Cinesiterapia
Pratica fisioterapica di manipolazione attiva o passiva del corpo orientata alla cura di diverse patologie. È detta anche chinesiterapia o kinesiterapia. L’utilizzo terapeutico dei movimenti fisici controllati è presente già nella medicina antica e nella medicina tradizionale cinese, ed è ormai formalizzata all’interno della medicina occidentale. Nella cinesiterapia attiva, è il paziente stesso che effettua i movimenti sotto la supervisione del terapista. In alternativa, è il terapista a compiere manipolazioni sul paziente (cinesiterapia passiva), o può anche esercitare una resistenza nei confronti dei movimenti compiuti dal paziente.
La cinesiterapia ha diverse indicazioni terapeutiche: il principale utilizzo è quello della mobilizzazione articolare e muscolare allo scopo di riabilitazione o di correzione (soprattutto posturale). È utile, per es., come trattamento post-traumatico per fratture o patologie articolari, nonché come educazione motoria nell’età evolutiva. Tuttavia, la cinesiterapia è utilizzata anche per altri fini. L’azione sull’apparato muscolo-scheletrico può infatti avere effetti sui sistemi cardiocircolatorio e linfatico, e può coadiuvare nella cura di alcuni sintomi legati a patologie a carico del sistema nervoso (per es., mobilizzazione degli arti nelle malattie degenerative come la sclerosi laterale amiotrofica).
L’esercizio fisico controllato previsto dalla cinesiterapia è risultato inoltre efficace per migliorare la qualità della vita in pazienti colpiti da eventi cardiovascolari. Lo sforzo fisico richiesto è solitamente molto basso, e dunque una riabilitazione di tipo cinesiterapico può essere indicata anche in soggetti parzialmente disabili.