Scientifica, cinematografia
Negli ultimi decenni del 20° sec. l'espressione cinematografia scientifica ha assunto significati più ampi rispetto al passato, quando si riferiva a film di argomento strettamente scientifico: un'operazione chirurgica o un documentario sulla vita degli animali o un film realizzato con te-cniche speciali, come i raggi X o le alte velocità di ripresa. Grazie anche alla creazione, nel 1947, dell'Association internationale du cinéma scientifique/International Scientific Film Association, affiliata all'UNESCO, viene ormai definita c. s. quella che fa un uso razionale del linguaggio delle immagini in movimento, realizzato con qualsiasi tecnica e per i più diversi scopi. La c. s., rispetto al film spettacolare/narrativo, corrisponde ‒ in questa ampia accezione ‒ alla saggistica nei confronti della letteratura narrativa e poetica. Le ricerche storiche sulle origini del cinema hanno d'altronde dimostrato che, nel secolo scorso, "la registrazione cinematografica è nata dalle esigenze della ricerca scientifica" (Vivié 1946), ben prima di venire utilizzata per fini di spettacolo. Le principali applicazioni della c. s. si hanno fondamentalmente nella ricerca (e sua documentazione), nell'insegnamento e nella divulgazione.
Per la ricerca e la documentazione scientifica le tecniche normali e speciali della cinematografia (e di tutte le successive nuove tecnologie) hanno costituito, fin dal 19° secolo, uno strumento d'indagine che ha permesso di estendere le conoscenze umane al di là di confini che sembravano invalicabili, rivelando la sostanza di fenomeni fino ad allora inafferrabili perché troppo piccoli o troppo grandi, troppo lenti o troppo rapidi. Con un'espressione sintetica si può dire che la c. s. ha permesso di 'vedere l'invisibile'. Numerosi premi Nobel per le scienze sono stati assegnati per scoperte effettuate anche con l'uso di tecniche cinematografiche. In uno dei settori più recenti del lavoro scientifico, le ricerche spaziali, appare evidente come molte delle nuove conoscenze acquisite siano dovute all'apporto diretto delle documentazioni cinematografiche: per realizzarle sono state addirittura costruite speciali apparecchiature le cui caratteristiche tecnologiche d'avanguardia hanno poi trovato impiego nella produzione corrente di cineprese e di altri strumenti di registrazione d'immagini. È il caso dei CCD (Charge Coupled Device), dispositivi a semiconduttore fino a cento volte più sensibili della pellicola cinematografica; essi sono stati utilizzati dalla NASA per le osservazioni della superficie di Marte da parte delle sonde Spirit e Opportunity, per la loro missione sul pianeta rosso nel gennaio 2004.
Allo stesso modo, per una delle scienze più antiche, l'astronomia, la c. s. ha fornito strumentazioni speciali (per es., il filtro di Lyot unito alle riprese intervallate, utilizzato per registrare le immagini delle cosiddette fiamme solari e in genere per lo studio della cromosfera) e continua a fornirne anche con l'integrazione e l'interazione tra le tecniche cinematografiche e i calcolatori elettronici per il miglioramento e l'analisi delle immagini, rese in forma digitale. Le scienze biologiche sono state tra quelle che più hanno beneficiato dell'intervento della cinematografia nella ricerca e nella documentazione. Il microscopio unito alla cinepresa (e con l'uso di altre tecniche speciali, come l'alta velocità, le riprese intervallate ‒ time-lapse ‒, pellicole sensibili a particolari radiazioni ecc.) ha permesso di studiare e comprendere molti fenomeni vitali (normali e patologici) della cellula e dello sviluppo embrionale (si ricordano tra i pionieri Jean Comandon di Parigi, l'inglese Ronaldo George Canti, Willi Kuhl di Francoforte). In botanica, le tecniche cinematografiche sono state fondamentali per lo studio dei foto- e geotropismi delle piante (da ricordare i lavori pionieristici di Wilhelm Pfeffer di Lipsia e Jan Calábek di Brno). Per la zoologia, la c. s. ha permesso di scoprire e documentare molti aspetti della vita animale: la locomozione su terra e in acqua, il volo degli uccelli, la predazione, la riproduzione, e in genere tutti gli aspetti comportamentali. Sono state create raccolte di film di tipo enciclopedico, costituite da migliaia di documenti, che possono essere consultate anche in modo comparativo. In un settore specifico come quello del mondo subacqueo, basti pensare