CIPRO
(X, p. 392; App. II, I, p. 619; III, I, p. 389; IV, I, p. 452)
Popolazione. - Nel 1987 la popolazione di C. era di 680.000 ab., corrispondenti a una densità di poco superiore a 70 ab. per km2. La capitale Nicosia, secondo stime del 1987, contava 164.500 abitanti. Mancano informazioni recenti sulla distribuzione della popolazione fra le varie unità amministrative di C.; gli ultimi dati disponibili sono costituiti dai rilevamenti censuari; ma questi sono del tutto superati, in quanto antecedenti all'occupazione turca, in occasione della quale si sono avuti sensibili mutamenti demografici come per il passaggio di 200.000 Greci nella regione meridionale dell'isola.
Condizioni economiche. - La spartizione del paese fra le due comunità greca e turca ha inciso in modo consistente sull'economia dell'isola, dando luogo a processi di sviluppo differenziati. La regione settentrionale turco-cipriota è quella che più ha risentito della disgregazione dello stato unitario, registrando sensibili cali produttivi, e solo l'intervento finanziario del governo turco ha − sia pure in parte − attenuato le conseguenze della crisi. Al contrario, l'economia della zona meridionale greco-cipriota, dopo le iniziali difficoltà dovute al momento di riassesto, ha conosciuto un'intensa fase di sviluppo, che continua, anche se in modo meno vistoso, ancor oggi.
L'agricoltura non è più il settore portante dell'economia di C. e questo vale soprattutto per la zona greca. I principali prodotti sono tradizionalmente cereali, agrumi, vino; recentemente si è cercato di favorire un processo di razionalizzazione della produzione agricola, con la costruzione di impianti d'irrigazione e con l'introduzione di nuove colture (per es. frutta tropicale). Il settore produttivo che ha registrato il maggiore incremento è quello manifatturiero e, in particolare (sempre per la zona Sud), l'edilizia. Questa espansione delle attività di costruzione ha le sue motivazioni sia nell'emigrazione della popolazione greca dalle regioni del Nord dopo la crisi del 1974, sia nell'arrivo di capitali cristiano-libanesi in fuga da Beirut. Altre due importanti voci dell'economia sud-cipriota son rappresentate dal commercio e dal turismo. I principali scambi avvengono con il Regno Unito e il resto dell'Europa, ma anche i paesi arabi rimangono un partner di riguardo sia per le esportazioni (20,4% del totale) che per le importazioni (56,9%).
Diversa è la situazione economica della sezione turca di C., dove − nonostante gli sforzi del governo − non è stato possibile operare un rilancio dell'economia: nel 1982 la crescita del PIL è stata solo dello 0,9% contro una previsione del 6,5%. Il settore agricolo produce soprattutto patate e agrumi, esportati prevalentemente in Turchia e nel Regno Unito. L'attività industriale è praticamente inesistente. Positiva la situazione del turismo, che ha raggiunto la cifra di 950.000 presenze annue.
Storia. - La proclamazione dello Stato federale turco di C. (13 febbraio 1975), sul territorio settentrionale dell'isola (militarmente occupato dalla Turchia dal luglio-agosto 1974 e sul quale era stata riunita l'intera comunità turco-cipriota forte di 180.000 persone oltre ai 40.000 coloni turchi immigrati dall'Anatolia, nel chiaro intento di modificare la composizione demografica della popolazione), sembrò vanificare ogni mediazione delle Nazioni Unite per una soluzione negoziata della crisi costituzionale che opponeva sin dalla fondazione della Repubblica di C. (1960) le sue due principali comunità: quella greca e quella turca. La crisi di C., inoltre, data la posizione geostrategica dell'isola e la sua vicinanza con l'area dei conflitti mediorientali, preoccupava la comunità internazionale.
In elezioni separate vennero eletti nel 1976 presidente dell'Assemblea nazionale − al posto dell'esponente di destra e capo del Raggruppamento democratico G. Klerìdes − l'ex ministro degli Affari esteri e leader del Partito democratico S. Kyprianù, vicino al presidente Makàrios; e presidente dello Stato federale turco di C., R. Denktaçs, fondatore del Partito di unità nazionale (di destra) e capo della comunità turco-cipriota. Furono quindi ripresi i colloqui intercomunitari sotto l'egida dell'ONU che manteneva a C. una forza di pace.
