ciascheduno (ciascheuno)
Attestato due volte nella Commedia come pronome dimostrativo distributivo, in If XX 36 sottolinea il criterio individuale del giudizio delle anime: Minòs che ciascheduno afferra richiama, infatti, giudica e manda secondo ch' avvinghia, e vanno a vicenda ciascuna al giudizio, di If V 6 e 14. Il valore indefinito è da escludersi in Pd XXVIII 34, ove c. si riferisce al diverso moto dell'ottavo e del nono cielo: e ciascheduno / più tardo si movea, secondo ch'era / in numero distante più da l'uno.
Delle due attestazioni nelle Rime dubbie, in XIX 4 c. è probabile variante di ciascun del v. 2 (Amor... infiamma ciascun suo servente: / e tal lodarsi d'esso, e tal biasmare / si sforza ciaschedun suo convenente); in XX 3 è evidenziato da c. il valore distributivo di tre pensieri, dei quali ciaschedun per sé mi dà penare, e che... fannomi morere.
Nelle due occorrenze del Convivio il valore singolativo esclude affatto quello indefinito; nella canzone Le dolci rime 110, ciascheduna vertute si oppone all'indeterminatezza di o vero il gener lor (v. 111); analogamente, in IV XIII 4 conoscere che siano li principii de le cose naturali si distingue da conoscere quello che sia ciascheduno.
Rispetto alle altre opere di D., c. è assai frequente nel Fiore, ove una volta compare anche ciascheun (CXVIII 13), e le attestazioni, tutte con funzione pronominale, sono complessivamente 30 (1 ciaschedun', XCVI 3 in roba di color ciaschedun' era; 3 ciascheduna, 25 ciaschedun). Delle due attestazioni del Detto, una ha funzione di aggettivo (v. 68 ma ciaschedun di spero / merzè) e una di pronome (v. 85 certan ho / che ciaschedun s'abatte). Una certa somiglianza offrono, nel Fiore, XXV 13, XCIV 10, CIX 4, CXXIII 4, CXXIV 8, CL 11, CLIII 6, CLXIII 2, CCXIX 8 e 14, CCXXV 3, ove ciaschedun (come ciascheduna in CLXXXIII 7) è la seconda parola del verso, dopo monosillabi quali le preposizioni ‛ a ', ‛ con ', e le congiunzioni ‛ e ', ‛ che ', ‛ se ' (cfr. XCIV 10 se ciaschedun su'anima perdesse).