CIPRIANO
Non si conosce nulla della famiglia di C., diacono, rettore del Patrimonio di Sicilia dal 593 al 598, ed è possibile ricostruire la sua biografia solo per gli anni in cui.ricopre questa carica. La sua attività, è documentata dal Registro di Gregorio Magno, in cui sono conservate le lettere che il papa gli invia durante il suo incarico, e dalla Vita dello stesso Gregorio, scritta da Giovanni Diacono, nella quale C. è ricordato nell'elenco dei rettori dei patrimoni ecclesiastici.
Nel luglio del 593 è nominato per la prima volta nel Registro di Gregorio Magno, già con il titolo di rettore del riunificato Patrimonio di Sicilia. A questa carica doveva essere stato appena eletto, se, nell'agosto dello stesso anno, non aveva ancora occupato la sede a cui era stato destinato. C. come rettore non è soltanto l'amministratore dei beni della Chiesa, nel territorio affidatogli, ma è anche il rappresentante e l'intermediario ufficiale del papa. La sua autorità è riconosciuta dai vescovi della regione. Per la salvaguardia degli interessi economici della Chiesa si occupa nell'ottobre del 593 della raccolta, presso i singoli vescovi, dei vasi e arredi sacri portati in Sicilia dai sacerdoti fuggiti dalla penisola a causa dell'invasione longobarda, che per la morte. o l'incuria di questi andavano dispersi. Nel febbraio del 595 opera un controllo sul testamento di Teodoro, vescovo di Lilibeo, affinché non depauperi le ricchezze dei suo vescovato. Sempre nel febbraio del 595 riceve da Gregorio istruzioni, estremamente precise, anche se non ufficiali, sul candidato più idoneo alla successione di Mariniano, vescovo di Siracusa. Infatti nell'ottobre dello stesso anno darà tutto il suo appoggio e aiuto al nuovo vescovo di questa diocesi. Più volte deve far rispettare le decisioni disciplinari che riguardano la vita interna della Chiesa e la sua organizzazione. Ma si preoccupa anche di mantenere i migliori rapporti con il pretore bizantino, massima autorità amministrativa dell'isola, in modo che questi permetta ai vescovi della regione di recarsi a Roma ogni cinque anni. Fin dai primi mesi del suo incarico s'únpegna in un'opera di apostolato per la conversione di manichei ed ebrei, in modo speciale di quelli che si trovano nei possedimenti ecclesiastici, e per il soccorso di coloro che versano in disagiate condizioni economiche o di quelli che hanno subito soprusi e violenze.
Resta a capo del Patrimonio di Sicilia fino all'ottobre del 598 quando ritorna a Roma. Dopo di lui il Patrimonio siciliano sarà definitivamente diviso in due parti, una che comprendeva la zona di Siracusa, Catania, Milazzo e Agrigento, l'altra con il suo centro a Palermo che comprendeva la Sicilia occidentale. Dopo.la fine del suo mandato C. sarà nominato ancora in tre lettere datate tra l'ottobre e il dicembre del 598. Trascorso questo periodo non si ha più nessuna notizia su di lui.
Fonti e Bibl.: Gregorii I Papae Registrum Epistolarum, in Mon. Germ. Histor., Epistolae, I, 2, a cura di P. Ewald-L. M. Hartmann, Berolini 1887-1891, pp. 214-217, 237 s., 248, 288 s., 302-304, 308 s., 312-314, 383, 392, 398 s., 412-414, 462 s., 487, 489; II, a cura di L. M. Hartinann, ibid. 1893-1899, pp. 9 s., 51, 70, 74 s., 85; Sancti Gregorii Magni Vita a Ioanne diacono scripta libris quattuor, in Migne, Patrol. lat., LXXV, col. 110 A.