-cie / -gie [prontuario]
I nessi -cie e -gie in posizione finale di parola occorrono, nella maggior parte dei casi, nelle forme plurali dei nomi in -cia e -gia (in parole come superficie o effigie questi nessi sono però singolari). La i del nesso, quando è tonica, va sempre scritta perché ha valore fonetico: farmacia [farmaˈʧia], farmacie [farmaˈʧie]; allergia [alːerˈʤia], allergie [alːerˈʤie]; quando è atona pone invece dubbi ortografici. Infatti, diversamente dalle forme singolari, in cui la i è un segno diacritico necessario per segnalare il valore palatale di ‹c› e ‹g› davanti alla vocale velare a (camicia [kaˈmiʧa] e non *camica [kaˈmika]; valigia [vaˈliʤa] e non *valiga [vaˈliga]), nelle forme plurali sarebbe sufficiente la sola ‹e› per segnalare il valore palatale di ‹c› e ‹g›, dato che la pronuncia di camicie [kaˈmiʧe] è identica a quella di camice [kaˈmiʧe], così come la pronuncia di valigie [vaˈliʤe] è identica a quella di valige [vaˈliʤe].
La norma oggi generalmente seguita nella grafia dei plurali dei nomi in -cia e -gia con i atona è la seguente:
(a) mantengono la i i plurali dei nomi i cui nessi -cia e -gia sono preceduti da vocale: camicia → camicie; valigia → valigie;
(b) perdono invece la i i plurali dei nomi i cui nessi -cia e -gia sono preceduti da consonante (provincia → province, quercia → querce, frangia → frange), oppure dei nomi in cui i grafemi ‹c, g› dei nessi -cia e -gia concorrono alla resa grafica di un suono intenso (goccia → gocce, spiaggia → spiagge, fascia [ˈfaʃːa] → fasce [ˈfaʃːe]).
In altre parole, quando sono flessi al plurale, i nomi i cui nessi -cia e -gia sono preceduti da sillaba aperta mantengono inalterata la radice in -ci / -gi, mentre quelli preceduti da sillaba chiusa modificano la radice, graficamente ma non anche foneticamente, in -c / -g.
Tuttavia sono largamente diffuse e ormai considerate accettabili anche le forme camice e valige, segnalate dai dizionari come corrette e alternative a quelle del tipo camicie e valigie. Sarebbe comunque opportuno evitare l’insorgenza di possibili e ambigui casi di omografia, ad es.: le camice confezionate dalle sarte (preferibile: le camicie) / il camice indossato dal dottore. È poi abbastanza diffusa la grafia provincie, esemplata sul latino provincie, in cui però la i aveva valore fonetico.
Si considerino infine i nomi, derivati dalla quinta declinazione latina, specie < specie(m) (con fattispecie, ispecie e sottospecie, invariabile al plurale), superficie < superficie(m), effigie < effigie(m), ed il più raro macie < macie(m): in questi nomi ha prevalso la conservazione della i etimologica e solamente per superficie ed effigie i dizionari registrano come possibili le forme superfice ed effige, comunque rare perché ancora avvertite come devianti dalla ➔ norma linguistica.