all'immensa quantità di documentari realizzati da Jacques-Yves Cousteau, dal 1939 in poi; o dal 1954, dall'italiano Folco Quilici. Le scienze medico-chirurgiche si sono servite delle tecniche della c. s. fin dai suoi inizi e ancora oggi questi filmati sono numerosissimi, sia per la ricerca sia per l'insegnamento. Il pioniere francese Eugène Louis Doyen teorizzava, già prima della fine del 19° sec., l'importanza del cinema perché gli permetteva di migliorare la tecnica operatoria, studiando i filmati dei suoi interventi. I raggi X (scoperti nel 1895) furono subito utilizzati nella roentgencinematografia, così come successivamente avrebbero avuto applicazioni filmiche i più diversi sistemi di visualizzazione termografica, sonografica ecc. In particolare, dagli anni Novanta del 20° sec. i raggi X vengono usati nella radiologia digitale con sensori d'immagine a stato solido. L'endoscopia, accoppiata con le tecniche cinematografiche (recentemente sfruttando soprattutto le fibre ottiche), ha permesso molte nuove scoperte e favorito numerosi interventi chirurgici. Le scienze fisiologiche ‒ con l'inestimabile opera di Étienne-Jules Marey e di Eadweard Muybridge (pseud. di Edward James Muggeridge) ‒ hanno contribuito alla nascita stessa della c. s. e quindi ne hanno tratto immenso vantaggio, anche nel settore della fisiologia e della psicologia delle discipline sportive. Le scienze fisiche e della Terra hanno trovato nella c. s. possibilità prima inesistenti per la ricerca sperimentale e la documentazione, in particolare per la possibilità di realizzare simulazioni grafiche al computer. I progressi della geografia moderna risultano legati alla documentazione e all'analisi cinematografica, anche con tecniche speciali come l'aerofotogrammetria e con l'uso di satelliti artificiali per la trasmissione di immagini. Le scienze ingegneristiche (in particolare la dinamica dei fluidi) e militari (come la balistica) hanno compiuto grandi progressi esclusivamente per merito delle tecniche speciali della c. s., così come campi specializzati quali la cristallografia, la metallografia, lo studio dei processi di corrosione ecc. Particolari applicazioni hanno avuto, in tutti questi settori, le tecniche di fotocinematografia ultraveloce che permettono ormai di registrare e analizzare eventi di durata inferiore al milionesimo di secondo (da ricordare tra i primi pionieri Lucien Bull, allievo di Marey e, tra i più moderni, Harold Eugene Edgerton del Massachusetts Institute of Technology).
Le scienze umane, contrariamente a quel che si potrebbe superficialmente immaginare, sono tra le grandi utilizzatrici del cinema scientifico. In campo etnologico, ancor prima che il cinema di Lumière si diffondesse, il pioniere francese Félix-Louis Regnault usava i cronofotografi di Marey e teorizzava l'indispensabilità di una documentazione filmica in ogni museo etnografico (v. etnografico, film). Oggi esistono cattedre di antropologia visuale e si parla di urgent anthropology per indicare la necessità di documentare con il cinema eventi e tradizioni destinati a scomparire. In psicologia e psichiatria il cinema è molto usato, in particolare per la psicologia infantile. Il fisiologo sovietico Ivan P. Pavlov se ne servì negli anni Venti, anche con la collaborazione del regista Vsevolod I. Pudovkin, così come l'americano Arnold Gesell a Yale, che coniò il termine di cinemanalysis. Nel campo del comportamento umano in genere, molte e interessanti applicazioni ha avuto la tecnica della candid camera, in particolare anche per il lavoro di ricerca svolto da Alfred Charles Kinsey sul comportamento sessuale umano.
La tecnica cinematografica in sé e per sé, oppure con speciali applicazioni, è servita in molti casi come stimolo sperimentale per le ricerche sulla percezione visiva e sui movimenti oculari. Anche le più moderne tecniche di grafica computerizzata trovano origine e utilizzazioni sempre più sofisticate in campo scientifico. Le tecniche speciali della c. s. applicate alla ricerca sono spesso usate nei diversi laboratori alla stregua di altri strumenti di indagine. Ma esistono anche istituzioni centralizzate che riuniscono le più costose attrezzature speciali, mettendole a disposizione di ricercatori e altri enti scientifici (per es., l'Institut für den wissenschaftlichen Film di Gottinga e l'Istituto di fotocinematografia scientifica dell'università di Mosca).
