CIMITERO (lat. coemeterium, dal gr. κοιμητήριον "luogo di riposo"; fr. cimetière; sp. cementerio; ted. Friedhof; ingl. cemetery)
Luogo consacrato alla sepoltura dei cadaveri, sia per inumazione, sia per tumulazione. Il trattamento delle salme non può essere considerato con gli stessi criterî che regolano la polizia sanitaria dei molteplici residui organici della vita, ma poiché si tratta in realtà di materiali putrescibili e spesso contenenti germi patogeni, s'impone per essi una disciplina igienica, in modo che la difesa dei viventi si contemperi col rispetto dovuto ai corpi dei nostri simili.
Gli antichi legislatori vollero le sepolture fuori delle città. Nel mondo greco e romano, per le tombe di regola allineate lungo le vie suburbane la denominazione di cimitero e anche di necropoli (v.) sarebbe impropria. La parola cimitero contiene un significato simbolico che è spiegato da quegli stessi scrittori cristiani che la mettono in uso. Questa parola, usata in principio su iscrizioni paleocristiane anche per indicare una sola tomba, passa ben presto al significato esclusivo di un aggruppamento di sepolture. I più antichi agglomerati sepolcrali cristiani sono quelli custoditi nelle gallerie sotterranee, dette catacombe (v.), o nelle areae apposite sopraterra. S'indicarono talora col nome di coemeteria anche le basilĭche e i luoghi di culto costruiti al di sopra delle catacombe, forse anche perché quanto più col tempo l'uso di seppellire nelle catacombe veniva meno, tanto più acquistavano importanza i cimiteri a cielo scoperto, collocati preferibilmente, in Roma e altrove, al di sopra di quelle. Sempre per far riposare i morti presso le reliquie dei martiri, ben presto si seppellì nelle chiese, consacrate dalla presenza di quelle reliquie.
Accadde anche che, per l'estendersi degli aggregati urbani, molti cimiteri venissero inclusi nell'abitato senza possibilità d'ampliamento e i cadaveri s'accumulassero in fosse comuni. Con l'andar del tempo si fece sempre più comune l'abitudine di seppellire nell'interno delle chiese, non solo gli ecclesiastici e i personaggi cospicui defunti, ma anche numerose altre salme e spesso, non già in tumuli individuali, ma in grandi tombe collettive poste sotto il pavimento.
Durante il sec. XVIII si comincia a colpire quest'usanza con severi provvedimenti legislativi. Un decreto del parlamento di Parigi del 20 maggio 1765 ordinava infatti il trasferimento dei cimiteri fuori della cerchia urbana. Un decreto analogo è del parlamento di Tolosa nel 1774 e la dichiarazione regia 10 marzo 1776 tentava di generalizzare siffatte prescrizioni limitando a pochi casi il privilegio delle sepolture nelle chiese e favorendo la formazione di cimiteri suburbani. Disposizioni analoghe s'ebbero in Italia nell'anno successivo (Piemonte), e in Prussia nel 1801. Non si deve tuttavia tacere che dovunque l'applicazione ne fu tarda per difficoltà pratiche e per resistenze molteplici. Sulla legislazione italiana in materia v. oltre.
È fuor di dubbio che i cimiteri possono costituire un fomite di insalubrità se non ubbidiscono ad alcuni principî igienici, dei quali l'intelligenza è facile quando si tenga presente che i fenomeni cui vanno incontro i tessuti morti, sono di natura biologica (soprattutto, ma non soltanto, microbica) e, per successive fasi e con varia rapidità, mettono capo alla nitrificazione, o mineralizzazione delle parti organiche. Durante questo processo, che è prima di colliquazione putrida, poi d'ossidazione, si determina una solubilizzazione di materiali e una produzione di gas. I primi impregnano il terreno immediatamente circostante e possono essere trasportati dalle falde acquee che vengano per avventura a contatto del cadavere e del terreno inquinato, e, con esse, possono essere trasportati microrganismi eventualmente patogeni. I gas tendono a diffondersi nell'atmosfera e vi si diffondono quando non incontrino ostacoli. Le possibili insidie alla salute derivanti dai cimiteri sono comprese entro questi due termini, dei quali quello dipendente dai gas putridi, se può dar luogo a emanazioni moleste, forse anche nocive, comunque intollerabili anche per la loro origine, è tuttavia incapace di diffondere malattie da infezione.
