Ingrassia, Ciccio (propr. Francesco)
Attore cinematografico, nato a Carini (Palermo) il 5 ottobre 1922 e morto a Roma il 28 aprile 2003. Tra i comici più popolari degli anni Sessanta, con il suo aspetto allampanato e la recitazione contenuta, I. seppe fondere perfettamente la sua presenza con quella dirompente e grottesca di Franco Franchi, con il quale interpretò numerosissimi film di grande successo commerciale. Successivamente ebbe modo di lavorare anche in alcuni film d'autore, ottenendo come migliore attore non protagonista il Nastro d'argento nel 1976 per Todo modo di Elio Petri e il David di Donatello nel 1991 per Condominio, diretto da Felice Farina.
Una lunga carriera nell'avanspettacolo e nel teatro regionale siciliano gli fece incontrare Franco Franchi, con il quale costituì una coppia stralunata e surreale che non tardò a imporsi. A notarli fu il regista Mario Mattoli, molto attento alle nuove leve dello spettacolo minore, che offrì alla coppia un piccolo ruolo in Appuntamento a Ischia (1960). In tale occasione i due comici conobbero Domenico Modugno, produttore del film, che propose loro un contratto in esclusiva per il cinema (dove esordirono come protagonisti nel 1961 in L'onorata società, di Riccardo Pazzaglia) e per il teatro, dove vennero scritturati per Rinaldo in campo (1962) di Pietro Garinei e Sandro Giovannini, commedia musicale che divenne uno dei maggiori successi di Modugno. Negli anni Sessanta i due interpretarono un centinaio di film, basati su sceneggiature spesso grossolane, fidando soprattutto sul loro talento di improvvisazione e sulla sintonia con il pubblico più popolare. In questo periodo I. si fece anche notare in Due marines e un generale (1965) di Luigi Scattini, dove interpreta una notevole sequenza senza parole al fianco di Buster Keaton, e in Don Chisciotte e Sancio Panza (1968) di Gianni Grimaldi, dove è un hidalgo volutamente surreale. La televisione contribuì a rendere famosa la coppia, in particolare l'edizione del 1967 di Canzonissima e il Pinocchio del 1972 di Luigi Comencini, in cui I. interpreta la Volpe e Franchi il Gatto. Ma il successo di I. e Franchi iniziò a logorarsi agli inizi degli anni Settanta, quando il cinema popolare cominciò ad avere sempre meno spazio per la progressiva diminuzione degli spettatori, e al tempo stesso i rapporti personali tra i due attori precipitarono. Da solo I. si mosse in più direzioni. Ottenne significativi riconoscimenti partecipando, in ruoli seri, a film importanti quali Amarcord (1973) di Federico Fellini, in cui è lo zio matto Teo, il metaforico giallo politico Todo modo, in cui è uno dei funzionari politici costretti a riparare in un convento per sfuggire a un'epidemia, fino a Condominio, in cui è un maresciallo dei carabinieri in pensione. Al tempo stesso non rinunciò a qualche ritorno occasionale al cinema comico popolare, proponendosi in coppia con Lino Banfi in L'esorciccio (1975), da lui stesso diretto e destinato a diventare famoso per un titolo che riassume brillantemente lo spirito con cui l'attore volle presentare la commedia all'italiana e il suo rapporto beffardo con i grandi successi internazionali. I. riapparve talvolta in coppia con Franco Franchi, al cinema (per es. in Kaos, diretto nel 1984 da Paolo e Vittorio Taviani), e alla televisione in alcuni varietà, ma quasi sempre sulla scia del revival e della riproposizione del repertorio della coppia. Nell'ambito di una carriera contrassegnata da un successo improvviso alternato a momenti di vero e proprio oblio, I. riuscì comunque a lasciar emergere le proprie grandi capacità recitative (come dimostrò anche interpretando a teatro nel 1986 Classe di ferro di A. Nicolaj, accanto a Gianni Santuccio) poste al servizio di una vera e propria maschera che si inserisce nella migliore tradizione dello spettacolo popolare.
G. Fofi, Il cinema italiano: servi e padroni, Milano 1971, passim.
F. Faldini, G. Fofi, L'avventurosa storia del cinema italiano, 2° vol., Milano 1981, passim.
G.P. Brunetta, Storia del cinema italiano, Roma 1982, 1998², pp. 418-19.
A. Castellano, Vita e spettacolo di Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, Napoli 1982.