurigo (1860-1867) e a Vienna (dal 1867). Uno dei pionieri della chirurgia viscerale, operatore di grandissimo stile, eseguì nel 1872 la prima resezione dell'esofago; nel 1873 la laringectomia totale; nel 1871 la resezione del piloro (operazione del Billroth); nel 1891 l'amputazione interileo-addominale. Si occupò anche di problemi di batteriologia attinenti alla chirurgia (Untersuchungen über die Vegetationsformen von Coccobacteria septica, 1874). Scrisse un manuale di patologia chirurgica (Die allgemeine chirurgische Pathologie und Therapie, Berlino 1863) che ebbe 16 edizioni in Germania e fu tradotto in tutte le lingue (in italiano da G. Antonelli, Napoli 1887) e pubblicò, in collaborazione col Pitha, un grande trattato di chirurgia (Handbuch der allgemeinen und speziellen Chirurgie, Stoccarda 1865-1886).
Il B. fondò, col Lücke ed altri, la grande collezione di monografie chirurgiche intitolata Deutsche Chirurgie.
Malattia di Billroth. - Tumefazione che si forma sul capo di bambini, raramente di adulti, in seguito a trauma che cagionò lesione della vòlta cranica. Ha sede sul parietale, raramente sul frontale o presso l'occipite. È costituita da liquido cefalo-rachideo che si raccoglie sotto il pericranio, passando attraverso perdita di sostanza dell'osso (rotonda, ovale, o a fessura; nel caso di Billroth grande cm. 7 × 5,6), e della dura ad esso aderente, e che suole comunicare col ventricolo laterale. La ragione per cui la lesione ossea non guarisce, pare sia l'accrescimento progressivo del cervello o, secondo il Bergmann, un disturbo di sviluppo di esso, e rachitide. La tumefazione è fluttuante, pulsante, riducibile in parte; talora cresce lenta e si arresta senza dar disturbi, talora si sviluppa rapida e tende a usurare la pelle. Non guarisce spontaneamente.
Osservata secondo il Bergmann dal Haward e da altri, descritta anatomicamente e clinicamente in modo esatto dal Billroth e chiamata Meningocele spuria cum fistula ventriculi, perché a differenza del meningocele vero, il liquido non è contenuto dalle meningi, fu detta dai Francesi anche cefalo-idrocele traumatica.
Cura. - Compressione, raramente efficace nell'inizio: l'operazione chirurgica, consistente nella cranioplastica e nella plastica durale, costituisce la sola cura efficace.
Bibl.: C. A. T. Billroth, Archiv für kl. Chir., III (1862); Kappeler, nelle tesi di Zurigo, 1883; Rahm, ibid., 1896.