La tumulazione individuale, racchiudendo il cadavere in una cavità praticamente non permeabile ai liquidi e ai gas, ovvia a entrambe le possibilità di danno. Ma essa ha ben altri inconvenienti e in particolare il ritardo notevole dello svolgersi dei processi di trasformazione, cosicché, ove non fosse, come è d'ordinario, limitata a pochi casi, porterebbe alla necessità di aree cimiteriali amplissime per l'impossibilità d'un conveniente avvicendamento (o rotazione) delle salme. D'altra parte i pericoli dell'inumazione, che consente la più rapida distruzione delle parti molli per l'affluire dell'ossigeno e per l'azione stessa del terreno, si possono ridurre al minimo quando si ottemperi a certe condizioni, di cui alcune riguardano l'ubicazione, altre il funzionamento del cimitero. Tra le prime bisogna soprattutto considerare la natura del terreno.
Sono da scartare i terreni rocciosi, oltre che per le difficoltà tecniche, perché tendono a riprodurre le condizioni e gl'inconvenienti della tumulazione; i terreni incoerenti a grossa sabbia o ciottoli per l'eccessiva porosità, e in particolare i terreni argillosi praticamente impermeabili quando l'acqua li rigonfia. Gli strati sovrastanti alle sepolture devono essere dotati d'una media permeabilità, perché consentano un sufficiente accesso all'aria, non portino tutte le acque piovane a immediato contatto delle sepolture e oppongano una certa barriera alla fuoriuscita dei gas putridi. Sono quindi da preferirsi i terreni sciolti; di trasporto aereati e relativamente asciutti, calcarei o silicei.
A livello delle salme trovano indicazione gli stessi terreni e quelli in generale che si prestano all'assorbimento dei gas e liquidi di decomposizione, trattenendoli alquanto per le ulteriori trasformazioni. Al di sotto dello strato di posa e decomposizione dei cadaveri, in mancanza d'uno strato impermeabile, occorre che la stessa condizione geologica sopraindicata, cioè quella di una media permeabilità, continui per un certo spessore prima di giungere alla falda acquea. In pratica, disponendo di un terreno di tal natura, una profondità del piano delle inumazioni di circa due metri dalla superficie è sufficiente a realizzare le condizioni desiderate, compreso l'assorbimento dei gas che tendono a diffondersi verso l'alto. Inoltre i processi biochimici vengono per tal modo a compiersi in una zona che è già alquanto sottratta alle variazioni termiche esterne e si svolgono perciò con più uniforme ritmo, senza eccessive accelerazioni estive e senza arresti invernali, come potrebbe avvenire nei nostri climi.
Quanto al livello della falda acquea, l'essenziale è che, non solo nelle sue oscillazioni non raggiunga il piano delle inumazioni, ma si mantenga al di sotto, per un'altezza di uno o almeno di mezzo metro. Si hanno in questa materia indagini molteplici, concordi tutte nel concludere che nel terreno dei cimiteri il numero dei germi non differisce molto da quello dei terreni ordinarî e che le acque necropolitane sono di regola esenti da caratteri chimici e batteriologici peculiari, quali la loro sede potrebbe far sospettare. Conviene tuttavia non escludere che in condizioni topografiche meno buone si possano avere risultati diversi. D'altra parte, se anche nessun'epidemia partente da cimiteri sia effettivamente dimostrata, deve pur tenersi in qualche conto la persistenza, non sempre effimera, dei germi patogeni (anche non sporigeni) nel terreno umido e ricco di sostanze organiche, e perciò nell'immediata vicinanza delle salme.
Oltre alla scelta d'un terreno che per sua natura e per i rapporti con la falda acquea corrisponda alle condizioni volute, sarà in ogni caso da osservare un'opportuna distanza dagli aggruppamenti urbani e anche dalle abitazioni isolate, costituendo altresì intorno al cimitero una corrispondente zona di rispetto che impedisca future costruzioni. Sarà da preferire un'area soleggiata, ben ventilata, dove la vegetazione arborea possa avere largo sviluppo, e che non sia soggetta a frane e inondazioni. A parità di altre condizioni si farà cadere la scelta su località situate a valle dell'abitato e inferiori a questo, anche rispetto alla direzione dominante dei venti.
