CICLONE (fr. e ingl. cyclone; sp. ciclón; ted. Zyklone)
Sistema di isobare chiuse intorno a un punto di minima pressione. Le isobare hanno, generalmente, forma irregolare che soltanto in una rappresentazione schematica può ridursi circolare o ellittica. Alla distribuzione ciclonica che si registra presso il suolo corrispondono distribuzioni analoghe negli strati d'aria sovrastanti; però l'intensità del ciclone si va attenuando col crescere dell'altezza fino a estinguersi a una certa quota (altezza del ciclone). Poiché l'aria è sollecitata a muoversi dai punti di pressione più elevata ai punti di pressione più bassa, il vento convergerebbe verso il centro del ciclone se la sua direzione non fosse modificata dall'azione deviatrice della rotazione terrestre. Questa fa ruotare la direzione del vento verso destra di chi guarda nella direzione del gradiente per un ciclone dell'emisfero boreale, verso sinistra per un ciclone dell'emisfero australe. Negli strati d'aria nei quali l'attrito è molto piccolo (sopra i 1000 m. dalla superficie terrestre) l'azione deviatrice è tale che l'aria si muove parallelamente alle isobare; presso il suolo l'attrito attenua tale azione, in modo che il vento conserva una componente diretta verso le regioni di minore pressione (fig. 1).
È importante stabilire una distinzione tra cicloni tropicali e cicloni extratropicali. I primi, che si formano nella zona terrestre compresa fra i due tropici, sono molto più intensi dei secondi, cioè nel loro centro la pressione scende molto più in basso rispetto al valore normale (nei cicloni tropicali una pressione inferiore a 700 mm. non è infrequente, mentre in nessuno dei cicloni extratropicali finora registrati fu raggiunta una pressione tanto bassa); i primi occupano un'area molto minore di quella dei secondi: le loro isobare sono quindi molto vicine fra di loro, molto intenso è il gradiente e perciò provocano venti di straordinaria violenza.
Si formano di preferenza nelle stagioni d'inversione dei monsoni, si spostano rapidamente descrivendo traiettorie curvilinee (generalmente archi di parabole con le convessità verso occidente) e sono di breve durata, a meno che non entrino nelle zone temperate, dove diminuiscono d'intensità e aumentano di superficie, trasformandosi in cicloni extratropicali. Questi, pur essendo molto meno intensi dei primi, hanno una grande importanza, perché sono tanto frequenti da poter essere osservati quotidianamente sopra le carte isobariche comprendenti una parte abbastanza vasta della superficie terrestre. A essi e agli anticicloni sono legate le vicende meteorologiche delle nostre regioni.
I fenomeni che accompagnano i cicloni nelle nostre regioni sono quelli che definiscono il cattivo tempo, e sono dovuti principalmente al fatto che l'aria intorno a essi è dotata di moto ascendente e che il raffreddamento adiabatico che accompagna tale movimento provoca la condensazione del vapore acqueo con la formazione di nubi e di precipitazioni. Queste ultime non sono però distribuite uniformemente intorno al ciclone, ma lungo determinate zone che sono ombreggiate nella fig. 2 (nella figura non sono tracciate le isobare), la quale rappresenta schematicamente la costituzione del ciclone presso il suolo secondo i risultati degli studî più recenti. La linea punteggiata (chiamata fronte polare) segna il confine tra correnti d'aria calda (rappresentate da frecce doppie) e correnti d'aria fredda (rappresentate da frecce semplici). Il centro del ciclone è al vertice del settore limitato dal fronte polare. È facile vedere qual è la successione di fenomeni che incontra chi attraversa il ciclone da oriente a occidente lungo una linea che si trovi a S. del centro. A grande distanza dal fronte polare dominano i venti meridionali; il cielo si va coprendo di nubi dapprima alte, poi, man mano che la distanza diminuisce, di nubi medie e infine di nubi basse. Con queste comincia la pioggia che persiste lungo una vasta zona. In seguito si attraversa la parte orientale del fronte polare (fronte caldo) e si entra nel settore caldo dove il vento spira da SO; il velo di nubi si rompe qua e là, le piogge diventano rare. Infine si raggiunge la parte occidentale del fronte polare (fronte freddo): qui si nota un improvviso abbassamento di temperatura accompagnato da vento forte di NO., e spesso da temporali. A non grande distanza dal fronte freddo il tempo ritorna buono. Poiché i cicloni si spostano generalmente da O. verso E., tale è pure la successione dei fenomeni per un osservatore che si trovi in una località attraversata dal ciclone. Esistono anche cicloni, detti stazionarî, che restano vincolati alla regione nella quale si formano; essi presentano, di regola, piccola intensità e grande estensione arrivando a coprire parte notevole d'un continente o d'un oceano (per esempio, il grande ciclone che si forma, in estate, nell'Asia di NE).