3D, cinema
3D, cìnema locuz. sost. m. – Tipologia di proiezione cinematografica che offre agli spettatori una visione stereoscopica delle immagini, ossia quel tipo di fruizione capace di trasmettere una sensazione di tridimensionalità. A tal fine è necessario che le sale cinematografiche siano dotate di un particolare tipo di proiettori e che gli spettatori siano forniti di occhiali concepiti ad hoc per questo tipo di visione. Sebbene i primi esperimenti di cinema tridimensionale risalgano addirittura al periodo del muto, il cinema in 3D ha vissuto una fase continua di sviluppo nel corso dei decenni per poi affermarsi in maniera definitiva con l’inizio del 21° secolo. È in questo periodo che il cinema hollywoodiano in primis ha utilizzato le tecniche di ripresa tridimensionale per aumentare il senso di realtà delle proprie produzioni e massimizzarne la spettacolarità. Avanguardisti di questo nuovo modo di raccontare storie e di visualizzare immagini sono registi come James Cameron e Robert Zemeckis, sempre molto attenti alle evoluzioni tecnologiche legate al cinema. Cameron ha iniziato nel 2003 con il documentario Ghost of the abyss, un percorso che lo avrebbe portato nel 2009 a realizzare con Avatar il più innovativo e apprezzato kolossal in 3D della storia recente del cinema. Zemeckis ha invece puntato la sua attenzione sulla commistione tra animazione, live action e riprese in 3D. Il risultato sono stati film come The polar express (2004) e A Christmas carol (2009), che hanno oltretutto mostrato le potenzialità delle tecniche digitali di performance capture, capaci di rielaborare fedelmente i movimenti e le espressioni degli attori in carne e ossa rivisitati poi in chiave ‘animata’. Questa tendenza non poteva lasciare indifferente la Pixar, laboratorio d’avanguardia del cinema d’animazione tout court, che ha debuttato con successo nel 2009 con il suo primo film in 3D, Up. Altro esempio, dopo Avatar, di grande produzione fantasy in 3D, Prometheus (2012) di Ridley Scott, sebbene non premiato dal pubblico, è stato distribuito all’80% in sale in 3D, segno che la transizione verso la tridimensionalità nel cinema è sempre più accentuata.