Il funzionamento dei cimiteri è in dipendenza della durata delle trasformazioni cadaveriche, lo svolgersi delle quali, per i corpi degli adulti (per i bambini si richiede assai minor tempo), può ritenersi completa, giunta cioè alla totale distruzione delle parti molli, dopo sei o sette anni dall'inumazione.
Si suppone che le salme siano rivestite degli abiti, ma non di tessuti impermeabili, e racchiuse in casse di legno dolce. Si suppone altresì che le condizioni del terreno si avvicinino a quelle già indicate, ché, altrimenti, il processo di decomposizione sarebbe suscettibile di un sensibile rallentamento e potrebbero anche aversi forme anormali di trasformazione cadaverica quali la mummificazione e la saponificazione. La mummificazione è una sorte di prosciugamento del cadavere, che si conserva di regola ben riconoscibile, ma rigido e molto leggiero, non solo per la perdita d'acqua, ma anche per una distruzione non putrida della sostanza organica, dovuta, a quanto sembra, a Ifomiceti. Si ha nei terreni eccessivamente secchi, aereati e ricchi di materiali igroscopici. La saponificazione trasforma le salme in una massa bianca o bianco-grigiastra, untuosa, friabile, che indurisce all'aria (v. adipocera); fu di frequente riscontrata dove l'inumazione è fatta in terreni impermeabili, comunque con scarso accesso d'ossigeno e di preferenza in fosse invase dalle acque.
Tornando alle forme ordinarie della trasformazione cadaverica, conviene ricordare che sulla sua durata normale si fonda la pratica dell'avvicendamento o rotazione delle sepolture per inumazione, pratica per la quale, trascorso un periodo che di solito è stabilito in non meno di 10 anni, si apre la fossa, se ne toglie il contenuto di ossa e si passa all'ossario, restando il terreno adibito a nuove inumazioni.
Legislazione. - Quanto si è esposto giustifica la necessità di una rigorosa disciplina giuridica dei cimiteri (per le disposizioni legislative relative all'accertamento e denunzia della morte, nonché all'autopsia, v. morte; autopsia).
La materia è regolata in Italia dagli articoli 385-397 cod. civ., relativi agli atti di stato civile, e propriamente, agli atti di morte; dagli articoli 195 e 198 del testo unico delle leggi sanitarie (approv. con r. decr. 1° agosto 907, n. 636), che, salvo alcune modifiche, riproducono gli articoli dal 56 al 59 della legge sanitaria 22 dicembre 1888, n. 5849, promossa dal Crispi; dal regolamento di polizia mortuaria, approvato con r. decr. 25 luglio 1892, n. 448; dagli articoli 77, 82 alinea 4°, e 83 alinea 7°, del decreto legislativo 30 dicembre 1923, n. 2889, che modificano alcune precedenti norme circa il trasporto dei cadaveri da una provincia all'altra, e circa i ricorsi contro taluni provvedimenti prefettizî.
L'art. 195 del citato testo unico sanitario impone ai comuni di creare a proprie spese un cimitero (o, se è necessario, più cimiteri); pertanto. salvo casi specialissimi, la conservazione dei cadaveri o delle ceneri non può aver luogo che nel detto cimitero pubblico. Già prima del 1865, negli antichi stati italiani vigevano norme analoghe; l'obbligo è stato più recisamente affermato nelle leggi sanitarie del '65 e dell' '88, e, infine, in quella vigente del 1907. Sono obbligatorie per i comuni le spese per l'impianto del cimitero, per l'eventuale ampliamento, per la recinzione e conservazione a norma delle disposizioni sanitarie, per il relativo personale, come pure per il trasporto dei poveri e per i relativi feretri, ecc. (articolo 198 del testo unico della legge comunale e provinciale, 4 febbraio 1915, n. 148). Peraltro, molto spesso alle spese di impianto e ampliamento dei cimiteri concorre lo stato con mutui a tasso di favore, a norma di leggi speciali. Parecchi piccoli comuni possono provvedere con un solo cimitero consorziale, purché siano contermini (art. 92 regol. polizia mortuaria; art. 10 segg. r. decr. 30 dicembre 1923, n. 2889). Anche nelle frazioni molto lontane dai capoluoghi si deve istituire uno speciale cimitero (art. 91 regol. predetto).
