Cineteca italiana
Nata nel 1935 come raccolta privata del collezionista milanese Mario Ferrari, e incrementata dai tanti film recuperati da Luigi Comencini e Alberto Lattuada che alla morte del suo fondatore, nel 1938, ne assunsero la gestione, la cineteca è divenuta fondazione il 27 febbraio 1996 sotto la presidenza di Gianni Comencini. Nel 2002 la C. i. vanta più di 15.000 titoli della cinematografia mondiale, di cui oltre 6000 inseriti in una banca dati informatizzata; possiede inoltre un archivio fotografico di oltre 100.000 immagini della storia del cinema mondiale, un fondo librario di circa 10.000 titoli, una sezione costituita da circa 15.000 manifesti del cinema muto e sonoro, tra cui oltre 12.000 manifesti tipografici che riguardano la programmazione di più di 150 sale cinematografiche milanesi negli anni 1919-1939, provenienti dalla Civica raccolta di stampe Bertarelli. Tra i depositi di rilievo va segnalato quello di Goffredo Lombardo, che riguarda il cinema partenopeo degli anni Venti.
Nel 1936 la collezione prese il nome di Cineteca milanese, per cambiarlo di nuovo nel 1938, alla morte di Ferrari, in Cineteca Mario Ferrari. La nuova denominazione fu decisa da L. Comencini, che ereditò un patrimonio composto da una cinquantina di pellicole e proseguì l'attività con A. Lattuada e un gruppo di appassionati cinefili, tra i quali Luigi Rognoni, Virgilio Tosi, Luciano Emmer, Renato Castellani, Giulia Veronesi. Dal 1937 il gruppo iniziò a Milano un'attività di rassegne che si intensificò negli anni successivi; nell'aprile del 1940 Comencini e Lattuada organizzarono, nell'ambito della VII Triennale di Milano, una Mostra del cinema al Palazzo dell'arte al Parco, dove idearono e realizzarono la rassegna Cinema retrospettivo, al cui interno furono proiettati film mai visti in Italia, come La grande illusion (1937; La grande illusione) di Jean Renoir, inviato clandestinamente da Parigi dal fondatore della Cinémathèque française, Henri Langlois.
Dal 1940 al 1945, a causa della guerra, l'attività della C. i. fu sospesa e l'intero archivio dei film, consistente ormai in circa 500 pellicole, fu trasportato in una cascina di Vaprio d'Adda, dove fu recuperato intatto dopo la Liberazione. Grazie al sostegno del Comune di Milano, nel 1946 la C. i. si costituì in associazione: il 22 marzo 1946 nacque così l'Associazione cineteca italiana, il cui atto fu registrato il 3 aprile 1947. Componevano il Consiglio di amministrazione L. Comencini, Lattuada, Rognoni, Veronesi e Ferdinando Ballo. Presidente dell'Ufficio direttivo era il regista del muto Giovanni Pastrone. Tra i soci fondatori: Alberto Mondadori, Gianni Hoepli, Fernanda Wittgens, Glauco Viazzi, Filippo Sacchi, Ugo Casiraghi, Giulio Macchi, Umberto Barbaro, Francesco Pasinetti, Tosi, G. Comencini, Emmer. Qualche anno dopo, nel 1954, furono nominati vicepresidenti Sacchi e Filippo Gadda Conti; Lattuada fu confermato presidente dall'Assemblea generale, carica che ricoprì fino al 1994, quando divenne presidente onorario; G. Comencini fu nominato segretario generale e Walter Alberti conservatore.
