CIRCO E IPPODROMO (circus, ἱππόδρομος)
Campo ed edificio destinati alle corse dei carri e dei cavalli (il circo servi talvolta anche per lo svolgimento di ludi gladiatorî e di venazioni), da non confondersi con quei giardini circondati da portici e adorni di triclini, esedre, fontane e sculture, che furono chiamati hippodromi in età antoniniana.
Le prime tracce di ippodromo, come campo di corsa per carri trainati da cavalli, si scoprono nella saga relativa alla sfida tra Pelope ed Enomao. Di un ippodromo, come doppia pista scelta a caso nella pianura o come pista percorsa una sola volta in doppio senso e girante attorno ad una sola meta, si incontra testimonianza in Omero (Il., xxiii, 257 ss. e specialmente 352 ss.). Ma un edificio di forma quadrangolare e terminante a semicerchio sul lato esterno più corto, non si ebbe che più tardi, quando la pista fu contenuta in uno spazio relativamente modesto e segnata da due mete. Di questo tipo era l'ippodromo di Olimpia, dove si svolse la prima gara con quadrighe nell'olimpiade xxv corrispondente all'anno 680 a. C. (Paus., v, 8, 8). Tuttavia nel mondo ellenico l'ippodromo rimase essenzialmente un campo delimitato (e utilizzato a pascolo nei periodi di riposo), provvisto di costruzioni secondarie.
Un aspetto più monumentale ebbe invece il circo romano, il cui nome non è da connettersi con Circe, figlia del Sole, che l'avrebbe ideato per celebrarvi giochi in onore del padre defunto (mito etimologico accolto da Tertulliano, Spect., 8; cfr. Isid., Org., xviii, 28), bensì è dovuto alla sua forma quasi ellittica (Nonius, p. 20 M. = p. 30 L.: circus dicitur omnis ambitus vel gyrus; cfr. Varr., Ling. Lat., v, 153; Cassiod., Var., iii, 51, 10), probabilmente derivata, nonostante la variante della spina e della speciale costruzione dei carceres, dall'ippodromo greco, forse attraverso mediazione etrusca (cfr. Liv., i, 35, 7 ss.; Tac., Ann., xiv, 21).
Ragguagli sull'ippodromo e sugli elementi di cui era composto, più che dai resti, quasi inesistenti e dalle raffigurazioni vascolari e monetali, si ricavano dalla descrizione dell'ippodromo di Olimpia fatta da Pausania (vii, 20, 10 ss.), di interpretazione non agevole né indiscussa. Abbassate le transenne (ὔσπληγες), i carri si dirigevano verso la linea di partenza (ἄϕεσις) a forma di prua (πρῷρα), provvista sui due lati di speciali recinti o stalli (οἰκήματα) per ciascun carro e con il vertice (ἔμβολον) rivolto verso la pista: qui essi si disponevano per il via, trattenuti ancora da una corda (καλῷδιον ἀντὶ ὕσπληγος). Questa singolare ἄϕεσις τῶν ἵππων sarebbe stata introdotta dopo la metà del III sec. a. C. dall'ateniese Cleoita allo scopo di facilitare la partenza contemporanea di tutti i concorrenti, ma non si riesce a capire come essa potesse assicurare anche l'equidistanza di ognuno dalla meta esterna. Poiché ogni lato dell'ἄϕεσις μισυραξα 400 piedi (c. 120 m) e la larghezza di uno stallo doveva essere di almeno 3 m (almeno 0,75 per ogni cavallo e quindi 3 m per una quadriga), potevano esserci 20 stalli per ogni lato e 40 stalli complessivamente. Comunque il campo di gara poteva misurare in larghezza meno di 240 m (120 × 2) dato che i due lati dell'ἄϕεσις, anche ammesso che ne occupassero tutta l'ampiezza, non erano sulla stessa direzione, bensì formavano un angolo.
