cippato
p. pass. e s. m. Legno di scarto o residuo di potature, ridotto in schegge e impiegato come materiale da combustione.
• Anche [Alberto] Delpero da sempre sostiene una posizione critica sull’impianto [di teleriscaldamento di Passo] del Tonale: «in generale si cercano soluzioni nuove, adatte alle risorse del territorio, ad esempio in montagna con il cippato; qui no, si è scelto il Btz (basso tenore di zolfo), scarto della lavorazione del petrolio assai inquinante per aria e terreno». (Alberto Mosca, Trentino, 14 febbraio 2008, p. 43, Cronaca delle valli di Non e Sole) • Paura ieri mattina a ponte San Giorgio per un incendio divampato su alcune pile di «cippato», scarti della lavorazione dell’albero della gomma che servono per produrre pellet e altri materiali e che erano stati scaricati da una nave proveniente dal Ghana nei giorni scorsi. (P[ablo] Cal[zeroni], Secolo XIX, 2 gennaio 2015, p. 19, Genova) • Se da un lato ci sono paure e incertezze sui danni ambientali, dall’altro c’è infatti un Paese che sul legno sta scommettendo molto. Non solo nell’architettura, dove questo materiale «caldo» e altamente performante per resistenza sismica e isolamento termico è protagonista di una rinascita, ma anche per il riscaldamento delle case. Dopo il metano, infatti, le biomasse legnose ‒ principalmente legna da ardere, cippato e pellet ‒ sono la seconda fonte di calore per gli italiani, con un totale di 6,3 milioni di apparecchi installati. (Ilenia Carlesimo, Repubblica, 10 febbraio 2016, p. 52).
- Adattato dal p. pass. ingl. chipped ‘ridotto in schegge, in trucioli’.
- Già attestato nella Stampa del 27 aprile 1989, Cronache del Novarese, p. I (Gianfranco Quaglia).