Cianghella
. Gentildonna fiorentina, appartenente ai Della Tosa. D. ne ha fatto il prototipo della corruzione morale contrapponendola al tradizionale specchio della virtù femminea, Cornelia (Pd XV 128); a C. egli del resto allude ancora, implicitamente, nel fustigare i costumi di quelle sfacciate donne fiorentine (Pg XXIII 101) di cui essa appariva corifea.
Date queste premesse, non ci si può troppo fidare dei commentatori e delle notizie che essi danno di C., notizie che sembrano piuttosto parafrasi dell'invettiva dantesca: né dell'Ottimo (" donna piena di tutto disonesto abito e portamento, e parlante senza alcuna fronte, o alcuno abito o atto pertinente a condizione di donna "), né del Lana (" per tutta questa etade è stada la radixe de tutte le novità delle donne in li soi abiti ") e tanto meno poi del Boccaccio, il quale nel Corbaccio sostiene allignare tra le donne una setta filosofica, detta " la cianghellina ", che prende le sue mosse da una sentenza di madonna C., cioè " che tutte quelle donne, che hanno ardire e cuore e sanno modo trovare d'essere tante volte e con tanti uomini, con quanti il loro appetito concupiscibile richiedea, erano da essere chiamate savie; e tutte l'altre decime o moccicose ".
In una posizone particolare sta forse Benvenuto, che di C. dice di aver avuto notizie dal padre suo che la conobbe da vicino e ne ricorda alcuni aneddoti atti a sottolinearne il carattere superbo e iracondo, non però l'impudicizia, che si sarebbe manifestata solo quando C., mortole il marito Lito degli Alidosi, fece ritorno da Imola in Firenze, dove visse fino al 1330 e " fuit vanissima, et multos habuit procos et multum lubrice vixit ".
Pare comunque probabile che la polemica di D. contro C. fosse, di riflesso, anche politica: essa era infatti cugina di Rosso della Tosa, uno dei più violenti capi di Parte nera, e suo marito Lito era fratello di Alidoso degli Alidosi, complice di Maghinardo Pagani di Susinana nell'impadronirsi di Imola. Maghinardo stesso del resto, il demonio (Pg XIV 118), aveva sposato una Tosinghi, Edmenegarda. Non solo la donna corrotta e corruttrice, quindi, D. intendeva forse colpire, ma anche la Tosinghi, il cui matrimonio costituiva un ennesimo pegno dei legami politici fra guelfi neri fiorentini e i tiranni che insanguinavano la Romagna.
Bibl. - G. Boccaccio, Opere in versi - Corbaccio, ecc., a c. di P.G. Ricci, Milano-Napoli 1965, 525; V. Cian, Briciole dantesche, in " Rassegna bibliogr. lett. ital. " II (1894) 6-7.