Vedi Cipro dell'anno: 2012 - 2013 - 2014 - 2015 - 2016
Cipro, isola mediterranea crocevia delle rotte marittime tra il Medio Oriente e l’Europa, ha ottenuto l’indipendenza dal Regno Unito nel 1960. Atto fondativo della repubblica è il Trattato di Nicosia – sottoscritto e garantito, oltre che dal Regno Unito, dalla Grecia e dalla Turchia – attraverso il quale veniva creato un sistema costituzionale bi-comunale basato sull’uguaglianza dei diritti delle comunità greche e turche residenti nell’isola. Sin dagli anni Sessanta, tuttavia, la convivenza tra le due comunità si è rivelata carica di tensioni. Queste sono sfociate nella divisione dell’isola a seguito del conflitto del 1974, generato da un tentativo di colpo di stato ispirato dal regime dei Colonnelli al potere in Grecia a favore del greco-cipriota Nikos Sampson e dalla decisione della Turchia di inviare le proprie truppe sull’isola a protezione dell’architettura costituzionale, occupando circa un terzo del territorio. Da allora Cipro risulta divisa tra la Repubblica di Cipro, a maggioranza greco-cipriota e riconosciuta internazionalmente come unico governo legittimo dell’isola, e, nella parte settentrionale, l’autoproclamata Repubblica Turca di Cipro Nord (Kktc), che beneficia del solo riconoscimento di Ankara. A dividere le due entità è la cosiddetta ‘linea verde’, presidiata dalla United Nations Peacekeeping Force in Cyprus (Unificyp).
Tradizionale oggetto di contesa tra Grecia e Turchia, nel corso della seconda metà del 20° secolo la questione cipriota ha più volte portato i due paesi membri della Nato alle soglie dello scontro armato. Se questo rischio sembra essere scongiurato dal progressivo riavvicinamento tra Atene e Ankara, i riflessi della questione cipriota continuano tuttavia a gravare sul corretto funzionamento dei principali meccanismi di cooperazione di matrice euro-atlantica – Unione Europea (Eu) e Nato in primis. Dal 1° maggio del 2004 la Repubblica di Cipro è divenuta membro dell’Eu, ottenendo potere di veto su questioni rilevanti che riguardano il futuro assetto dell’Unione e la sua proiezione esterna, in particolare per ciò che riguarda il negoziato per l’ingresso della Turchia. Il veto cipriota sull’apertura di nuovi capitoli negoziali tra Turchia e Eu – primo tra tutti quello sull’energia – rischia di inficiare i più ampi interessi strategici dell’Eu. Inoltre, in un gioco di veti incrociati, la vertenza turco-cipriota ostacola anche la piena inter-operabilità delle forze Eu e di quelle Nato.
Le previsioni della Costituzione del 1960 sono ancora in vigore per la Repubblica di Cipro, fatta eccezione per i meccanismi di condivisione del potere tra le due comunità. Cipro è una repubblica presidenziale, con un parlamento unicamerale (la Camera dei rappresentanti) composto da 80 membri, eletti con sistema proporzionale e a suffragio universale ogni cinque anni. I 24 seggi riservati ai rappresentanti turco-ciprioti restano tuttavia vacanti. Il presidente è eletto anch’esso per un mandato quinquennale attraverso un sistema maggioritario a doppio turno e ha poteri piuttosto estesi.
Il dibattito politico interno è incentrato, da più di trent’anni, sulla questione dell’unificazione dell’isola. Attualmente il governo è guidato da Nicos Anastasiades, leader del partito conservatore Raduno Democratico (Disy), uscito vincitore alle elezioni presidenziali di febbraio 2013. Con l’inizio di una nuova presidenza, ci si aspetta, quindi, che riprendano i negoziati per la soluzione della questione cipriota, arenatisi nella primavera del 2012.
