Cie
s. m. inv. Acronimo di Centro di identificazione ed espulsione.
• [tit.] Trapani, Cie «tabù» per i cronisti ma teatro di continue fughe tra proteste e condizioni estreme [testo] […] Le luci accecanti restituiscono alla vista una struttura dove la sicurezza sembra essere l’unica priorità. È il Cie di Milo che prende il nome dalla contrada dove è stato realizzato, a fianco di un grande terreno coltivato e dell’unico Circolo privato di tennis della città. (Mariza d’Anna, Sicilia, 23 gennaio 2014, p. 5, I Fatti) • La norma che ha introdotto il reato di immigrazione clandestina è stata una delle più contestate dell’ultimo decennio. Introdotta nel 2009 con la legge Bossi-Fini, ha animato lo scontro ben oltre i confini del politically correct. Chiunque avesse messo piede in Italia senza averne diritto andava espulso, immediatamente o tramite un breve soggiorno nei Cie, i centri di identificazione ed espulsione. (Matteo Basile, Giornale, 10 agosto 2015, p. 4, Il Fatto) • La circolare di [Franco] Gabrielli impone «retate» per il rintraccio degli irregolari in tutte le zone dove gli stranieri sono diventati manovalanza della criminalità o comunque svolgono lavori «in nero». E l’immediato trasferimento nei Cie. Sono dieci i Centri di identificazione ed espulsione sparsi sul territorio e hanno una capienza di 1.600 posti, ma in realtà ce ne sono in funzione soltanto quattro con una disponibilità per appena 360 persone. (Fiorenza Sarzanini, Corriere della sera, 2 gennaio 2017, p. 9, Primo piano).
- Già attestato nel Corriere della sera del 14 giugno 2008, p. 19, Cronache (Mariolina Iossa).
> centro di identificazione ed espulsione.