NOLAN, Christopher (propr. Christopher Johnathan James)
Regista, sceneggiatore e produttore inglese, nato a Londra il 30 luglio 1970. Classico e insieme postmoderno, strenuo difensore della pellicola rispetto al digitale, ha saputo imprimere un ritmo non lineare alla narrazione attraverso continue decostruzioni della storia, sovrapposizioni di livelli di realtà, salti spaziotemporali. Il suo cinema richiama quello di Stanley Kubrick per la perfezione maniacale nella messinscena e di Terrence Malick per la tendenza a far attraversare ai suoi personaggi infiniti mondi paralleli. Con la sua trilogia su Batman, con la quale ha incrociato la sua visione del fantasy con il blockbuster, ha ottenuto un grande successo al box office, mentre tre sono state le nominations agli Oscar: due per la migliore sceneggiatura (Memento, 2000, e Inception, 2010) e una per il miglior film (ancora Inception).
Ha trascorso la sua infanzia, durante la quale ha iniziato ad appassionarsi di fotografia, tra Londra e Chicago e ha girato il suo primo corto nel 1989, Tarantella, trasmesso sul canale statunitense PBS quando era ancora studente all’Università di Londra. Dopo Larceny (1995) e Doodlebug (1997), nel 1998 realizzò il primo lungometraggio, Following, girato in bianco e nero a basso budget nel quale, attraverso la vicenda di un aspirante scrittore che pedina le persone ed entra nei loro appartamenti, seppe mettersi in luce per alcuni elementi che caratterizzeranno il suo cinema anche in futuro: il voyerismo, l’utilizzo del flashback e del flashforward, la passione per il noir. Ma è con il successivo Memento, tratto dal racconto Memento mori scritto dal fratello Jonathan (che collaborerà spesso con lui), che si è imposto definitivamente all’attenzione. La figura di un uomo che non riesce a mettere ordine nei propri pensieri e nei propri ricordi dopo che la moglie è stata stuprata e uccisa è rappresentativa di un cinema che decostruisce la struttura temporale classica e fa entrare in labirinti in cui si evidenzia la connessione e lo scarto tra la scrittura della sceneggiatura tradizionale e il linguaggio cinematografico. Ha poi girato Insomnia (2002), remake del thriller norvegese diretto da Erik Skjoldbjærg nel 1997 in cui è alle prese per la prima volta con un cast di star: Al Pacino (il detective protagonista) e Robin Williams in uno dei suoi rari ruoli negativi. Successivamente la Warner lo ha ingaggiato per dirigere una nuova saga su Batman. Nella sua versione dell’uomo pipistrello N. si è allontanato dall’universo gotico di Tim Burton. Già da Batman Begins (2005), in cui ha iniziato la collaborazione con Christian Bale e Michael Caine (che hanno poi lavorato con lui anche in altri film oltre a quelli della serie), i protagonisti sembrano più reali e meno dipendenti dalla loro origine fumettistica. In più, nelle architetture di Gotham City e nell’utilizzo degli spazi ha inizio quel rapporto tra il personaggio e l’ambiente, in cui la dimensione dark diviene la proiezione dello stato mentale di Bruce Wayne nel momento in cui prende forma il suo doppio. Nei successivi The dark knight (2008; Il cavaliere oscuro) e The dark knight rises (2012; Il cavaliere oscuro -Il ritorno) è sembrato ormai impossessarsi pienamente della saga adattandola al suo stile cinematografico in cui le visioni dall’alto e la persistente oscurità risultano perfettamente in linea con tutta la sua opera. Tra questi tre film, ha diretto The prestige (2006), dal romanzo omonimo di Christopher Priest dove nella competizione di due celebri maghi nella Londra tra Ottocento e Novecento affiora l’illusione dello sguardo e la metamorfosi degli oggetti e degli ambienti che rimanda alle magie di Georges Méliès. Ma è in Inception che si ritrova tutto il suo universo. Il protagonista, interpretato da Leonardo DiCaprio, ruba i segreti dalle menti delle persone mentre dormono. Così l’ambiguità tra le immagini create dai sogni e quelle realmente vissute si alternano, mescolandosi tra inseguimenti, deformazioni prospettiche e riferimenti mitologici (per es., il personaggio di Arianna, interpretato da Ellen Page, che richiama l’Arianna del mito greco).
Dopo essere stato autore del soggetto e produttore del reboot di Superman Man of steel (2013; L’uomo d’acciaio), ha diretto Interstellar (2014), altro viaggio temporale a tratti più libero rispetto all’ossessione kubrickiana di controllare ogni dettaglio, ma più intenso quando vira sul melodramma, dove sono presenti riferimenti al cinema di Steven Spielberg e Andrej Tarkovskij e nel quale N., nell’affrontare la fantascienza, sembra essersi messo in discussione e voler rischiare di più.
Bibliografia: S. Miceli, Christopher Nolan, Roma 2008; T. McGowan, The fictional Christopher Nolan, Austin 2012; S. Santi Amantini, Christopher Nolan. Realtà e sogno al lavoro, San Giustino 2013.