CIMURRO (lat. scient. pasteurellosis canum; fr. maladie du jeune âge; sp. muermo; ted. Staupe der Hunde, Hundeseuche, Hundenkrankheit; ingl. dog-ill)
Il cimurro (da non confondersi con la morva nasale del cavallo, volgarmente detta cimurro, moccio) è una malattia contagiosa, diffusa in ogni paese; colpisce specialmente i giovani cani, da pochi mesi a un anno d'età; per eccezione dopo il terzo anno, o il cucciolo di poche settimane. I cani che hanno superato la malattia acquistano l'immunità. Più raramente il cimurro colpisce il gatto. La malattia è prodotta da un virus filtrabile, caratterizzata da catarro delle mucose, da turbe del sistema nervoso centrale, a decorso generalmente acuto e con esito spesso letale.
Alcuni autori attribuiscono valore eziologico solo a un batterio visibile, coltivabile e sotto determinate condizioni filtrabile (B. bronchisepticus o bronchicanis). I più però accettano le vedute del Carré e individuano il vero agente causale nel virus filtrabile, la cui azione patogena sarebbe complicata dal B. bronchisepticus, il quale, al pari di altri microrganismi isolati nel cimurro, deve essere considerato come agente patogeno facoltativo, d'irruzione secondaria. L'insorgere dell'infezione è favorito da cause debilitanti generali (raffreddamento, regimi alimentari improprî, selezionamento delle razze).
Nelle cellule epiteliali della mucosa nasale, bronchiale e congiuntivale, nelle cellule ependimali delle pareti ventricolari, in quelle nervose del midollo spinale e in quelle del Purkinje sono apprezzabili speciali fori azioni intra- e intercellulari: corpuscula negria canis, corpuscoli del Sinigallia (della scuola del Golgi) o di Lentz, interpretati da alcuni come uno speciale stadio del parassita, da altri come prodotto di reazione o di degenerazione cellulare.
L'infezione insorge naturalmente per il contatto diretto con cani infetti, e indiretto con materiale infettante (scolo nasale, saliva, ecc.), attraverso le vie respiratorie o digerenti.
Si manifesta oltre che con sintomi generali, in forma catarrale a carico dell'apparecchio respiratorio, gastroenterico e della congiuntiva oculo-palpebrale, o in forma esantematica con formazione di papule-pustole, o in forma nervosa (contrazioni muscolari toniche o cloniche, generalizzate o localizzate a certi gruppi muscolari; paralisi flaccide delle estremità e degli sfinteri; crampi a carattere epilettiforme). Queste tre forme possono presentarsi isolate, più di frequente s'associano in modo vario fra di loro. I sintomi nervosi possono rappresentare un reperto rilevabile anche a distanza, quando le manifestazioni acute a carico degli altri apparati sono sorpassate.
Il prognostico è particolarmente infausto nelle forme nervose, o in quelle in cui prevale il quadro nervoso; è più favorevole nella forma catarrale ed esantematica. L'evitare tutte le possibilità del contagio diretto o indiretto rappresenta il miglior modo di profilassi. Si possono tuttavia prevenire o mitigare le complicanze determinate dai germi d'irruzione varia con appropriati vaccini preventivi, ottenuti dagli stessi gemmi secondarî. Il trattamento curativo è in gran parte sintomatico; si ricorre con vantaggio a preparati proteino e chemioterapici. I sieri ad alto potere immunizzante, ottenuti da soggetti ripetutamente iniettati coi diversi microbî d'associazione secondaria, trovano corrispondente applicazione.
Bibl.: H. Carré, in Bull. de la Soc. Centr. de Méd. Vétér., 1905, p. 335; id., in Revue Général de Méd. Vétér., VII (1906), p. 649; Sinigallia, in La clinica veterinaria, 1912, p. 421; F. Hutyra e J. Marek, Patologia e terapia speciale degli animali domestici, Milano 1920; P. Handuroy, Les ultravirus et les formes filtrantes des microbes, Parigi 1929.