cibernetica
cibernetica termine (dal greco kybernetiké téchne, «arte di pilotare») coniato negli anni Quaranta del Novecento dal matematico statunitense N. Wiener, fondatore della disciplina con W.R. Ashby, per indicare la scienza «del controllo e della comunicazione nell’animale e nella macchina». Fin dalle origini la cibernetica si presenta quindi come un settore interdisciplinare che studia i processi di controllo e comunicazione di sistemi complessi, naturali o artificiali. Secondo il modello originario dell’analisi cibernetica, uno o più dispositivi periferici sensoriali trasmettono a un organo centrale informazioni riguardanti variazioni significative dello stato del sistema rispetto alle sue condizioni standard, producendo un effetto di feedback (retroazione): l’organo di comando, dopo aver elaborato tali informazioni, interviene sul sistema per ristabilirne le condizioni standard. Più in generale, in questa ottica un sistema è un insieme di apparati tra loro interdipendenti e comunicanti attraverso variabili d’entrata (che determinano gli input) e variabili d’uscita (che determinano gli output): il punto di vista nuovo introdotto dalla cibernetica consiste nel fatto che, a differenza di un sistema meccanico, le variabili d’entrata e di uscita delle diverse parti possono essere non soltanto delle azioni nel senso meccanico del termine, ma anche delle informazioni. La centralità accordata ai processi di trasformazione ed elaborazione dell’informazione ha fatto sì che la ricerca cibernetica si sia venuta sviluppando a stretto contatto con la teoria dell’→ informazione, mentre lo sviluppo impetuoso dell’informatica ha fatto largamente coincidere il suo campo di studi con quello della teoria degli → automi.