Secondo le statistiche ufficiali del governo della Repubblica di Cipro, in tutta l’isola vi sarebbero circa un milione di abitanti, di cui l’88% Greco-cipriota e il 18% Turco-cipriota, con un restante 2% di altre minoranze. I due gruppi principali sono tuttavia concentrati, rispettivamente, nel sud e nel nord del paese. Alla separazione territoriale corrisponde anche la frammentazione religiosa, con un nord principalmente musulmano sunnita e un sud prevalentemente greco-ortodosso. Benché la religione non rivesta un ruolo politico rilevante, per evidenti ragioni storiche e culturali essa costituisce tuttavia un importante elemento dell’identità nazionale cipriota.
Sulla base dell’architettura costituzionale bi-comunale, le lingue ufficiali parlate a Cipro sono il greco e il turco. L’inglese rimane tuttavia una lingua parlata da gran parte della popolazione, come risultato della storica influenza britannica sull’isola.
Cipro ha anche un livello di istruzione molto qualificato e in cui investe significativamente, il che lo rende, rispetto agli altri Stati membri dell’Eu, il paese con la più alta percentuale di persone in età lavorativa con un alto livello di istruzione.
Nonostante gli sforzi governativi, Cipro rimane inoltre un paese di transito e di destinazione del traffico di esseri umani. Per quanto riguarda la parte settentrionale amministrata dai Turco-ciprioti i rapporti di Freedom House riportano un sostanziale rispetto dei diritti civili e politici, nonostante vi siano ancora degli aspetti critici, come quello della corruzione percepita.
Cipro non può, inoltre, essere compresa senza considerare la ‘linea verde’ che divide l’isola in due. Se, infatti, gli indici di democrazia confermano che Cipro sia uno stato libero, tuttavia l’ultimo muro europeo edificato per ragioni belliche si erge proprio a Nicosia, capitale della Repubblica di Cipro e solo nell’aprile 2008 è stata aperta una breccia nel muro ed è stato inaugurato il passaggio pedonale di Ledra Street.
L’isola mediterranea ha accusato la crisi economica mondiale a partire dalla fine del 2008. Sia i flussi turistici che i valori del pil sono tornati a segnare valori positivi a partire dal 2010, consentendo nel 2011 una modesta ripresa della crescita (0,5%). La crisi economica europea e la riduzione della spesa pubblica hanno tuttavia comportato una nuova contrazione del pil cipriota, che nel 2012 potrebbe tornare a segnare un valore negativo. Con l’adozione delle normative di trasparenza dell’Oecd e l’ingresso nell’Eu, Cipro ha attuato un efficace piano di ammodernamento del settore finanziario, smantellando le pratiche finanziarie che ne facevano un paradiso fiscale. A causa dei solidi legami economici con la Grecia e dell’esposizione al debito greco, il settore bancario cipriota ha risentito pesantemente della crisi nel paese. Per far fronte a tale situazione e attuare il salvataggio dei principali istituti bancari nazionali, il governo di Nicosia ha richiesto nel luglio 2012 di avere accesso ai fondi resi disponibili dall’European Financial Stability Facility.
Nel medio periodo uno dei settori che potrebbe sostenere la crescita economica del paese è quello energetico. A seguito delle esplorazioni delle acque territoriali cipriote, sono infatti stati scoperti rilevanti giacimenti di gas naturale. Lo sfruttamento di tali giacimenti ha tuttavia generato un pericoloso contenzioso con la Turchia, che, non riconoscendo il diritto di Nicosia ad avviare lo sfruttamento ‘unilaterale’ dei giacimenti off-shore a danno degli interessi turco-ciprioti, ha minacciato ritorsioni anche militari nel caso i progetti energetici ciprioti dovessero essere portati avanti al di fuori di una più ampia soluzione della divisione dell’isola. D’altra parte, la circostanza che i giacimenti gassiferi in questione siano a cavallo con la zona economica esclusiva di Israele e che gli analoghi piani di sfruttamento energetico di Tel Aviv siano contestati da Egitto e Libano contribuisce a innalzare il livello di rischio legato alla vertenza e, di conseguenza, a complicare i piani di Nicosia.