Nel febbraio 1977, un primo accordo ad alto livello venne firmato tra il presidente della Repubblica di C., arcivescovo Makàrios, e R. Denktaçs. Dopo la morte improvvisa di Makàrios (3 luglio 1977), un secondo accordo (maggio 1979) fu raggiunto tra il suo successore Kyprianù e il leader turco-cipriota. Gli accordi prevedevano negoziati diretti tra le due comunità per la creazione di una repubblica federale bi-comunale, con due zone amministrative separate. Il dialogo tra le parti proseguì, nonostante le difficoltà, sino alla fine del 1981; varie concessioni vennero fatte, la più importante delle quali fu indubbiamente l'offerta dei turco-ciprioti di ridurre il territorio da loro controllato dal 36 al 32% circa e di permettere a 40 dei 200.000 rifugiati greco-ciprioti di far rientro nelle loro zone di origine.
Il futuro assetto istituzionale della repubblica rimase tuttavia la principale questione controversa: i turco-ciprioti rivendicavano lo status di parità nel governo centrale e ampie autonomie, perfino in materia di politica estera, per ciascuna delle due zone amministrative. La loro maggiore preoccupazione riguardava l'incolumità fisica e i diritti civili della minoranza turca, più volte violati nel passato dai fautori dell'unione di C. alla Grecia. Da parte loro i greco-ciprioti, pur accettando il principio dello stato federale e bi-zonale e l'alternanza alla presidenza della repubblica, si opponevano a ogni rappresentanza sproporzionata negli organismi centrali, giacché, secondo le loro valutazioni, la comunità turco-cipriota non superava il 20% della popolazione. Una delle maggiori controversie riguardava la richiesta greco-cipriota di libertà di movimento e d'insediamento e il diritto di proprietà per tutti i cittadini sull'intero territorio della repubblica: l'accettazione di tali princìpi avrebbe significato per la popolazione turco-cipriota, economicamente e culturalmente più arretrata, la vanificazione dei benefici derivanti dalla bi-zonalità.
La complessità dei problemi e i sempre più tesi rapporti tra Grecia e Turchia, specie in seguito al colpo di stato militare in Turchia (12 settembre 1980) e l'avvento del governo socialista di A. Papandreu in Grecia (18 ottobre 1981) spinsero a un irrigidimento delle rispettive posizioni. Nella zona turco-cipriota venne proclamata con un atto unilaterale la Repubblica turca di C. del Nord (15 novembre 1983), riconosciuta soltanto dalla Turchia. Tale atto venne subito condannato, in quanto violava i trattati internazionali sull'indipendenza e la sovranità di C., sia dal Consiglio di Sicurezza dell'ONU, sia dal Commonwealth britannico, di cui C. era membro, sia dalla Comunità Economica Europea e dal Consiglio d'Europa. La Costituzione dello stato secessionista (maggio 1984) respingeva il principio dello stato federale e propugnava una confederazione tra due entità statali ben distinte. Nuovi colloqui tra Kyprianù (rieletto presidente della Repubblica nel febbraio 1983) e Denktaçs (anch'egli riconfermato alla presidenza della Repubblica turca di C., nel 1984, per un quinquennio, nuovamente eletto nel 1990), protrattisi dalla metà del 1984 alla fine del 1985, non ebbero alcun esito.
Nelle elezioni presidenziali, alla scadenza del mandato di Kyprianù, venne eletto (22 febbraio 1988) con il 51,6% dei suffragi dei 365.000 votanti greco-ciprioti, l'indipendente G. Vassilìu, appoggiato dal potente Partito comunista AKEL, avendo battuto al secondo turno il candidato della destra Klerìdes, grazie alla confluenza dei voti del Partito democratico e del Partito socialista EDEK. Subito dopo la sua elezione, Vassilìu, considerato meno intransigente del suo predecessore, iniziò nuovi colloqui con R. Denktaçs, sotto gli auspici del Segretario generale delle Nazioni Unite. Ma nell'agosto 1989 il dialogo fu per l'ennesima volta bloccato dalla pretesa del diritto all'autodeterminazione dei turco-ciprioti e, quindi, alla creazione di due stati separati, avanzata da Denktaçs. Nel maggio 1990 il Partito di unità nazionale, al potere nella zona turco-cipriota, ha rafforzato le sue posizioni conquistando 35 seggi su 50 dell'Assemblea legislativa. Nel maggio 1991 le elezioni politiche nella zona greco-cipriota hanno visto la conferma dei conservatori come maggiore partito (35,8%), seguiti dal Partito comunista AKEL (30,6%) in netta ripresa dopo la sconfitta del 1985.
