CIPARISSIA (Κυπαρισσία, Cyparissĭa)
Nome e appellativo di diverse città greche, per la loro ricchezza di cipressi. La più considerevole è C. di Messenia, che pure oggi porta tale nome, sul vasto golfo da essa denominato a circa 11/2 km. dal mare. La città, con l'acropoli - di cui si conservano ancora resti tra le rovine d'un castello medievale - su un'imponente cima che la domina, dovette la sua importanza alla magnifica posizione, sulle pendici settentrionali dell'Egaleo e sulla strada naturale dal mare Ionio alla pianura messenica e verso l'interno dell'Arcadia. Nominata già in Omero, in età storica fu da principio città di perieci sottoposta a Sparta, quindi, verso la metà del sec. IV, unita alla Messenia, ma con autonomia comunale; dopo aver fatto parte, nel sec. II, della Lega achea, fu ricongiunta alla Messenia. Nell'età imperiale batteva monete proprie; su queste sono rappresentati Apollo, al cui tempio, menzionato dagli antichi, appartengono forse le rovine presso la chiesetta di S. Giorgio; Dioniso, che battendo col tirso a terra avrebbe fatto sgorgare la fonte Dionisia; Atena e Asclepio, venerato sotto il nome di Aulonio, dal fiumicello Aulon; vicino alla spiaggia si conservano inoltre resti di un'antica diga, forse dell'epoca di Epaminonda.
Una seconda C. era situata in Laconia, sulla penisoletta Xylí, presso alla città di Asopo, che forse sostituì la prima in età posteriore; su una roccia dominante la città si ergeva un tempio dedicato ad Atena Ciparissia. L'ubicazione della città non è sicura.
Bibl.: E. Curtius, Peloponnesus, II, Gotha 1852, p. 182 segg.; Pieske, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., XII, col. 47 segg.