L’esercito cipriota è numericamente limitato e coincide con il corpo della Guardia nazionale di Cipro che conta poco più di 10.000 effettivi. Sull’isola sono tuttavia presenti, oltre ai peacekeepers delle Nazioni Unite, contingenti militari di Grecia, Turchia e Regno Unito. Gli inglesi sono presenti nel sud dell’isola, dove, sin dal 1960, sorgono due basi militari (ad Akrotiri e a Dhekelia) in un’area a sovranità britannica che occupa circa il 3% del territorio cipriota. Qualora Turco-ciprioti e Greco-ciprioti riuscissero a trovare un’intesa per l’unificazione, il Regno Unito potrebbe rinunciare a buona parte dei territori di propria sovranità.
Le truppe delle Nazioni Unite, giunte sull’isola a seguito degli scontri inter-comunali del 1964, operano nella zona cuscinetto demilitarizzata che demarca il confine tra le due repubbliche, con obiettivi di peacekeeping. Alla missione internazionale Unficyp, che ha visto la massima presenza di militari nel 1974 durante l’invasione turca e che è rinnovata dal Consiglio di sicurezza ogni semestre, hanno preso parte Regno Unito, Argentina, Slovacchia, Ungheria e, con un contingente di poche unità, anche Austria, Croazia, Perù (attualmente al comando dell’operazione) e Canada.
Pur non essendo membro della Nato e non partecipando ai meccanismi di cooperazione tra l’Alleanza e i partner esterni ad essa, Cipro collabora attivamente con gli Stati Uniti nella lotta al terrorismo internazionale sulla base di un ‘Trattato di mutua assistenza’ sottoscritto nel settembre 2002. I comuni progetti di sfruttamento dei giacimenti di gas nel Mediterraneo orientale di Cipro e Israele hanno comportato una crescente intesa tra i due paesi che si è estesa anche al settore della difesa. Nel gennaio 2012 i governi di Nicosia e Tel Aviv hanno sottoscritto un accordo sulla cooperazione di intelligence e militare.
1960 – La Repubblica di Cipro ottiene l’indipendenza dal Regno Unito che, assieme a Grecia e Turchia, ne garantisce l’integrità territoriale e la costituzione. L’arcivescovo Makarios III è eletto presidente.
1964 – A seguito di scontri inter-comunali, le Nazioni Unite avviano un’operazione di peacekeeping a Cipro.
1974 – Makarios è spodestato dall’ala destra della Guardia nazionale cipriota con l’appoggio della giunta militare al potere in Grecia. Appellandosi al Trattato di garanzia, l’esercito turco interviene e occupa circa un terzo dell’isola. Fallito il colpo di stato, Makarios riassume la carica di presidente, che terrà sino alla sua morte, avvenuta nel 1977.
1975 – I Turchi del nord si autoproclamano Stato Federato Turco di Cipro e scelgono come presidente Rauf Denkta che si accorda con la controparte greco-cipriota per lo scambio delle popolazioni.
1983 – I Turchi del nord proclamano la propria indipendenza: nasce la Repubblica Turca di Cipro Nord (Kktc). Denkta sospende i colloqui avviati nel 1980 con la mediazione delle Nazioni Unite. Un tentativo di dialogo con il presidente cipriota Spyros Kyprianou fallirà nel 1985.
1988 – George Vasiliou è eletto presidente della Repubblica di Cipro. Riprendono i negoziati che falliranno per due volte, nel 1989 e 1992.
1990 – La Repubblica di Cipro avanza domanda di membership all’Eu, nonostante l’opposizione turco-cipriota.
1993 – Glafkos Clerides succede a Vasiliou alla presidenza di Cipro.
1996 – Per la prima volta dal 1974 violenti scontri tra Greci e Turchi-ciprioti provocano la morte di due dimostranti.
1997 – La Repubblica di Cipro annuncia l’acquisto di missili con gittata utile a colpire le coste della Turchia, che minaccia un ‘attacco preventivo’, giungendo alle soglie dello scontro armato con la Grecia. La ‘crisi dei missili’ si risolverà solo nel dicembre 1998 con la rinuncia cipriota allo schieramento dei missili sull’isola. Fallisce un nuovo round di negoziati.