I cimiteri debbono corrispondere a requisiti tecnici rigorosamente fissati, nell'interesse della pubblica igiene. Essi debbono, di regola, distare di almeno 200 metri da case di abitazione, opifici ecc.; le fabbriche che contrastino a tale disposizione non possono essere ampliate (art. 113 seg. regol. polizia mortuaria). L'area del cimitero, destinata a inumazioni comuni (non computando, cioè, quella destinata a sepolcreti familiari, viali ecc.), deve essere almeno dieci volte superiore allo spazio che è necessario alle inumazioni di un anno; giacché solo dopo dieci anni è lecito scavare il terreno, accentrare le ossa nell'ossario, e destinare lo stesso terreno a nuovi seppellimenti (art. 78 segg. regol. polizia mortuaria). Inoltre l'area destinata a cimitero, o ai suoi ingrandimenti, dev'essere priva di acque, facilmente scassabile sino a 2 metri di profondità, priva di roccia, possibilmente a valle degli abitati, ecc. (articoli 120, 121 regol. citato); la scelta pertanto è sottoposta ad approvazione del prefetto (articoli 95, 96). Il cimitero dev'essere recinto da un muro alto almeno m. 2,50. Nel cimitero possono essere ceduti a privati, dietro corrispettivo o gratuitamente, con concessione temporanea o perpetua, aree o loculi. Benché l'uso dell'area o del sepolcro sia sempre soggetto ai regolamenti e alla potestà municipale, pure il cessionario acquista un diritto pubblicistico, sui generis, che non può essere revocato a capriccio; tale diritto è trasmissibile agli eredi del cessionario. Nel caso di soppressione del cimitero e apertura di altro nuovo, il comune ha obbligo di dare ai concessionari altra corrispondente area, ma non è a suo carico la spesa della ricostruzione del loculo o monumento (articoli 102, 104 regol.).
Circa la polizia dei cimiteri (consegna dei cadaveri, registri dei defunti, ordine e modalità delle inumazioni ed esumazioni, vigilanza, ecc.), si vedano gli articoli 49 segg., 54 segg., e specialmente 88 segg. del regol. citato; e, circa i cadaveri che vi debbono essere sepolti, l'art. 94.
La cremazione o abbruciamento dei cadaveri è consentita, ma solo entro il cimitero, e previa speciale autorizzazione dell'ufficiale di stato civile. In casi speciali (epidemia) essa può essere ordinata anche di autorità. Le urne contenenti le ceneri possono essere conservate in chiese o pubblici istituti, non presso famiglie private (art. 65 segg. regol. polizia mortuaria.
Eccezioni al divieto di seppellimento fuori dei cimiteri sono stabilite dall'art. 197 del testo unico sanitario in due casi: a) quello di speciali onoranze (erezione di appositi monumenti, tumulazione in chiese, ecc.), ma occorre l'autorizzazione del Ministero dell'interno; b) quello dei sepolcri o cappelle gentilizie, riservate cioè a famiglie singole, e quello dei cimiteri particolari, destinati ai membri di associazioni religiose, collettività di stranieri, e simili. Sia i sepolcri, sia i cimiteri particolari di cui alla precedente lettera b) sono sottoposti alle stesse norme e restrizioni che vigono per. i cimiteri pubblici (area di rispetto, garanzie sanitarie per quanto concerne la posizione e natura del terreno, o la specie della muratura, ecc.), e non possono, perciò, essere creati che previa autorizzazione del prefetto.
Bibl.: C. Vitta, Sanità pubblica, in V. E. Orlando, Primo trattato di diritto amministrativo, IV, ii, Milano 1901; S. Gianzana, Le leggi sulla sanità pubblica, Torino 1883; S. Lessona, Trattato di diritto sanitario, Torino 1914 segg.; C. Melograni, Codice sanitario, Milano 1921; O. Sechi, in Digesto italiano, Torino 1897, s. v.; V. Andreis, in Encicl. giuridica, Milano 1913, s. v.
