CIELO d'Alcamo
Gli è attribuito, ma solo per testimonianza di un dotto del Cinquecento (A. Colocci), il contrasto Rosa fresca aulentissima (metà circa del sec. XIII). Questo dialogo amoroso che corre serrato, vivace, intelligente, fra l'amante che incalza sfacciato e la donna che resiste solo per farsi più desiderare, e da ultimo cede, è opera d'un poeta colto, forse del Mezzogiorno continentale, che pur avendo familiari le composizioni francesi e provenzali, si muove liberamente, guidato da uno spirito realistico e da un vivo senso d'arte, si che ne vien fuori una poesia originale, di gusto popolaresco, pur con le sue frequenti chiazzature auliche e cortesi. Per errore di lettura fu lungamente chiamato Ciullo; e alcuni anziché d'Alcamo preferiscono dal Camo.
Bibl.: A. D'Ancona, Il Contrasto di Cielo dal Camo, in Studi sulla letteratura italiana dei primi secoli, Ancona 1884; A. Jeanroy, Les origines de la poésie lyrique en France, Parigi 1889, p. 247; G. A. Cesareo, Le origini della poesia lirica, 2ª ed., Palermo 1924, p. 370; F. D'Ovidio, Il contrasto di Cielo Dalcamo, in Versif. italiana e arte poetica medioevale, Milano 1910, p. 689; V. De Bartholomaeis, Le origini della poesia dramm. ital., Bologna 1924, pp. 53-69.