2002 – Dopo il fallimento dei colloqui del 1997, Denkta e Clerides riprendono i negoziati sotto l’egida delle Nazioni Unite e la mediazione del segretario generale Kofi Annan, che propone un piano per la creazione di una federazione composta da due stati costituenti entro il 2003. Il progetto fallisce.
2003 – Tassos Papadopoulos sconfigge Clerides alle elezioni presidenziali. Vengono alleggerite le restrizioni alla libera circolazione delle persone attraverso la ‘linea verde’.
2004 – È indetto un doppio referendum per approvare il piano di riunificazione avanzato dalle Nazioni Unite, il cosiddetto ‘Piano Annan’. I Turco-ciprioti approvano, i Greco-ciprioti no. La Repubblica di Cipro entra in Eu senza la Kktc.
2005 – Nella Kktc viene eletto presidente Mehmet Ali Talat, favorevole a un compromesso con i greco-ciprioti.
2006 – Le Nazioni Unite mediano un’intesa per la predisposizione di misure di confidence-building tra le due comunità.
2008 – Cipro adotta l’euro. Demetris Christofias è eletto presidente della Repubblica di Cipro, dando nuovo impulso ai negoziati. Nel centro di Nicosia viene aperto un passaggio nel muro che divide la città, ma i colloqui entrano in una nuova fase di stallo.
2010 – Riprendono i negoziati tra Christofias e Talat, già indebolito dalla vittoria parlamentare dell’opposizione nazionalista. In aprile, il nazionalista Dervis¸ Erogˇlu succede a Talat.
2011 – Alle elezioni legislative di maggio vince di misura il partito Disy.
2012 – In maggio si arena di fatto l’ultimo round negoziale tra greco- e turco-ciprioti mediato dal Segretario generale delle Un Ban Ki-moon.
La Repubblica Turca di Cipro Nord (Kktc) è l’entità statale nata de facto, a seguito della proclamazione d’indipendenza del 15 novembre 1983, nella parte settentrionale dell’isola, occupata militarmente dalle Forze armate turche nel 1974.
La Kktc è riconosciuta internazionalmente dalla sola Turchia, mentre beneficia dello status di osservatore presso l’Organizzazione della conferenza islamica e gestisce una serie di uffici di rappresentanza in numerosi paesi – tra cui i principali paesi europei, gli Stati Uniti e la Cina. La Kktc partecipa inoltre ai lavori dell’Economic Cooperation Organization, composta da Turchia, Pakistan, Iran, Afghanistan, Azerbaigian e dalle repubbliche centro-asiatiche – ad eccezione del Turkmenistan.
La costituzione, approvata per referendum nel maggio 1985, istituisce un sistema semipresidenziale. Il presidente, capo dello stato, viene eletto direttamente con un mandato quinquennale, al pari del parlamento unicamerale, composto da 50 membri. La vita politica dell’entità nord-cipriota è stata dominata per quasi un trentennio dalla figura di Rauf Denkta, presidente dello Stato Federato Turco di Cipro dal 1976 al 1983 e successivamente presidente della Kktc fino al 2005, anno in cui rinunciò a candidarsi per un ulteriore mandato. Dopo la fase dominata dal socialista Mehmet Ali Talat, grazie al quale sembrava si potessero riavviare con successo i negoziati per la riunificazione dell’isola, nel 2010 è stato eletto nuovamente un nazionalista, Dervis¸ Erogˇlu, leader del Partito d’unità nazionale, formazione conservatrice e tradizionalmente favorevole alla partizione dell’isola.
La Kktc è abitata, secondo il censimento del 2006, da circa 260.000 abitanti di origine turca, di cui, secondo le statistiche ufficiali della Repubblica di Cipro, circa 160.000 sarebbero immigrati dalla Turchia e definiti ‘coloni illegali’ dai Greco-ciprioti; le informazioni fornite dalla Kktc riportano invece la stessa cifra totale, ma differiscono circa il dato sui cittadini nati a Cipro, che sarebbero invece quasi 150.000.