Architettura. - La costruzione di un cimitero moderno è problema vasto e complesso per la difficoltà di poter soddisfare a tutte le molteplici esigenze odierne di igiene (v. sopra), di tradizioni religiose e di estetica.
Ubicazione. - Quando si tratta di grandi città la distanza minima del cimitero dai centri abitati tende a sorpassare notevolmente il limite minimo (fissato in metri 200). Data la necessità di non allontanare eccessivamente i cimiteri dal rispettivo centro abitato, per comodità di comunicazione fra metropoli e necropoli, sarà assai spesso giocoforza sacrificare talune delle condizioni desiderate, pur di ottenere il rispetto di altre condizioni indispensabili, come ad esempio quella riguardante la natura del terreno.
Area. - In Italia, essendo prescritto che una fossa non debba essere riescavata se non trascorso un periodo di dieci anni, l'area minima per sepolture comuni, mediamente di mq. 2,80 circa, deve essere dieci volte quella occorrente per seppellire il numero dei morti fornito dalla media annuale, più una superficie non minore di 1/6 dell'area totale così calcolata, per i casi di eccezionale mortalità, dipendenti da epidemie. A tale area devono essere aggiunte quelle per le strade, per i locali di servizio, per portici, colombarî, ossario e cappella. I cimiteri devono poi disporre di aree anche per sepolture private in edicole e simili, occupanti ciascuna in media circa mq. 5,50-6 e il cui numero si calcolerà in base alla maggiore o minore agiatezza della popolazione del luogo.
Infine devono aggiungersi le aree per i compartimenti speciali: acattolico, israelitico e contagiosi, annessi al cimitero, ma in luogo distinto e con ingressi proprî dall'esterno. L'area di ciascuno di tali compartimenti, si calcolerà in base al numero di abitanti di religione diversa dalla cattolica con gli stessi criterî nei riguardi della mortalità, e in base alla mortalità dovuta a contagi. Circa l'area del compartimento per il crematorio, essa s'include in quella degli edifici, giacché di solito i cinerarî fanno parte del crematorio e se vi è area scoperta, essa è sempre relativamente piccola.
Il seguen. te esempio dà un'idea dell'area praticamente occorrente per un cimitero di un centro di 100.000 abitanti, ove siano soddisfatte tutte le esigenze del regolamento vigente.
Ammessa la mortalità annua del 28‰ avremo:
La fig. 1 può servire come esempio della disposizione planimetrica di un piccolo cimitero.
Diverse specie di sepolture. - Le fosse dette comuni sono accostate l'una all'altra e disposte in fila, formando col loro complesso i campi detti comuni e che si distinguono in campi per adulti e campi per bambini al disotto di sette anni. Le fosse dei primi occupano un'area minima di mq. 3,36 circa per ciascuno, compreso lo spazio di separazione, circondante la fossa; quelle dei campi per bambini occupano uno spazio di mq. 2 compreso detto spazio di separazione che è di cm. 50. Si stabilisce la grandezza dei campi in base al criterio che il 46% dei cadaveri siano di bambini.
Le fosse per sepolture private sono individuali e su di esse è permesso di erigere un monumento. La tumulazione sia individuale, sia di famiglia, si fa tanto in cripte sotterranee, quanto in loculi sopratterra e in tombe private o in colombarî, di cui si acquista la proprietà temporanea o perpetua. Le prime sono di solito sottostanti a edicole funerarie, nelle cui parti sopratterra sono pure assai spesso disposti dei loculi. Invece dell'edicola si pone alcune volte sulle tombe un monumento scultoreo atto a permettere la disposizione dei feretri nella cripta sotterranea.
I colombarî (fig. 2) da acquistare, si dispongono o sopra terra nei muri o portici che circondano l'area cimiteriale, oppure in sotterranei (fig. 3), e sono individuali oppure a gruppi di vario numero, così da servire da sepolture di famiglia.
Le relative lapidi o monunenti commemorativi si collocano nel portico, o contro le mura superiori; i loculi sono generalmente a file sovrapposte e hanno le dimensioni di circa m. 2,15 × 0,78 × 0,53. I feretri vi si dispongono di punta o in lunghezza. Ai sotterranei, bene ventilati e illuminati, si deve accedere con comode scale.
