WEISE, Christtan
Poeta e poligrafo tedesco. Nato a Zittau il 29 aprile 1642, morto ivi il 21 ottobre 1708. Dopo aver compiuto gli studî a Lipsia e aver insegnato al ginnasio di Weissenfels, fu nominato nel 1678 direttore del ginnasio di Zittau, dove trascorse il resto della vita, producendo un'infinità di opere, destinando quelle drammatiche (in parte inedite o perdute) alle recite dei suoi studenti.
È uno degli esponentì principali del movimento preilluministico tedesco, avversario, in nome del ragionevole e della naturalezza, del gusto barocco, più in teoria che in pratica, però, e meno arido e rigido degli intransigenti razionalisti dell'età di Gottsched. Tuttavia, oltre che nei manuali di pedagogia, poetica, teorica, epistolografia, il criterio razionale utilitaristico, nel giudicare e ritrarre la vita, e l'intento educativo sono assai accentuati anche nei romanzi (Die drey Hauptverderber, ecc., 1671; Die drey ärgsten Erz-Narren, ecc., 1672, ed. a cura di W. Braune, Halle 1878; Dìe drey klügsten Leute, ecc., 1675; Der politische Näscher, ecc., 1678), nelle numerosissime commedie e tragedie e in parte anche nella lirica.
Il migliore dei suoi romanzi è Die drey ärgsten Erznarren, rassegna prolissa, ma qua e là mordace e arguta di tipi ridicoli, ossia non conformi al suo ideale borghese dell'uomo "politico" (cioè uomo di mondo, honnête homme); nella lirica alla grazia briosa, musicale, e non priva di accenni di sentimento, nella prima raccolta (Der grünenden Jugend überflüssige Gedanken, 1668, ed. a cura di M. v. Waldeberg, Halle 1914) seguì nelle successive (Nothwendige Gedanken, ecc., 1675) un tono più compassato e moraleggiante. Nelle commedie, appesantite dall'erudizione e dalle preoccupazioni didascaliche, troviamo abbozzi di caratteri individuali, azione abbastanza coerente, vivacità e naturalezza (che degenera talvolta in grossolanità o sciattezza) in alcune situazioni e parti di dialogo. Le più notevoli sono: Komödie von der bösen Catharine (cavata indirettamente dalla Bisbetica domata di Shakespeare), Bäurischer Machiavellus (ristampate da L. Fulda in Kürschners Nat.-Litt., vol. 39, 1883) e Tobias und die Schwalbe (riduzione a cura di R. Genée, Berlino 1882). L'elemento comico-satirico s'insinua attraverso la figura del buffone anche nelle sue tragedie d'argomento biblico, leggendario (come Regnerus e Ulvilda, ed. per la prima volta da W. v. Unwerth, Breslavia, 1914), storico (Masaniello, 1683, ed. a cura di R. Petsch, Halle 1907), ed è spesso la parte più viva di codesti drammi in complesso scialbi, confusi e slegati.
Ediz..: Alle ristampe menzionate aggiungiamo: il dramma Triumphierende Keuschheit, in appendice all'ediz. curata da M. v. Waldberg; nel vol. Aus der Frühzeit der dt. Aufkeärung, primo nella serie Aufklärung, della collezione Deutsche Literatur; F. Brüggemann ha pubblicato lo scritto Von der Verfertigung und dem Nutzen der Komödien; e le commedie Die unvergnügte Seele e Vom verfolgten Lateiner, Vienna-Lipsia 1928.
Bibl.: Oltre agli studî introduttivi alle edizioni menzionate, e oltre agli studî citati da E. Schmidt, Chr. W., in Allg. deutsche Biogr., XLI (1896); O. Kaemmel, Chr. W., Lipsia 1897; Th. Gärtner, Die Zittauer Schulkomödie vor Chr. W., Zittau 1903; H. Schauer, Chr. W.s biblische Dramen, Görlitz 1921; A. Hess, Chr. W.s historische Dramen und ihre Quellen, Rostock 1893; R. Becker, Chr. W.s Romane, und ihre Nachwirkung, Berlino 1910.