Cipro
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(X, p. 392; App. II, i, p. 619; III, i, p. 389; IV, i, p. 452; V, i, p. 649).
Geografia umana ed economica
di Anna Bordoni
Popolazione.
La distribuzione demografica ha subito un parziale rivolgimento in seguito alla spartizione di fatto dell'isola fra Turchi e Greci, con la conseguente espulsione di tutti gli abitanti di origine greca (stimati in circa 200.000) dallo Stato autoproclamatosi Repubblica turca di Cipro del Nord, dove peraltro sono confluiti i Turchi ciprioti provenienti dal settore meridionale dell'isola in mano greca. L'insediamento rurale, caratteristico della grande maggioranza della comunità turca, rimane prevalente, anche se le stesse migrazioni interne hanno favorito la tendenza della popolazione a concentrarsi nelle città, secondo un modello storicamente tipico dell'elemento greco. Fra i centri urbani, Famagosta ha beneficiato del suo nuovo ruolo di capitale dello Stato turco-cipriota, ma l'agglomerazione di gran lunga più consistente rimane Nicosia, nonostante sia venuta a trovarsi in una difficile posizione geopolitica di confine.
Condizioni economiche.
La divisione del paese ha avuto pesanti ripercussioni anche in campo economico, dando luogo a processi di sviluppo differenziati. La regione settentrionale turco-cipriota è quella che ha più profondamente risentito della disgregazione dello Stato unitario e dell'isolamento diplomatico in cui si è venuta a trovare, e solo l'aiuto finanziario del governo turco ha contenuto la crisi. Tuttavia, grazie anche all'intervento degli organismi internazionali e delle potenze straniere maggiormente interessate alla conservazione dell'equilibrio nel Mediterraneo orientale, la situazione si è relativamente normalizzata: le esportazioni sono riprese e si sono riattivati i flussi turistici, mentre l'inflazione e la disoccupazione si sono mantenute su valori contenuti.
L'agricoltura, che ha conosciuto una recente espansione (tra il 1985 e il 1994 le aree coltivate hanno avuto un incremento annuale del 3,2%), fornisce soprattutto cereali, legumi, ortaggi, patate, uva, agrumi; l'allevamento vede prevalere ovini e caprini. L'attività estrattiva è pressoché nulla, dopo la chiusura delle miniere di amianto e di minerali non ferrosi. L'energia elettrica prodotta è interamente di origine termica. Scarse le industrie, legate per lo più ai settori agroalimentare, del cemento e delle confezioni.
Il maggiore apporto all'economia dell'isola proviene dalle attività terziarie, diffuse soprattutto nella zona meridionale greco-cipriota, senz'altro più ricca e progredita: nel 1995 sono stati registrati oltre 2,1 milioni di turisti (contro i 351.000 della zona turca), vi hanno sede numerose società off-shore e, sempre nella parte meridionale, hanno conosciuto un'intensa fase di sviluppo le attività marittime (nel 1995, con 1674 navi per complessivi 24,6 milioni di t di stazza lorda, la flotta greco-cipriota si collocava al quarto posto nella graduatoria mondiale). Il principale ostacolo a un'ulteriore crescita dell'economia greco-cipriota e a una sua maggiore diversificazione risiede nella mancanza di manodopera qualificata, per cui a partire dal 1994 il governo ha cercato di favorire l'ingresso e l'occupazione di lavoratori stranieri.
Bibliografia
The political, social and economic development of Northern Cyprus, ed. C.H. Dodd, Huntingdon 1993.
R. Wellenreuther, Siedlungsentwicklung und Siedlungstrukturen im ländlichen Raum der Republik Nordzypern, Mannheim 1993.
N. Kliot, Y. Mansfield, The political landscape of partition: the case of Cyprus, in Political geography, 1997, 6, pp. 495-521.
Storia
di Paola Salvatori
L'irrisolta questione dell'assetto istituzionale dell'isola, travagliata dal contrasto tra il governo centrale e l'autoproclamata Repubblica turca di Cipro del Nord (1983), continuò a pesare sulla politica interna del paese condizionandone anche le relazioni internazionali. Le posizioni della comunità turca, decisa a rivendicare il diritto all'autodeterminazione e a richiedere di conseguenza la creazione di due stati nazionali, risultarono inconciliabili con le proposte del governo, fautore di un progetto di Stato federale, e a nulla valsero i tentativi di mediazione compiuti dalle Nazioni Unite.
A partire dal 1990 la richiesta formale, avanzata dal governo centrale, dell'ingresso di C. nella Comunità Europea rappresentò un ulteriore motivo di contrasto tra le due comunità. Di fronte alla possibilità che la zona turco-cipriota rimanesse esclusa dagli eventuali accordi commerciali, in quanto non riconosciuta dalla comunità internazionale, R. Denktaş (presidente dell'autoproclamata Repubblica turca, riconfermato nelle elezioni del 1995) rinsaldò i legami con la Turchia, ventilando l'ipotesi di una riunificazione con quest'ultima. Si verificò parallelamente un irrigidimento delle posizioni greco-cipriote, di cui si fece interprete il nuovo presidente G. Klerìdes, conservatore, eletto nel 1993. Rinsaldati i legami con la Grecia in materia di sicurezza militare (giugno 1994), e inaugurata una politica interna di austerità, volta a soddisfare i requisiti necessari per l'ingresso in Europa, Klerìdes ottenne sul piano internazionale un notevole successo diplomatico con la deliberazione della Corte di giustizia europea che sanciva di fatto l'isolamento commerciale della zona turco-cipriota (luglio 1994).
Negli anni successivi i rapporti fra i greco-ciprioti e i turco-ciprioti rimasero tesi e i negoziati, ripresi nell'agosto del 1995 sotto gli auspici degli USA, si arenarono nuovamente. Dopo gli incidenti avvenuti nella zona di confine nell'estate del 1996, agli inizi del 1997 l'annuncio da parte del governo cipriota dell'acquisto di missili terra-aria dalla Russia riacutizzò la tensione, riproponendo il problema di C. all'attenzione internazionale. L'ennesimo tentativo di distensione avviato da Klerìdes e Denktaş nell'estate 1997 fu bloccato dall'irrigidimento delle posizioni turco-cipriote in seguito alla decisione dell'Unione Europea (dic. 1997) di aprire i negoziati con C. in vista di un futuro ingresso dell'isola nell'Unione. Le elezioni presidenziali svoltesi nel febbraio 1998 hanno riconfermato Klerìdes nella carica di presidente della Repubblica.
Bibliografia
The political, social and economic development of Northern Cyprus, ed. C.H. Dobb, Huntingdon 1993.
J.S. Joseph, Cyprus. Ethnic conflict and international politics: from indipendence to the threshold of European Union, New York 1997.