Edifici. - Ve ne sono di prescritti dai regolamenti e di facoltativi. A delimitare i cimiteri servono i muri di cinta, che generalmente hanno aspetto caratteristico. A essi si collegano grandiosi edifici d'ingresso come quelli dei cimiteri di Messina, di Milano, di Padova.
L'altezza del muro di cinta si tiene ordinariamente di m. 3-6; per necessità costruttive e decorative si alterna alla parete liscia del muro qualche pilastro a cui si dànno le dimensioni di cm. 38 × 38 a 50 × 50; al perimetro di detta cinta si dà preferibilmente la forma quadrata perché, a parità di area inclusa, lo sviluppo risulta minore di quello di altre forme.
L'ossario è l'edificio in cui si raccolgono le ossa che si rinvengono nelle fosse, dopo trascorso il periodo decennale, o altro periodo regolamentare. Di regola gli ossarî vengono costruiti con la parte fuori terra caratterizzata da un edificio speciale che molto spesso è la cappella per le funzioni religiose. L'ossario si distingue in comune o privato, secondoché vi sono raccolte insieme le ossa tolte alle fosse comuni, oppure in celle individuali, di cui si acquista la proprietà. Un esempio notevole di ossario è dato da quello del Cimitero monumentale di Milano, innalzato nel mezzo di quella necropoli. Nella parte inferiore si trova un vasto sotterraneo, in forma di cripta, nella quale sono disposte 30.000 cellette per raccogliere le ossa. La parte superiore dell'edificio è destinata a cappella, e vi si celebrano gli uffici religiosi nel giorno dei morti.
Se il cimitero serve un comune di oltre 5000 abitanti, l'abitazione del custode deve essere annessa allo stesso cimitero; al fabbricato che contiene l'abitazione si annette pure una camera mortuaria per tenervi le salme in osservazione per un certo periodo di tempo e talora vi si annette anche una stanza per le autopsie. La cella mortuaria è bene si trovi in vicinanza della stanza del custode, perché riesca più facile la vigilanza e più facilmente applicabili i sistemi di avviso dei possibili segni di vita delle salme in osservazione.
Gli edifici per l'amministrazione, che naturalmente si trovano soltanto nei grandi cimiteri, comprendono oltre i tre locali descritti, tutti quelli occorrenti agli uffici, all'abitazione del direttore, alle abitazioni del cappellano, delle guardie e degli affossatori.
In tutti i cimiteri cattolici, e anche nei compartimenti relativi agli acattolici ed agl'israeliti, vi è sempre una cappella destinata agli uffici religiosi per defunti; sovente la stessa cappella serve anche di chiesa per le pubbliche funzioni nei giorni dei morti, e talvolta essa è invece posta in località appartata del cimitero.
Con l'importanza del cimitero, e secondo usanze locali, variano ubicazione e spazî da destinarsi alle latrine, ai vivai, alle serre e ai giardini; non si possono quindi dare al riguardo norme generali. Per le serre e i vivai, necessarî a coltivarvi i fiori che la pietà dei superstiti depone sulle tombe dei trapassati, si scelgono spesso località appartate e soleggiate; e per l'abbellimento dei viali si usa fiancheggiarli con piante di Thuja gigantea, di Sophora iaponica, di pioppo piramidale, di olmo americano, di Abies nigra, di cipresso, di tasso o di salice piangente.
Edifici speciali. - Le città che furono teatro d'importanti fatti d'arme, le città popolose o ricche, hanno spesso il relativo cimitero dotato di edifici particolari con nette caratteristiche architettoniche o monumentali, atte a illustrare martiri, statisti, scienziati, artisti e benefattori. Così in mezzo alla fronte d'ingresso del Cimitero monumentale di Milano si ammira l'elegante famedio innalzato appunto con lo scopo di accogliere e conservare le ceneri di uomini insigni. Il cimitero di Brescia eccelle per un elegante faro, che vi sorge nel mezzo.
Se il cimitero è posto a grande distanza dal centro abitato al quale deve servire, si ricorre alle stazioni funebri, o mortuarie, collegate con le necropoli per mezzo di ferrovie. Quando al cimitero venga annesso un tempio crematorio, questo sarà costruito in modo che la parte destinata al pubblico e alle cerimonie funebri, sia distinta tanto da quella destinata all'ara crematoria e ai relativi locali di servizio, quanto da quella destinata a colombario.
