Diplomatico e uomo politico italiano (Livorno 1903 - Verona 1944); figlio di Costanzo; console generale a Shanghai (1930), poi ministro plenipotenziario in Cina, divenne per il suo matrimonio con Edda Mussolini (1930) uno degli uomini più in vista del regime fascista. Capo dell'ufficio stampa del capo del governo (1933), sottosegretario per la Stampa e propaganda (1934), ministro per la Cultura popolare (1935), assunse (1936) il ministero degli Affari Esteri. Passivo esecutore, di fatto, dei voleri del suocero (la responsabilità dell'invasione dell'Albania nel 1939 ricade peraltro quasi interamente su di lui), ma desideroso di popolarità attraverso la fama di dissidente, C. si distaccò veramente dalla politica di Mussolini solo nell'autunno 1942, di fronte all'aggravarsi della situazione italiana nella seconda guerra mondiale. Dovette abbandonare gli Esteri il 5 febbr. 1943 per l'Ambasciata presso il Vaticano; nella seduta del Gran consiglio del 24 luglio 1943 votò l'ordine del giorno Grandi che suonava sfiducia nei confronti di Mussolini. Rifugiatosi in Germania (con la speranza di passare in Spagna), fu consegnato alla Repubblica Sociale Italiana. Condannato a morte dal tribunale speciale fascista di Verona, fu fucilato. È variamente giudicato, da parte degli storici, il suo Diario, pubblicato postumo (1946-48; nuova ed. 1980).