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Archeologia. - Nel periodo in esame sono state compiute ampie ricerche sulla preistoria di Cipro. Vi sono alcuni indizi di una cultura pre-neolitica (tardo-paleolitica?) in una località della costa meridionale dell'isola (Akrotiri-Aetokremos).
Gli scavi nelle due maggiori località neolitiche (Kalavassos-Tenta e Khirokitia) hanno gettato ampia luce soprattutto sulla fase aceramica del Neolitico. Nuove datazioni tramite il carbonio 14, per il periodo Neolitico Antico, almeno per Kalavassos-Tenta, permettono di risalire alla fine dell'8° millennio. In ambedue le località sono stati scoperti edifici circolari. Un nuovo aspetto emerso è la fortificazione di ambedue gli insediamenti: a Kalavassos con fossato e a Khirokitia con un muro massiccio, precedentemente interpretato come una strada. A Kalavassos vi era largo uso di pisé o di mattoni di fango per la costruzione dei muri e vi è prova della decorazione con un pigmento rosso dei muri intonacati: in un caso è stata trovata una composizione con figure umane rozzamente rese.
Nuovi scavi nel distretto di Paphos (Lemba-Lakkous e KissonergaMosphilia) hanno gettato luce sul periodo calcolitico. In ambedue le località sono state scoperte ampie strutture circolari con pavimento cementato. Statuette di calcare e di terracotta raffiguranti figure femminili nude illustrano le credenze religiose della C. del 4° millennio, che s'incentravano attorno a una divinità femminile della fertilità, connessa col parto; è anche documentata l'esistenza di un dio maschile della fertilità con caratteristiche falliche. Un modello di argilla, riccamente dipinto, di un santuario circolare all'aperto, trovato a Kissonerga-Mosphilia, con 17 figurine umane di argilla e di pietra, illustra complessi rituali religiosi nel periodo calcolitico.
L'età del Bronzo Antico è documentata da resti architettonici e da tombe scoperti a Sotira-Kaminoudhia, presso la costa meridionale. Possono essere datati al periodo del Bronzo Antico i, corrispondente alla cosiddetta ''fase culturale di Philia'' della parte settentrionale dell'isola (inizi del 3° millennio). In una tomba è stato trovato un paio di orecchini o fermagli per capelli, in oro, il più antico del genere.
Lo scavo di tombe nel villaggio di Kalavassos ha reso una grande quantità di ceramica e anche utensili e armi di bronzo, che testimoniano la prosperità di questa regione situata in un'area ricca di miniere di rame. Le tombe coprono l'intera età del Bronzo Medio. Un insediamento databile alla fine del Bronzo Medio-inizio del Bronzo Tardo è stato scavato a Episkopi-Phaneromeni: sono state rinvenute grandi case con molti vani, spesso con tracce di un primo piano. Vicino all'insediamento sono state scavate tombe dell'età del Bronzo Medio.
Un altro insediamento dell'età del Bronzo Medio è stato scavato ad Alambra, dove ugualmente sono stati riportati alla luce grandi edifici con spessi muri.
L'età del Bronzo Tardo ha focalizzato il massimo dell'interesse nella ricerca e nello scavo. Le tombe scavate a Maroni-Kapsaloudhia presso la costa meridionale e a Palaepaphos-Teratsoudhia illustrano i rapporti con la Siria e l'Egitto (a Palaepaphos è stato rinvenuto un vaso di pietra con il cartiglio di Ahmosis). Una tomba dell'inizio del 14° secolo, scavata a Kalavassos-Ayios Dhimitrios può risultare una delle più ricche mai scoperte nell'isola: conteneva ceramica micenea, gioielli d'oro (del peso di 432 g), oggetti d'avorio e vetro, testimonianza della ricchezza in questo periodo di C. e in particolare di Kalavassos, situata vicino alle miniere di rame. Sono stati scavati diversi insediamenti databili al periodo tardocipriota IIC-tardocipriota IIIA (ca. 1200 a.C.), che illustrano la prosperità dell'isola prima degli sconvolgimenti che causarono l'abbandono, la distruzione e la ricostruzione di numerose località tardocipriote. Grandi edifici amministrativi, costruiti con blocchi a concio, sono stati scoperti a Maroni-Vournes e a Kalavassos-Ayios Dhimitrios, ambedue abbandonati improvvisamente verso il 1200 a.C., alla fine del periodo tardocipriota IIC. Nell'edificio amministrativo di Kalavassos sono stati rinvenuti cilindri di argilla con incisi segni della scrittura ciprominoica e una grande quantità di piatti e tazze del Miceneo IIIB e di imitazioni locali, che illustrano l'importanza di questo edificio da cui probabilmente il signore della regione amministrava lo sfruttamento delle miniere di rame.
