cima
. Compare solo in poesia, con 25 occorrenze, di cui 2 nelle Rime, le altre nella Commedia.
Col valore di " sommità di una pianta " in diversi esempi, con uso proprio e metaforico: in Pd XIII 135 si ha il prun che rigido e feroce nell'inverno porta poi la rosa in su la cima; cfr. anche XVII 134, XVIII 29, XXVI 85, Pg XXVIII 14. In Pg XXXIII 66 si tratta dell'albero del Paradiso terrestre, pianta travolta ne la cima, giacché si dilata, anziché restringersi, verso la cima. In If XIII 44 la cima è l'estremità del ramo che D. ha strappato all'albero di Pier della Vigna. Così in Rime CIII 17: la donna de la... mente tien la cima, come un fiore tiene la c. di una pianta: come fior di fronda (v. 16). Controversa è l'interpretazione di Pg XI 92 Oh vana gloria de l'umane posse! / com' poco verde in su la cima dura...! Secondo alcuni commentatori il passo va parafrasato così: " o come dura poco la gloria delli uomini del mondo in sua vigorosità e in altezza " (Buti; e c. sarebbe usato in senso traslato, anche se ancora legato al senso proprio), ma altri intendono c. come " ramo " (la gloria è come una foglia che si distacca dal ramo); altri ancora spiegano: " quanto poco la gloria dura verde sulla cima di un ramo ".
Vale " sommità di un'altura ", in If XII 7, Pg XXVII 78, Pd XXII 38; di un ronchione, cioè di una roccia, in If XXIV 27; di una torre, in If VIII 3, IX 36, Pg V 15. In Pd XIV 109 indica la sommità della croce che si muove di corno in corno e tra la cima e 'l basso.
In tre casi il sostantivo si riferisce a una fiamma, sia quella delle anime dei consiglieri fraudolenti (If XXVI 88, XXVII 5) o dei beati di Pd XXIII 125, ove l'Oxoniense legge addirittura fiamma (e cfr. Petrocchi, Introduzione 241). In Pg XV 13 (la cima / de le mie ciglia) siamo sul limite della metafora.
Nel campo della metafora si entra con espressioni come [le sostanze] furon cima / nel mondo, ossia " occuparono un posto preminente nell'ambito del creato " (Pd XXIX 32), o cima di giudicio non s'avvalla, " l'altezza, l'imperscrutabile perfezione di una decisione " non viene meno (Pg VI 37). Più ardita ancora l'espressione di Pg XIX 102 Intra Sїestri e Chiaveri s'adima / una fiumana bella, e del suo nome / lo titol del mio sangue fa sua cima, che è spiegata così: il nome del torrente " forma il pregio... cioè il titolo nobiliare, della famiglia " (Fallani; cfr. il Buti: " fa sua altezza; imperò che fino a quel grado d'altezza montorno "). Infine, in Rime LXXXVI 1 Due donne in cima de la mente mia / venute sono, la locuzione avverbiale ‛ in c. ' vale " al culmine dei miei pensieri " (e cfr. Rime CIII 17); " l'immagine, tipicamente dantesca, muove da una comparazione compendiata che ha tutti i suoi termini in Così nel mio parlar, vv. 16-17 " (Contini).