ciò
. 1. C. ricorre 75 volte nella Vita Nuova, in 33 delle quali ha significato proprio (" questo ", " la cosa o l'evento sopra riferiti "), in strutture libere e formalmente autonome, nelle quali c. è preceduto o no da preposizione ma non è seguito da altro elemento con il quale formi una funzione sintattica diversa da quella di pronome dimostrativo anaforico; nelle restanti occorrenze, c. fa parte di nessi relativi (16 volte) e congiunzionali (25 volte), e in una del nesso ‛ cioè '.
1.1. Nella prima funzione, oltre che in formule quali ‛ appresso ciò ' (III 7, XXII 1), c. richiama, come pronome, una cosa o un argomento già detto; cfr. Vn III 14 io era quelli che li avea ciò [un sonetto] mandato; VIII 3 E di ciò toccai alcuna cosa ne l'ultima parte de le parole che io ne dissi: XXIII 31 Ed intorno a ciò foe due parti (così anche in XXXI 5). Non sembra casuale l'uso di c. nell'espressione del complemento di argomento.
1.2. In 19 casi c. è seguito da pronome relativo e corrisponde per lo più a un sostantivo astratto dal significato affine a quello del verbo della proposizione stessa; cfr. Vn III 9 pensando io a ciò che m'era apparuto, " alla mia visione "; III 9 scrissi a loro ciò che io avea nel mio sonno veduto, " il mio sogno "; XXXV 4 uno sonetto, ne lo quale io... conchiudesse... tutto ciò che narrato è in questa ragione, " il contenuto di questo commento ". In alcuni casi il nesso pronominale ha il valore, indefinito e complessivo insieme, di " qualunque cosa ", come dimostra la intercambiabilità fra c. e ‛ tutto c. ', in XXVI 2 nulla gloria mostrando di ciò ch'ella vedea e udia, e XXI 6 virtuosamente fae gentile tutto ciò che vede.
1.3. È solo apparente la struttura di nesso pronominale relativo: in ciò che mi rescrivan suo parvente (III 10 3): la locuzione ‛ in ciò che ' corrisponde a una congiunzione finale, e c. ha valore prolettico, come in altre locuzioni (cfr. XXV 1 Potrebbe qui dubitare persona... di ciò, che io dico d'Amore come se fosse una cosa per sé; XXX 2 se alcuno volesse me riprendere di ciò, ch'io non scrivo qui le parole che seguitano a quelle allegate; XXXIX 6 mi vergognava di ciò, che li miei occhi aveano così vaneggiato; XVI 1 Appresso ciò, ch'io dissi questo sonetto), ove si può individuare una funzione sintattica dichiarativa. In XII 5 Che è ciò, segnore, che mi parli con tanta oscuritade?, la locuzione, chiara eco del latino quid est quod, vale " perché ? ".
1.4. Il nesso congiunzionale più frequente è ‛ con ciò sia cosa che ', " perché ", " siccome ", " poiché ": 7 volte preceduto da ‛ onde ', ritorna 16 volte nella Vita Nuova, sia nella struttura di fondazione, con il congiuntivo presente di ‛ essere ' (XII 7, XIV 13, XXII 2, XXV 2 e 7, XXX 2, XXXV 3) sia in quella derivata, con l'imperfetto (III 9 e con ciò fosse cosa che io avesse già veduto... l'arte del dire parole per rima), aprendo aulicamente la proposizione.
2. Nelle Rime, 15 sono le occorrenze di ‛ c. che ' (con valore indefinito-complessivo in Rime dubbie X 4 caccia via / tutto ciò che l'aiuta e la sostene), 14 quelle di c. pronome semanticamente autonomo, una di c. con funzione prolettica (Rime dubbie XIV 9 E s'avvien ciò, ched i' quest'occhi miri), e una di ‛ con c. sia cosa che ' nella ‛ ragione ' della ballata Donne, i' non so (III 12).
3. Nel Convivio le occorrenze di c. come pronome semanticamente autonomo sono 155 (tra queste, in 6 casi si osservano strutture del tipo di ‛ che c. sia ' [IV IV 13], ‛ se c. fosse ', " se quello che si è detto fosse vero " [IV XVI 6]; in un solo caso [IV XXVII 5], quella ‛ a c. essere ', " perché uno sia così, scil. savio "); il nesso ‛ c. che ' vi torna 52 volte; la funzione prolettico-congiunzionale ricorre 4 volte con ‛ per c. che ' (cfr. IV VII 11 e per ciò che vivere è per molti modi, " per il fatto che ", " perché "), 2 volte con ‛ in c. che ' (cfr. III X 5 qualunque dubitasse in ciò, che questa canzone da quella ballatetta si discorda), una volta con ‛ di c. che ' (III XV 6 escuso me di ciò, che poco parlar posso di quelle, per la loro soperchianza); il sintagma congiunzionale ‛ con c. sia cosa che ' ritorna 63 volte, e una volta con l'imperfetto congiuntivo (IV I 8 con ciò fosse cosa che questa mia donna un poco li suoi dolci sembianti transmutasse); si ricordi anche la funzione prolettica di c. in III XV 7 può qui alcuno forte dubitare come ciò sia, che la sapienza possa fare l'uomo beato. L'uso di c. è, quindi, analogo nel Convivio e nella Vita Nuova.