Nel campo erano disposte due basi circolari o semicircolari (νύσσαι, στῆλαι, καμπτῆρες, ecc.), sorreggenti pilastri, colonne o statue (una statua bronzea di Ippodamia ad Olimpia), ed apparentemente non collegate fra loro, attorno alle quali giravano i carri in corsa. Inoltre sul lato più lungo era situato un altare rotondo, chiamato ταράξιππος perché incuteva spavento ai cavalli nel passargli accanto (nell'ippodromo di Nemea la funzione di ταράξιππος era esercitata da una pietra rossa dai riflessi di fuoco). La distanza di una meta dall'altra doveva essere di 2 stadi, dal momento che un giro completo copriva la distanza di 4 stadi (la corsa di 4 stadi è detta appunto δρόμος ἵππιος da Paus., vi, 14, 4, e ἱππικόν da Plut., Sol, 23; cfr. Pausania, v, 12, 6), pari a circa 769 m. I giri da percorrere erano 12 per i cavalli adulti (= m 9228,96) e 8 per i puledri (= 6152,64) (Pind., Ol., iii, 59; vi, 126).
Si ignora se la linea di arrivo o traguardo fosse soltanto immaginaria o effettivamente tracciata sul terreno. Invece, dai resti scoperti in alcuni ippodromi, si può indurre la presenza di gradinate destinate agli spettatori.
Quanto al circo, l'arena, che la stravaganza di alcuni imperatori fece ricoprire di polveri preziose, come il minio, la malachite o la mica (Plin., Nat. hist., xxxiii, 27; xxxvi, 45; Suet., Calig., 18), era percorsa nel senso della lunghezza dalla spina, lungo basamento terminante con due basi semicircolari (metae), recante oggetti di varia decorazione, quali obelischi, fontane, bacini d'acqua, statue, colonne, edicole a divinità, ecc., nonché 7 grosse uova in pietra (ovaria o falae) e 7 delfini, i cui successivi spostamenti durante lo svolgimento della corsa indicavano ad aurighi e spettatori il numero di giri percorsi e, rispettivamente, da percorrere: dopo 7 giri infatti la gara aveva termine su una linea-traguardo (calx). Meta prima (la prima attorno a cui dovevano girare i carri) era quella posta dalla parte dell'emiciclo e meta secunda quella opposta, dal lato dei carceres.
I carceres, destinati a custodire e trattenere i carri prima del segnale di partenza, chiudevano uno dei lati minori del circo, ed erano disposti obliquamente, 6 per parte, sui fianchi di una porta d'ingresso all'arena. Tanto l'obliquità dei carceres che quella della spina rispetto ai lati maggiori del circo, avevano lo scopo di rendere uguale la lunghezza del percorso ai diversi carri in gara indipendentemente dalla posizione del carcere a ciascuno assegnato. Chiusi da porte che venivano aperte simultaneamente al via, e fiancheggiati da 2 torri, i carceres costituivano un complesso monumentale, che, per analogia alle mura di una città fortificata, era chiamato oppidum.
Sui due lati lunghi del circo e sull'emiciclo opposto ai carceres s'innalzava la cavea con le gradinate per il pubblico (loca), disposte in diversi meniani e separate da praecinctiones in senso orizzontale, e in senso verticale da scalette (scalaria). Vie d'accesso (vomitoria) davano sui singoli corridoi. Attorno all'arena e in basso correva una specie di piattaforma, riservata ai sedili mobili dei senatori e dei personaggi più ragguardevoli, e provvista di una balaustra (podium). Altre balaustre minori (cancelli) dividevano i gradini in due parti in senso longitudinale per impedire che lo spettatore seduto sul gradino superiore desse noia coi piedi a quello seduto sul gradino inferiore (Ovid., Amor., iii, 2, 63). Cuscini imbottiti (tomenta) attutivano la sensazione della durezza dei marmi (cfr. Cass. Dio, ix, 7), e piccole linee trasversali (linea) segnate in rilievo sui gradini indicavano la separazione degli scompartimenti (fori) per due o più spettatori (Liv., i, 35, 8; Ovid., Amor., iii, 2, 19). A differenza di quanto avveniva nell'anfiteatro, uomini e donne potevano sedere gli uni accanto agli altri (cfr. Ovid., Ars aman., 1, 96, 135; 163; Amor., III, 2, 1 e 19).
Agli imperatori infine era destinata una loggia speciale (cubiculum, suggestus, pulvinar), così come un posto particolare sopra la porta d'ingresso all'arena, che si apriva in mezzo ai carceres, era riservato ai personaggi alle cui spese o sotto la cui presidenza si effettuavano i giochi (editores spectaculorum) e un altro (tribunal iudicum) ai giudici incaricati di assegnare il premio al vincitore.
