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Ransmayr, Christoph

Lessico del XXI Secolo (2013)
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Ransmayr, Christoph


Ransmayr, Christoph. ‒ Scrittore austriaco (n. Wels, 1954). Dal 1982, anno di pubblicazione del suo primo romanzo, Strahlender Untergang, lavora come scrittore freelance pubblicando Die Schrecken des Eises und der Finsternis (1984; trad. it. Gli orrori dei ghiacci, 1989), romanzo sull’eterna lotta tra uomo e natura alla ricerca del mitico Passaggio a Nord-Ovest, cui seguono Die letzte Welt (1988; trad. it. Il mondo estremo, 1989), Morbus Kitahara (1995; trad. it. Il morbo Kitahara, 1997), che, insieme a Der Weg nach Surabaya (1997) e Die dritte Luft, oder Eine Bühne am Meer (1997), chiude la sua bibliografia del Novecento. Il 21° sec. di R. si apre all’insegna dei racconti surreali Die Unsichtbare. Tirade an drei Stränden (2001) e Der Ungeborene, oder Die Himmelsareale des Anselm Kiefer (2002), tradotti in italiano e raccolti nel volume Radiosa fine. Il non nato (2008), in cui le rigide leggi della fisica si trasformano in chiavi d’accesso per la contemplazione di un mondo metafisico governato da un’essenza assoluta, la «possibilità». In seguito R. ritorna alla letteratura di viaggio con il romanzo breve Die Verbeugung des Riesen (2003), che unisce interviste ad amici e compagni di viaggio alle impressioni personali sui luoghi e sulle culture straniere, e che prosegue con un’autointervista, Geständnisse eines Touristen (2004), in cui R. s’interroga sul senso del viaggio, dell’incontro con l’alterità culturale e geografica realizzando una vera e propria ode alla vita nomadica. Le tematiche dell’esplorazione e del superamento dei limiti umani sono al centro anche di Der fliegende Berg (2006; trad. it. La montagna volante, 2008), che narra dell’avventurosa storia di due fratelli irlandesi in viaggio per il Tibet alla ricerca di una vetta più alta dell’Everest, avvolta da antiche leggende e nessuna indicazione cartografica.

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