4. Nella Commedia, c. ha soltanto funzione di dimostrativo, con 100 occorrenze, e di relativo, con 63 occorrenze. Per la prima funzione si ricordi, quale struttura tipica, quella con il verbo ‛ essere ', in Pg II 120 che è ciò?, VII 49 Com'è ciò?, XIII 127 (e Pd VIII 106) se ciò non fosse, Pg IX 67 come ciò sia, Pd VIII 109 ciò esser non può. Per la seconda funzione si ricordi, quale espressione ricorrente, ‛ c. che tu vuo(l)i ', in If XXVI 74, XXXII 112, Pd XXXIII 35. Come nella Vita Nuova, il contenuto della visione dantesca è ciò ch'io vidi, in If II 8, XXVI 20; e cfr. Pd XXVII 4 ciò ch'io vedeva mi sembiava un riso; XXX 71 d'aver notizia di ciò che tu vei; III 29 vere sustanze son ciò che tu vedi; IV 50 non è simile a ciò che qui si vede; l'epifania del divino nel creato è (Pd XXXIII 87) ciò che per l'universo si squaderna.
4.1. Dal punto di vista semantico si osservi come il senso quasi misterioso di un potere e di una volontà indeterminati e ineffabili. nel bene come nel male, sia indicato dal nesso ‛ c. che ': cfr. If III 96 (e V 23) colà dove si puote / ciò che si vuole, e, inversamente, Pd XV 108 a mostrar ciò che 'n camera si puote. La durezza di una consapevolezza acerba si concentra nel rapido, essenziale c. di If X 78 ciò mi tormenta più che questo letto. L'indeterminabile, confusa massa degli affluenti è indicata, in Pg XIV 36, da ond'hanno i fiumi ciò che va con loro. Ovviamente non mancano espressioni meno suggestive, nelle quali ‛ c. che ' ha puro valore referenziale (Pg XXV 27 ciò che par duro ti parrebbe vizzo, Pd XIII 103 se ciò ch'io dissi e questo note), ma la plasticità dell'espressione verbale risulta netta, qualora se ne provi la sostituzione con un sostantivo astratto corrispondente, ad es. in Pd I 126 che ciò che scocca drizza in segno lieto, III 87 ciò ch'ella crïa o che natura face, XIII 52 ciò che non more e ciò che può morire. Non si trascurino, infine, le possibilità allitterative offerte da ‛ c. che ', ad es. in If II 68 e con ciò c'ha mestieri al suo campare, XXXI 36 ciò che cela 'l vapor che l'aere stipa, Pg XXV 73 ciò che trova attivo quivi, tira / in sua sustanzia.
5. Dai versi sopra citati è chiara una certa propensione a usare c. in determinate sedi del verso. ‛ C. che ' nella Commedia appare 34 volte in inizio di verso - 1 nella Vita Nuova, 4 nelle Rime, 2 nel Detto - e c. è preceduto da monosillabo (oltre ‛ e c. ', tipo più frequente in inizio di verso nella Commedia, con 9 occorrenze, vi si trovano ‛ a c. ', ‛ che c. ', ‛ di c. ', ‛ ma c. ', ‛ se c. ') per altre 25 volte, di cui 2 sole nell'Inferno; mentre 2 nella Vita Nuova, ove un verso comincia con ‛ in c. che ', 6 nelle Rime, 4 nel Convivio, 14 nel Fiore, ove 12 versi cominciano con ‛ per c. (che) ', 8 nel Detto, ove 4 versi cominciano con ‛ di c. che ' e 3 con ‛ per c. (che) '. Quale pronome dimostrativo, c. apre 2 versi nella Commedia, in If IV 28 ciò avvenia di duol santa martìri, e X 78.
6. Nel Fiore 17 sono le occorrenze di c. con funzione dimostrativa (10 nella forma avverbiale ‛ per c. '; cfr. XLV 10 Sed i' difendo a ciaschedun l'ebrezza, / non vo' che 'l ber per ciò nessun disami), 6 quelle di ‛ c. che ' con funzione relativa (cfr. CLXX 10 che tutto ciò ch'egli avrà detto a l'una, / sì tosto il va a l'altra ricontare), e 3 nel nesso congiunzionale ‛ per c. che '. In CLXXXIV 6 appare l'unica attestazione di Con tutto ciò, " tuttavia ".
Nel Detto, 10 sono le attestazioni di ‛ c. che ' (per l'inconsueta posizione nel verso, cfr. 377 o s'i' miro in guardare, a lui se non, ciò c'ho, / di lui non faccia co), 2 quelle di ‛ per c. ', 1 di ‛ per c. che ' e 1 di c. come dimostrativo (406 se tu a ciò ti rendi).