Secondo una recente ipotesi il pulvinar non sarebbe il palco imperiale, ma un lectisternium fisso per gli dèi, dal quale occasionalmente l'imperatore assisteva agli spettacoli.
Le forme architettoniche e gli usi del circo prevalsero e si sovrapposero a quelli dell'ippodromo nell'età romana: così la spina e la loggia imperiale resero l'ippodromo di Bisanzio più simile a un circo e in questo come negli ippodromi di Bostra e di Heliopolis, si fece sentire l'eco delle fazioni circensi.
Il tramonto dell'ippodromo dovette coincidere con lo spegnersi della passione per le gare ed i giochi. Più lunga fu forse la durata del circo. Nonostante le proibizioni e gli ammonimenti della Chiesa (cfr. Leo Magnus, Sermo in Octava Petri et Pauli, lxxxi), si continuarono ad allestire ludi nel circo ancora nei sec. IV e V, fino all'ultimo spettacolo voluto da Totila nel 549. Ma già allora i circhi, come monumenti, versavano in triste abbandono e ben tosto se ne iniziò la spoliazione delle parti ornamentali e la devastazione, coi conseguenti crolli, delle strutture.
Bibl.: Per l'ippodromo: A. Baumeister, Denkmäler des klass. Altertums, I, Monaco-Lipsia 1885, p. 692 ss.; E. Pollack, Hippodromica, Lipsia 1890; K. Wernicke, Olympische Beiträge, V. Der Hippodrom, in Jahrbuch, IX, 1894, p. 199 ss.; R. Schöne, in Jahrbuch, XII, 1897, p. 150 ss.; A. Martin, Dict. Ant., 1899, p. 193 ss., s. v. (ivi altra bibl. precedente); J. Durm, Die Baukunst der Griechen3, Lipsia 1910, p. 493 ss.; E. N. Gardiner, Greek Athletic Sports and Festivals, Londra 1910, p. 451 ss.; K. Schneider, in Pauly-Wissowa, VIII, 1913, col. 1735 ss., s. v.; L. Moretti, Iscrizioni agonistiche greche, Roma 1953, pp. 89 ss.; 94 ss. Per il circo: E. Pollack, in Pauly-Wissowa, III (1899), col. 2571 ss., s. v.; E. De Ruggiero, in Diz. Epigrafico, II, i [1900], p. 239 ss., s. v.; J. Durm, Die Baukunst der Etrusker u. Römer, Stoccarda 1905, p. 640 ss.; R. Cagnat-V. Chaport, Manuel d'arch. rom., I, Parigi 1916, p. 240 ss.; L. Friedländer, Sittengesch. Roms, II, 10 ed., Lipsia 1922, p. 21 ss., IV, ivi 1921, p. 240 ss.; P. Mingazzini, Il Pulvinar ad Circum Maximum, in Bull. Com., LXXII, 1946-48, p. 27 ss.; G. V. Gentili, Le are del circo nel mosaico di Piazza Armerina, in Boll. d'Arte, XLII, 1957, p. 7 ss. Per l'aggiornamento bibl. e i risultati di nuovi scavi cfr. Fasti Archaeologici, I sez., 3 b; II, 2 d; IV, i d; V, i d; VI, i d.
(G. Forni)
Principali monumenti figurati con rappresentazioni di circhi e della loro architettura.
1. Mosaico di Barcellona. - Corsa di quadrighe attorno alla spina, formata da un bacino d'acqua: da sinistra a destra sono visibili un architrave con quattro delfini che gettano acqua nel bacino sottostante, un tempietto rotondo, una colonna che sostiene una Vittoria alata, un'ara con fuoco acceso, la Magna Mater su un leone, un'ara con iscrizione, una costruzione tetrastila a cui è appoggiata una scala con sopra sette uova, una colonna che sostiene una Vittoria alata. Sui plutei che limitano i bacini sono statue atletiche e insegne militari.
Bibl.: E. Hübner, Mosaico di Barcellona raffigurante giochi circensi, in Ann. Inst., XXV, 1863, p. 135 ss.; A. B. Frujeiro, Mosáicos con escenas de c. y anfiteatro en el Museo Arqueológico Nacional, in Arch. Español de Arq., XXIII, 1950, p. 127 ss.