Un importante settore della c. s. è costituito dalle sue applicazioni all'insegnamento. Accanto ai classici film didattici che trattavano in forma sistematica un argomento, si sono affermati, in particolare, i piccoli formati dell'8 mm e poi del super 8 e, con speciali proiettori a cartuccia, i cosiddetti single concept films, brevi filmati di pochi minuti, generalmente muti, dedicati alla trattazione di un solo fenomeno. Questi film hanno la caratteristica di potersi inserire senza problemi e con il massimo di efficacia nel momento giusto della lezione tradizionale, integrando con il linguaggio particolarmente esplicativo delle immagini il discorso effettuato dal docente. Per la loro brevità, i single concept films erano generalmente confezionati ad anello senza fine (film-loop) e potevano quindi essere proiettati più volte di seguito, anche soffermandosi su un singolo fotogramma. Con il sistema delle videocassette televisive, questa metodologia di introduzione di brevi filmati scientifici uniconcettuali nell'ambito della lezione si è largamente diffusa, anche perché la manualità e le apparecchiature tecniche si sono andate semplificando. L'introduzione dei CD (Compact Disc), dei DVD (Digital Versatile Disc) e di altre similari tecnologie, vere e proprie banche-dati di immagini fisse e in movimento, consultabili in forma sistematica o mirata, hanno portato a un ancor più ampio e capillare impiego delle produzioni di c. s. nella didattica di ogni livello. Largo uso di audiovisivi si ha in settori particolari come quelli dei corsi di formazione, addestramento, riqualificazione e aggiornamento tecnico e professionale.
Il terzo grande settore di applicazione della c. s. è quello della divulgazione. Fin dai suoi inizi pionieristici, lo spettacolo cinematografico popolare comprendeva spesso alcuni brevi filmati di carattere direttamente o indirettamente scientifico: film 'esotici' su usi e costumi di Paesi lontani, scene di vita animale, curiosità della natura ecc. Ben presto si sviluppò una produzione specializzata di veri e propri documentari di divulgazione scientifica, anche con l'uso di tecniche speciali, come la microcinematografia. Nei decenni successivi si sarebbe radicata la tradizione, talvolta anche prevista dalle apposite leggi sul cinema, di includere in ogni spettacolo anche un complemento di programma, costituito quasi sempre da un documentario culturale o scientifico. Grande fu l'importanza educativa di tale programmazione se si pensa al numero particolarmente elevato di spettatori cinematografici che hanno frequentato per diversi decenni le sale di proiezione quando il cinema era in assoluto la più popolare e più diffusa forma di divertimento.
Nella storia del cinema si ricordano altresì alcuni autori e scuole che si sono caratterizzati per un approccio educativo e/o scientifico: il sovietico Dziga Vertov con la sua teoria del 'cineocchio' (Kinoglaz, 1924, Cineocchio) e i suoi documentari ispirati a una drammaturgia scientifica del cinema; l'americano Robert J. Flaherty con i suoi film dedicati alla ricostruzione della vita e dei costumi di etnie al limite del mondo moderno (si ricordi in particolare Nanook of the North, 1922, Nanouk o Nanuk l'eschimese); lo scozzese John Grierson promotore e animatore prima della scuola documentaristica britannica e poi del cinema canadese; la scuola sovietica di documentari sulla natura e sulla vita degli animali (tra i cui esponenti vanno ricordati Boris G. Dolin e Aleksandr M. Zguridi). Anche l'americano Walt Disney, a fianco dei film a disegni animati, promosse la realizzazione di numerosi film sulle meraviglie della natura e sul mondo animale: ma la sua concezione dello spettacolo basata sulla drammatizzazione e sull'interpretazione antropomorfica ha fatto sì che la maggior parte di questi film, anche se realizzati con l'uso di tecniche speciali tipiche della c. s., non fossero considerati né scientifici né divulgativi. Lo sono diventati, invece, quando questi stessi filmati sono stati smontati e riutilizzati in forma di film uniconcettuali.Nei tempi più recenti la televisione ha assunto in proprio ed esteso l'opera di divulgazione scientifica già svolta in passato in ambito cinematografico. Numerose sono le trasmissioni televisive di carattere scientifico che ottengono indici di gradimento molto elevati, talvolta in grado di competere con programmi di intrattenimento e svago. Le tecniche speciali della c. s. sono ormai entrate nelle abitudini quotidiane: si pensi, per es., alla possibilità, dopo un evento sportivo o di qualunque altro genere, di poter analizzare le immagini, nel tempo e nello spazio, come all'occhio non è consentito, anche con l'ausilio della tecnologia informatica.
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