Due insediamenti fortificati, uno a Pyla-Kokkinokremos presso la costa sud-orientale, l'altro a Maa-Palaeokastro sulla costa occidentale, illustrano l'agitato periodo che interessò il Mediterraneo orientale dopo la caduta dell'''impero'' miceneo e l'attività delle cosiddette ''genti del mare''. Il primo insediamento fu abbandonato di fronte a un pericolo imminente verso o subito dopo il 1200 a.C. e non fu più riabitato; il secondo fu distrutto da un incendio subito dopo il 1200, ricostruito e abbandonato verso la metà del 12° secolo. Ricche tombe, databili a circa il 1200, hanno reso corredi funebri, come ceramica, bronzi, gioielli d'oro, oggetti di avorio e di alabastro. Tali tombe sono state scavate nell'area di Palaepaphos, in località Teratsoudhia e Liomylia. Parte di un insediamento e tombe del periodo verso il 1200 a.C. sono state scavate ad Alassa, a nord di Kourion.
La prima età del Ferro e i periodi arcaici sono illustrati dalle scoperte fatte in tombe di Palaepaphos-Skales. I corredi funebri erano ricchi di vasellame di bronzo, armi, utensili e gioielleria. Oggetti fenici rinvenuti in queste tombe dimostrano che la ricchezza degli abitanti di Palaepaphos in questo periodo derivava dal commercio con la costa levantina. Un obelos di bronzo trovato in una tomba dell'11° secolo di questo cimitero ha incisa un'iscrizione nel sillabario cipriota, un nome proprio greco al genitivo, in una forma propria del dialetto arcadico: è la prima testimonianza che possediamo dell'uso della lingua greca a Cipro.
Il cimitero di Amatunte, sulla costa meridionale, ha reso una grande quantità di oggetti databili dal periodo cipro-geometrico a quello romano. Di particolare interesse è la ceramica proveniente dalle tombe, sia locale del cosiddetto ''stile di Amatunte'', sia importata, greca e fenicia. Le tombe erano ricche anche di terrecotte, soprattutto del 6° secolo a.C., di tipo sia locale sia fenicio. C'erano anche oggetti di bronzo, gioielli in oro e argento, ecc., testimonianza della ricchezza di questa cosmopolita città portuale.
Un edificio del periodo classico è stato parzialmente scavato in località Evreti a Palaepaphos; altri edifici coevi sono stati scavati a Idalion, insieme a una parte del muro di difesa della città. Allo stesso periodo sono databili i resti di un santuario scavato a Tamassos. La prima età ellenistica è stata ulteriormente illustrata dall'esplorazione subacquea del porto dell'antica Amatunte, del quale sono state rinvenute parti notevoli. Alla stessa epoca sono databili le fortificazioni di Nea Paphos, tagliate nella roccia, di cui è stata scoperta una larga parte lungo il lato occidentale della città, con rampe, porte e torri. Ricco materiale di età romana ed ellenistica è stato trovato nelle tombe di Nea Paphos: queste comprendono anche le tombe monumentali della parte della necropoli conosciuta come ''Tombe dei Re''. A Nea Paphos sono state rinvenute più ville di età romana: ricordiamo la ''Casa del Teseo'' con mosaici pavimentati policromi e la ''Casa di Aion'', a essa adiacente, con bei mosaici pavimentali del 4° sec. d.C., raffiguranti scene mitologiche. Infine si può menzionare la scoperta di un ninfeo romano a Kourion e quella del tempio di Afrodite sull'acropoli di Amatunte. Vedi tav. f.t.
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