Fuori d'Italia, specie in Inghilterra e nell'America settentrionale, molti cimiteri sono sistemati a parco; così quelli di Cincinnati, di Philadelphia, di S. Francisco. Anche a Barcellona si è seguito lo stesso criterio, come a Roma (cimitero di Campo Verano), a Genova e a Chiavari. Per quanto la disposizione richieda molta area, si presta ad un'armonica composizione dell'assieme ed è specialmente adatta per cimiteri collocati in pendio.
Ordinamento generale dei cimiteri. - Se prevale la parte architettonica, l'ordinamento ha carattere monumentale; la planimetria ha pure un indirizzo architettonico e cioè di simmetria e di equilibrio delle singole parti. Se prevale l'ordinamento a campo o a parco. allora il carattere generale è più vario, l'estensione è maggiore e possono essere ottenuti effetti suggestivi con la ragionata varietà delle costruzioni e della vegetazione. In molti casi i due tipi sono combinati insieme o dall'inizio della costruzione o in seguito a successivi ampliamenti.
Un esempio del genere è dato dal cimitero di Campo Verano a S. Lorenzo fuori le mura a Roma (fig. 4). Consacrato nel 1834, fu accresciuto sotto Pio IX del grande quadriportico detto la Certosa, e della Cappella. In seguito vi si fecero poi aggiunte e miglioramenti. Pervenendovi dal centro di Roma, si trova un campo con edicole funerarie private, diviso da un'ampia strada che conduce alla Certosa. I porticati di questa racchiudono il vastissimo campo destinato alle sepolture private di famiglia caratterizzate da notevoli e artistici monumenti. Nel mezzo della Certosa sorge la statua colossale del Cristo Risorto mentre sul fondo s'innalza la cappella. Al di là del quadriportico si aprono campi vastissimi, cosparsi di croci e disseminati di cipressi, fiancheggiati da dossi arricchiti di piccoli monumenti, il cui assieme è di effetto assai pittoresco. A sinistra del campo si eleva il Pincetto al quale si accede ascendendo una lunga scala e una dolce rampa. Nei fianchi del suo pendio sono ricavati i colombarî dei sepolcreti di famiglia. Sull'altipiano è poi un'altra immensa distesa, tutta cosparsa di cappelle, di edicole, di cippi e di colonne. Oltre questo cimitero, Roma ne ha uno evangelico situato presso la piramide di Caio Cestio, e ne aveva uno israelitico collocato alle falde dell'Aventino, ora trasferito al verano.
All'estero, come si è già detto, vengono adottati i cimiteri a parco costruiti senza piano determinato, e sono belli e rinomati sia per la loro situazione, sia per i molti monumenti contenutivi e dedicati alle persone celebri ivi sepolte, come in quello del Père Lachaise a Parigi. I cimiteri a parco presentano spesso l'inconveniente di non permettere la facile ricognizione di una determinata tomba. Si deve perciò provvedere a bene individuare i varî appezzamenti compresi tra i viali. Chiara deve anche essere la divisione fra le fosse comuni e le sepolture private di qualunque genere, il che si ottiene assai più facilmente nei cimiteri monumentali, che non in quelli a parco, ma senza però ricorrere a mezzi troppo appariscenti, che possono in certo modo ferire la suscettibilità dei devoti. In molti cimiteri, specialmente di piccoli centri, per economia di spese si addossa alla cinta un portico per le sepolture private.
Meritano speciale menzione i grandiosi cimiteri di Milano e di Genova. Notevoli sono pure quelli di Torino, di Brescia, di Chiavari, di Alessandria, di Padova, di Napoli e di Bologna.
