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Rinuccini, Cino

di Pier Giorgio Ricci - Enciclopedia Dantesca (1970)
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Rinuccini, Cino

Pier Giorgio Ricci

Mercante fiorentino, figlio di messer Francesco, nato non molto dopo il 1350 e vissuto fino al 1417. Letterato estraneo alla tradizione umanistica, conosciuto come autore di poesie in volgare di stampo stilnovistico, e di una calda difesa di Firenze nella Responsiva (1397) alla famosa invettiva del vicentino Antonio Loschi; ma più noto per la Invettiva contro a cierti calunniatori di D. e di messer Francesco Petrarca e di messer Giovanni Boccaccio, con la quale legò il proprio nome alla fortuna di D. nel Rinascimento.

Con l'Invettiva, scritta ai primissimi del nuovo secolo e giuntaci solamente nel testo ridotto " di gramatica in vulgare ", il R. prese parte, infatti, a quella polemica che ai suoi tempi, tra ammiratori e detrattori di D., impegnò in Firenze il Salutati, il Bruni, il Niccoli, il Gherardi e Domenico da Prato. Entro i confini di tale polemica il nome di D. si lega al più vasto problema del rapporto latino-volgare, e a una crisi della cultura che riguarda particolarmente le arti del Trivio e del Quadrivio, rivedendo il modo d'intenderle e il loro metodo.

Nel quadro di siffatte discussioni, il R. attacca con " santa ira " i detrattori di D., tra i quali pare spiccasse Niccolò Niccoli, sostenendo la superiorità della Commedia di fronte a qualunque altra opera: " sia detto con pacie de' poemi greci e latini, niuna invenzione fu più bella, più utile e più sottile ". Secondo i suggerimenti della cultura del suo tempo, il R. loda in D. il " narratore di istorie ", l'astrologo, il teologo, esaltando l'immensa dottrina e i profondi sensi della Commedia; ma l'elogio più si caratterizza quando il R. volge le sue osservazioni intorno all'efficacia dello stile dantesco, sostenendo la superiorità di D. nei confronti di qualsivoglia poeta, foss'anche Virgilio: D. " con maravigliosa brevità e leggiadria mette due o tre comparazioni in uno rittimo vulgare che Virgilio non mette in venti versi esametri ".

Bibl.- Il testo della Invettiva in Il Paradiso degli Alberti, a c. di A. Wesselofsky, I II, Bologna 1867, 303-316; C. Vasoli, Polemiche occamiste, in " Rinascimento " III (1952) 133 n. 1; L. Martines, Nuovi documenti su C. R., in " Arch. Stor. Ital. " CXIX (1961) 77-90; E. Garin, D. nel Rinascimento, in " Rinascimento " s. 2, VII (1967) 3-28; H. Baron, La crisi del primo Rinascimento italiano, Firenze 1970, 309-314 e passim.

Vedi anche
Francesco Petrarca Petrarca (lat. Petrarca), Francesco. - Poeta e umanista (Arezzo 20 luglio 1304 - Arquà, od. Arquà Petrarca, Francesco, tra il 18 e il 19 luglio 1374). Nato ad Arezzo da Eletta Canigiani e da ser Pietro di ser Parenzo dell'Incisa in Valdarno, che era stato bandito da Firenze nel 1302 per dissidî personali ... Giovanni Gherardi (detto Giovanni da Prato). - Scrittore (Prato 1367 circa - Firenze tra il 1442 e il 1446). Lesse a S. Maria del Fiore la Commedia e le canzoni morali di Dante dal 1417 al 1425. È noto per una specie di romanzo, in lingua volgare, Il Paradiso degli Alberti (titolo datogli dal suo primo editore, A. Wesselofsky, ... Landino, Cristoforo Umanista (n. Firenze 1424 - m. nel Casentino 1498). Lettore di poesia e oratoria nello Studio dal 1458, dal 1467 fu cancelliere di parte guelfa, poi scrittore di lettere pubbliche presso la Signoria. Imbevuto di neoplatonismo, la sua opera maggiore sono le Disputationes camaldulenses (4 libri, pubbl. ... Sacchétti, Franco Sacchétti, Franco. - Poeta e novelliere (n. Ragusa, Dalmazia, 1330 circa - m. 1400 circa). Di famiglia fiorentina, da giovane si dedicò al commercio, viaggiando molto. Stabilitosi a Firenze, vi ebbe molti onorevoli incarichi e coprì importanti cariche fino a quella di priore per il quartiere di San Giovanni ...
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Vocabolario
cino-²
cino-2 cino-2. – Forma abbreviata con cui l’agg. cinese compare come primo elemento di alcuni composti: i rapporti cino-giapponesi; l’ideologia cinocomunista.
cino-¹
cino-1 cino-1 [dal gr. κύων κυνός «cane»; lat. scient. cyno-]. – Primo elemento di composti dotti derivati dal greco o formati modernamente, che significa «cane» o indica relazione col cane.
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