2. Mosaico di Gafsa. - Assai mutilo: rappresenta le gradinate del c. con spettatori sotto arcate. I carceres sono a destra, al centro la spina di cui sono visibili le due metae e l'obelisco.
Bibl.: Du Coudray La Blanchère, P. Gauckler, Cat. du Musée de Alaoui, n. 19; S. Reinach, Rép. Peint., p. 293, i.
3. Mosaico di Cartagine. - Su di un lato presenta la facciata esterna del c. con due serie di arcate sovrapposte: sulle gradinate opposte si elevano due edifici tetrastili, a destra otto arcate dei carceres divise da una arcata maggiore, al centro la spina di cui è conservata la parte destra. Si nota la meta secunda, una colonna su cui probabilmente era una Vittoria, due colonne con architrave con sopra i delfini, un edificio esagonale con tetto a punta.
Bibl.: A. Costans, Mosaïque de Carthage representant les jeux du c., in Rev. Arch., V, III, 1916, p. 247 ss.; S. Reinach, Rép. Peint., p. 293, 2; A. Merlin-L. Poinssot, in Rev. Arch., XXXI-XXXII, 1948, p. 735 ss.
4. Mosaico di Gerona. - Assai simile nella rappresentazione a quello di Barcellona, rispetto a quello ha in più i carceres con sopra il tribunal del giudice (v. Cecilianus).
Bibl.: A. García y Bellido, Nombres ds artistas en la España romana, in Arch. Español de Arq., XXVIII, 1955, p. 3 ss.
5. Mosaico di Italica. - Assai frammentario al centro: rappresentazione di un c. con i carceres divisi da una grande porta sulla quale è una statua seduta dentro una nicchia. Resta solo una colonna della spina con sopra una Vittoria alata.
Bibl.: A. de Laborde, Descripción de un pavimento en mosáyco descubierto en la antique Italica, Parigi 1806; S. Reinach, Rép. Peint., p. 294, 1-2.
6. Mosaico di Lione. - Rappresenta due corse di quadrighe: sulla sinistra otto carceres intramezzati da una porta su cui si eleva una tribuna con tre personaggi, probabilmente i giudici. La spina è costituita da una serie di bacini d'acqua divisi da muri che sostengono alternativamente uova e delfini che gettano acqua. Al centro un obelisco, accanto ad esso un passaggio attraverso la spina in cui si notano due personaggi.
Bibl.: Cat. sommaire des musées de la ville de Lyon, [1900], p. 204.
7. Mosaico di Piazza Armerina. - Nella palestra della villa. Termina in due absidi ricurve e rappresenta probabilmente il Circo Massimo a cui si ispirano la maggior parte delle rappresentazioni circensi. Si nota una corsa in partenza ed un certamen binarium (ognuna delle factiones presenta due quadrighe). A sinistra, nella parte curva del c., un arco a tre fornici è fiancheggiato dalle tribune del podio, a destra dodici carceres, sopra di essi tre tempi di cui quello al centro ha il frontone decorato. La spina è vista a volo d'uccello e mostra bacini d'acqua, euripi, edicole rotonde a doppio portico, architravi su colonne, piccole costruzioni cubiche, probabilmente are; al centro di essa è un obelisco e una statua della Magna Mater sul leone. Alle estremità le due metae; sui plutei esterni sono alcune statue atletiche.
Bibl.: G. V. Gentili, Le gare del c. nel mosaico di Piazza Armerina, in Boll. d'Arte, XLII, 1957, p. 7 ss.
8. Rilievo di Foligno. - In uno spazio ristretto sono rappresentati i carceres chiusi da cancelli e divisi da erme; sopra ad essi il palco dei magistrati con tre personaggi. Otto quadrighe corrono attorno ad una spina ornata da una Vittoria alata su una colonna, da un tempietto, da un epistilio con sette delfini a cui è appoggiata una scala. Alle estremità le due metae.
Bibl.: S. Reinach, Rép. Rel., III, p. 45, 4; G. Rodenwaldt, in Jahrbuch, LV, 1940, p. 12 ss.
9. Rilievo del Laterano. - Sulla destra si notano i carceres chiusi da cancelli, al centro la spina del c. di cui sono rappresentati solo alcuni edifici tra i quali un epistilio con delfini, una colonna che termina con una Vittoria alata, un'altra colonna che termina con una statua panneggiata; mancano l'obelisco e la Magna Mater.