Ammessa nel 1948 nella FIAF in qualità di membro effettivo per l'Italia, l'anno successivo l'Associazione organizzò a Roma l'XI congresso della Federazione, il primo che venne tenuto in Italia e a cui parteciparono gli esponenti di alcune delle più importanti cineteche di tutto il mondo. Proprio in quell'occasione la FIAF accolse, su proposta della C. i., anche il Centro sperimentale di cinematografia di Roma. Tra il 1950 e il 1951 l'Associazione intensificò l'attività di proiezione e quella di concessione di film per retrospettive ai circoli del cinema di tutta Italia, mentre l'archivio iniziò i primi lavori di stampa e controtipo procedendo a una ricostruzione di film muti. Con l'organizzazione di una mostra personale dedicata a René Clair (1951), venne avviata con la Cinémathèque française una collaborazione che si sarebbe sviluppata negli anni successivi attraverso scambi e acquisti di molti classici del cinema. La C. i. acquistò nel 1954, con un contributo statale, un terreno per l'archivio storico, nel quale furono approntati i cellari per la conservazione dei film e i locali per il controllo delle pellicole; inoltre trasferì la sede presso la storica Villa di via Palestro a Milano e qui poté aprire al pubblico l'emeroteca, la biblioteca e la fototeca, nonché il primo nucleo del futuro Museo del cinema. L'attività cittadina si trasferì nel 1963 presso il Teatro San Marco, che sarebbe rimasto sede delle proiezioni per oltre vent'anni. Con la l. 4 nov. 1965 nr. 1213 sulla cinematografia, la C. i. fu inserita tra le istituzioni beneficiarie di contributi annuali da parte del Ministero del Turismo e dello Spettacolo, e nel 1984 anche la Regione Lombardia avrebbe riconosciuto ufficialmente la C. i. come "istituzione di interesse regionale".
Fu così proseguita con maggiori risorse l'attività di acquisizione, conservazione e restauro: nel 1978 furono aggiunti all'archivio 153 nuovi titoli e fu completata l'identificazione del lotto Cepparo, comprendente alcune centinaia di film del periodo 1920-1930; nel 1983 furono acquisiti 147 nuovi titoli, mentre si iniziò il lavoro di riversamento su videocassette di classici della storia del cinema; nel 1989 tra i nuovi depositi si segnalava il Fondo Livia Penotti, ricco di film francesi e italiani degli anni Quaranta e Cinquanta, nonché di rari documentari italiani creduti fino a quel momento scomparsi. Nel 1996 l'archivio è stato ancora ampliato con i fondi Donato e Acta cinematografica, e con una donazione di circa cento film francesi provenienti dal Centre culturel français di Milano, mentre nel 2001 si è arricchito del deposito del materiale del cinema di animazione di Bruno Bozzetto. Nel settore del restauro sono da segnalare le importanti realizzazioni effettuate in collaborazione con il Centre national de la cinématographie di Bois d'Arcy e l'accordo stipulato nel 1994 con la Cineteca Comunale di Bologna per il restauro di film appartenenti all'archivio della C. i., tra cui Foolish wives (1922; Femmine folli) di Erich von Stroheim. A partire dal 1997 ha iniziato l'attività editoriale con la pubblicazione dei Quaderni Fondazione cineteca italiana, e nel 1999 ha promosso e coordinato per tre anni il progetto europeo Urgent. Nitrate can't wait, che coinvolge altri archivi d'Europa aderenti alla FIAF, per la salvaguardia del patrimonio filmico su supporto nitrato a rischio di deterioramento.
G. Veronesi, Le grandi correnti della storia del cinema alla VII Triennale, in "Domus", 1940, 147, pp. 34-35.
F. Savio, Cinecittà anni trenta, 3 voll., Roma 1979.
R. Borde, Les cinémathèques, Lausanne 1983.
P. Cherchi Usai, Una passione infiammabile. Guida allo studio del cinema muto, Torino 1991.
Un secolo di cinema a Milano, a cura di R. De Berti, Milano 1996.
Fondazione Cineteca italiana, Cinquantesimo anniversario della Cineteca Italiana. 1947-1997, Milano 1997.
I manifesti tipografici del cinema. La collezione della Fondazione Cineteca Italiana 1919-1939, a cura di R. della Torre, E. Mosconi, Milano 2001.
Restauro, conservazione e distruzione dei film, a cura di L. Comencini, M. Pavesi, Milano 2001.