Dal 1866 Milano, che prima aveva cinque cimiteri, ha aperto il suo grande Cimitero monumentale, esteso su mq. 124.000 dei quali 39.000 destinati alle tumulazioni ordinarie (fig. 5). Esso serve per le tumulazioni perpetue, mentre il cimitero di Musocco, a 5 km. dalla città, e collegato al primo con ferrovia, serve per quelle decennali. Il concetto dominante del Cimitero monumentale è quello di una facciata formata da due gallerie laterali al Famedio centrale, collegate da una galleria longitudinale, ripiegate due volte ad angolo retto e raccordate col muro che recinge il cimitero. La decorazione architettonica è costituita da un intreccio di temi lombardi e bizantini, che imprime al complesso una nota particolare di grandiosità euritmica. Nei porticati o gallerie sopraelevate trovano posto i monumenti eretti in memoria dei defunti sepolti nei colombarî sottostanti. Gli accessi ai campi aperti si aprono ai lati della cripta del Famedio, sotto a tre grandi arcate. In fondo si trova il tempio crematorio. Il campo mortuario è suddiviso da viali e contornato da una strada larga m. 10, lunga oltre due chilometri e mezzo e fiancheggiata da filari di Abies nigra; tutta la rete interna di strade, ordinata e simmetrica, serve a compartire regolarmente, per epoche, le sepolture, facilitarne l'accesso e il rinvenimento. Lo smaltimento delle acque pluviali viene effettuato mediante una rete di fognatura che viene praticata lungo i viali e che si scarica nel fossato perimetrale, comunicante con la fognatura della città.
La difesa perimetrale del cimitero è costituita da un fossato profondo e da una muraglia di sostegno del terrapieno del campo, la quale si eleva sopra uno zoccolo di pietra e mattoni. Lungo il ciglio, verso campagna, del fossato perimetrale, corre una strada di servizio larga m. 12 in corrispondenza del lato frontale, e larga m. 4 in corrispondenza degli altri lati.
Il cimitero di Genova, a Staglieno, consiste essenzialmente, nella parte inferiore, di un rettangolo chiuso, circondato da una corsia di arcate monumentali, ricoperte da vòlte e contenenti gli spazî necessarî a una doppia fila di monumenti artistici, sotto le arcate esteriori e dentro a grandi nicchie, corrispondenti alle arcate. La superficie del cimitero è di m. 155.000 circa così suddivisa: per fabbricati mq. 57.000 circa; per aree riservate ai cattolici mq. 20.000; per morti nei pubblici ospizî mq. 24.000 circa e per boschetto irregolare mq. 54.000 circa. Ai lati di nord-est e di nord-ovest, oltre alle arcate e contiguamente a esse, si estendono due corsie di colombarî, pure a vòlta e illuminate dall'alto per mezzo di finestroni semiellittici, decorati con griglie in mattoni traforati, dall'aspetto severo ed elegante. Superiormente al lato nord-ovest del grande rettangolo inferiore, si stende un altro rettangolo, circondato su tre lati da portici a vòlta, decorati all'esterno con pilastri e colonne in marmo di Nizza, incastrati nei pilastri stessi. Nel mezzo di essi sorge la Cappella dei Suffragi, decorata da frontone marmoreo, sorretto da colonne di marmo. Conduce ad essa una gradinata pure di marmo, larga 22 metri e composta di 66 scalini. L'ingresso è fiancheggiato dalle due statue della Speranza e della Carità. La cappella, di forma circolare, è coperta con vòlta semisferica a cassettoni e internamente ha nel perimetro 16 colonne di marmo di Varenna, che reggono l'ambulatorio, decorato all'intorno da quattro altari di marmo, otto bassorilievi e otto statue. Tra il colonnato sono disposte le tombe dei cittadini illustri. Il sotterraneo sottostante alla cappella è illuminato da lucernarî aperti nel pavimento di questa. Dietro ai campi rettangolari sta il cosiddetto boschetto irregolare, nel quale sorgono ricchi monumenti di famiglia.
V. tavv. LXI e LXII.
Bibl.: J. Durn, Der neue Friedhof in Carlsruhe, Berlino 1880; L. Arcozzi-Masino, Le necropoli torinesi, Torino 1883-88; G. Crugnola e A. Frizzi, I cimiteri dei piccoli comuni, Torino 1887; T. Prinetti, I nuovi porticati nel cimitero generale di Torino, Roma 1888; H. Thompson, Modern Cremation, Londra 1891; I cimiteri di Milano, in Il monitore tecnico, I, Milano 1895; L. Bertoglio, Les cimetières au point de vue de l'hygiène et de l'administration, Parigi 1889; D. Donghi, Manuale dell'architetto, cap. II, Torino 1916.