Il sostegno della Turchia è di fondamentale importanza tanto per le politiche di sicurezza quanto per l’economia nord-cipriota. La Kktc ha un pil dichiarato pari a 3,7 miliardi di dollari (2010) e si basa in maniera preponderante sul settore dei servizi, che contribuiscono all’economia per circa il 70% del totale. L’industria rappresenta circa il 22% del pil, mentre il restante 8% è costituito dall’agricoltura. La moneta che circola nella Kktc, a ulteriore riprova dell’influenza della Turchia, è la lira turca. Allo stesso modo, l’economia della Kktc è fortemente dipendente dagli aiuti forniti da Ankara, dal momento che, a livello commerciale, vi è un vero e proprio blocco di fatto da parte di tutti gli altri attori internazionali, in virtù del mancato riconoscimento dell’entità come stato indipendente. La Turchia, non a caso, fornisce circa il 60% dei prodotti importati e assorbe oltre il 40% delle esportazioni. Oltre a costituire un problema dal punto di vista politico e diplomatico, tale situazione rappresenta un freno oggettivo anche allo sviluppo e alla crescita economica di Cipro e di tutta la regione del Mediterraneo orientale. Una fonte di reddito, che allo stesso tempo ha incrementato le entrate turistiche negli ultimi anni, deriva per la Kktc dal gioco d’azzardo. Sebbene non esistano statistiche ufficiali al riguardo, si ritiene che ciò abbia contribuito all’aumento del flusso turistico verso la Kktc, che ha raggiunto un livello annuo di quasi 400.000 visitatori. Una delle controversie maggiori e ancora irrisolte tra la Repubblica di Cipro e la Kktc riguarda la questione delle proprietà, che coinvolge circa 200.000 ciprioti, per la maggior parte Greco-ciprioti. Il mancato accordo circa i termini e le condizioni di restituzione di tali proprietà ai rifugiati (compensazioni o ri-occupazione delle abitazioni) costituisce uno degli ostacoli principali al raggiungimento di un accordo che ponga fine alla divisione dell’isola.
Nonostante la Kktc abbia una propria forza di coscritti, la sicurezza dell’entità nord-cipriota è garantita dallo stazionamento sul suo territorio di truppe turche, la cui entità è stimata da Unificyp in 25.000 unità.
Il mancato riconoscimento della Repubblica di Cipro da parte di Ankara ha ripercussioni anche sul processo di cooperazione tra Nato e Unione Europea. Si tratta dell’accordo stabilito nel dicembre del 2002, noto come ‘Berlin Plus Agreement’. Secondo l’intesa, le due organizzazioni si impegnavano a mettere in atto un processo di consultazione reciproca sulle materie legate alla sicurezza. In particolare, l’accordo prevedeva la possibilità, per l’Eu, di ricorrere ad alcune risorse della Nato nelle proprie missioni di peacekeeping. La cooperazione istituzionale tra le due organizzazioni, però, ha incontrato ostacoli proprio a causa del contenzioso tra Turchia e Cipro, vale a dire due paesi che, rispettivamente, sono membri solo della Nato o dell’Eu. Ankara ha sempre ostacolato tali incontri interorganizzativi, richiamandosi a un termine del ‘Berlin Plus Agreement’: secondo l’accordo, infatti, si stabiliva che i partecipanti europei e non membri della Nato che avrebbero potuto prendere parte alle riunioni congiunte, avrebbero dovuto essere anche membri della Partnership for Peace (Pfp). Quest’ultimo è un programma della Nato che promuove la cooperazione con i membri europei non Nato e dell’ex Unione Sovietica; Cipro, così come Malta, non ne fa parte. Il fatto che la Turchia ostacoli il processo di cooperazione istituzionale tra la Nato e l’Eu pone problemi pratici, come ad esempio l’impossibilità di scambio reciproco di informazioni confidenziali tra i paesi, dal momento che ogni membro ha diritto a esercitare il proprio potere di veto. La questione dell’impasse nel processo di cooperazione tra la Nato e l’Eu (sebbene non determinata soltanto dalla posizione turca, ma anche da altri fattori), è solo una delle sfaccettature della complessa situazione diplomatica che coinvolge la Repubblica di Cipro e la Turchia, e dimostra quanto tale disputa irrisolta condizioni anche le politiche regionali e non solo quelle bilaterali.