CICATRICE (dal lat. cicatrix; fr. cicatrice; sp. cicatriz; ted. Narbe; ingl. scar)
È il prodotto del processo di cicatrizzazione, cioè di quel complesso di fatti prevalentemente progressivi, che, attraverso fasi diverse, conducono alla riparazione d'una perdita di sostanza d'un qualsiasi organo o tessuto. Intesa in senso lato la cicatrizzazione è esponente di una pregressa soluzione di continuo riferibile tanto a una lesione violenta (ferite, contusioni, rotture) quanto a un processo patologico. In questo caso le alterazioni patologiche, e soprattutto quelle a carattere progressivo, con la loro presenza hanno, in un certo senso, scontinuato la normale tessitura dall'organo o tessuto colpito, e, volgendo a guarigione, vengono, attraverso fasi più o meno complesse, sostituite da tessuti di cicatrice.
Nella sua essenza istologica il processo di cicatrizzazione varia a seconda delle sue fasi, delle quali quella anatomicamente più importante è caratterizzata dalla presenza del tessuto di granulazione, tessuto vascolo-connettivale giovane, infiltrato di elementi di varia provenienza e origine, il quale, evolvendo e modificandosi successivamente, conduce al tessuto cicatriziale definitivo, ricco di fibre (collagene e elastiche), che costituisce la comune cicatrice. Nella compagine di questa, a seconda delle circostanze, sarà possibile, o meno, col tempo, la comparsa di elementi più evoluti, suscettibili anche, talora, di ripristinare sufficientemente la normale tessitura. Sotto il punto di vista anatomo-clinico si distinguono, comunemente, due modalità di cicatrizzazione fondamentalmente simili, conosciute sotto il nome di guarigione per prima e per seconda intenzione.
Clinicamente la guarigione per prima intenzione si compie rapidamente tanto da dare l'apparenza d'una pronta e stabile coalescenza dei tessuti scontinuati, mentre quella per seconda è invece accompagnata da abbondante produzione di tessuto di granulazione che, quando corrisponde a una superficie scoperta, costituisce la cosiddetta piaga. Questa nei tegumenti esterni è caratteristica per il suo colore rosso vivo dovuto ai cosiddetti bottoni carnei che le conferiscono anche quel particolare aspetto granuloso della sua superficie, dalla quale, fino a cicatrizzazione completa, si ha secrezione di un prodotto siero-purulento, che manca invece completamente nella guarigione per prima.
Alle cicatrici lineari e poco visibili che seguono, in genere, a quest'ultima, fanno riscontro, nella guarigione per seconda, quelle altre, più o meno larghe, irregolari, ipertrofiche, cheloidee, deformi, dolorose, che sono esponenti di varî fattori, fra i quali, oltre al più intenso e diffuso processo di neoformazione cicatriziale, ha certo importanza la costituzione individuale. Nella maggior parte dei casi il tessuto di cicatrice è stabile e definitivo e, ben ricercato, si arriva quasi sempre a dimostrare istologicamente.
Lo studio delle cicatrici ha importanza in medicina legale in rapporto all'entità, alla data, al danno di una determinata lesione, della quale la cicatrice rappresenta il definitivo esponente.
Bibl.: S. Ottolenghi, Il colore e la forma delle cicatrici in rapporto alla medicina legale, in Giorn. R. Accad. di med. di Torino, 1889.