cinquanta
. Compare nell'opera dantesca otto volte, più spesso per indicare un periodo di tempo, da solo o all'interno di numeri più alti: cento e cinquanta anni (periodo in cui in lingua d'oco e in quella di sì, noi non troviamo cose dette, anzi lo presente tempo, Vn XXV 4); vedemo... da cinquanta anni in qua molti vocabuli essere spenti e nati e variati, Cv I V 9; [sette]cento cinquanta anni (la costituzione di Roma, ossia la fondazione dell'Urbe, è avvenuta nel 753 a.C., appunto settecento cinquant'anni avanti Cristo secondo che scrive Paulo Orosio, III XI 3); oppure c. mesi (Ma non cinquanta volte fia raccesa / la faccia de la donna che qui regge, If X 79); oppure cinquecento cinquanta / e trenta rivoluzioni di Marte attorno al sole, che corrispondono, secondo Alfragano, a 1091 anni (Pd XVI 37). In due casi indica una distanza, come in Cv II VI 10 ci ha di spazio tremilia dugento cinquanta miglia; o una dimensione di lunghezza, come in IV VIII 7 lo diametro del sole... è trentacinque milia settecento cinquanta miglia. In Pg IV 15 infine ben cinquanta gradi salito era / lo sole: l'angolo di c. gradi compiuto dal sole lungo l'eclittica indica il passare di tre ore e venti minuti, poiché ogni ora il sole si muove di quindici gradi.