Bibl.: G. Rodenwaldt, in Jahrbuch, LV, 1940, p. 12 ss.
10. Rilievo della base di Costantinopoli. - Sui quattro lati del basamento dell'obelisco è rappresentato in basso il c. con al centro la spina di cui si vedono due obelischi, un arco ed una colonna (?) ed alle due estremità le metae tricuspidate; nella parte superiore è raffigurato il palco imperiale con l'imperatore e la corte.
Bibl.: G. Bruns, Der Obelisk und sein Basis auf dem Hippodrom zu Kostantinopel, Istanbul 1935; G. Q. Giglioli, La colonna di Arcadio a Costantinopoli, in Mem. Acc. Arch. Lett. Bell. Ar., Napoli 1952, p. 53 ss.
11. Rilievo della Colonna di Arcadio a Costantinopoli. - Nel 1° giro della colonna era rappresentato un monumento che si è ritenuto l'ippodromo caratterizzato da arcate e numerose statue e tempietti, al di qua delle arcate erano rappresentati alcuni gruppi, fra i quali la famosa Scilla che sappiamo aver ornato la spina del c. di Costantinopoli. Le rappresentazioni, note attraverso disegni, sono assai confuse.
Bibl.: G. Q. Giglioli, La colonna di Arcadio a Costantinopoli, in Mem. Acc. Arch. Lett. Bell. Ar., Napoli 1952 (ivi bibl. precedente); G. Q. Giglioli, La Scilla di bronzo e le altre statue dell'Ippodromo di Costantinopoli, in Arch. Class., VI, 1954, p. 100 ss.
12. Rilievo del British Museum. - Fronte di un sarcofago sul quale è rappresentata una corsa di bighe; nello sfondo la spina, limitata dalle due metae.
Bibl.: A. H. Smith, Cat. of sculptures, vol. III, Londra 1904, n. 2318, p. 328.
13. Rilievo del British Museum. - Fronte di un sarcofago frammentario a destra, sul quale è rappresentata una corsa di eroti. Il rilievo è concavo verso lo spettatore: da sinistra si notano quattro carceres con cancelli semiaperti, inframmezzati da hermulae, decorati da una lunetta a motivi floreali.
Bibl.: A. H. Smith, Cat. of Sculptures, vol. III, Londra 1904, n. 2319, p. 328 s.
14. Rilievo del Louvre. - Frammento della parte sinistra di un piccolo sarcofago di forma ovale: si notano quattro carceres, una colonna corinzia con un'architrave.
Bibl.: W. Fröhner, Notice de la sculpture antique du Louvre, Parigi 1875, n. 362; Cat. sommaire des marbres antiques, Parigi 1922, n. 1450, p. 124.
15. Rilievo di Villa Albani. - Meta con rilievi bacchici.
Bibl.: S. Reinach, Rép. Rel., III, p. 151, 2.
16. Sarcofago di Lione. - Il rilievo rappresenta due quadrighe, al centro una meta tricuspidata.
Bibl.: S. Reinach, Rép. Rel., II, p. 500, 2.
17. Sarcofagi del Vaticano con corse di eroti. - N. 609, sullo sfondo tra le due metae tricuspidate è visibile l'obelisco ed un architrave con uova. N. 613, nello sfondo tra le due metae è la spina: sopra ad essa un edificio tetrastilo con cinque uova, un obelisco, una Vittoria su colonna, un architrave su due colonne a cui è addossata una scala. N. 614 c, sul fondo si notano: da sinistra alcune colonne corinzie che reggono un architrave, un edificio con cupola alcune colonne corinzie sormontate da statue di fanciulle, una colonna che sostiene una Vittoria, un obelisco, un epistilio con sette uova. N. 617, tra le due metae tricuspidate si vedono da destra alcuni edifici della spina, un architrave su colonne corinzie, una Vittoria che posa su una colonna, un tempio corinzio tetrastilo con epistilio liscio e frontone, un obelisco, due pilastri con capitelli corinzî e acroteri con palmette, un architrave, due pilastri corinzî con architrave decorato da un serpente.
Bibl.: G. Lippold, Die Skulpturen d. Vatican. Museums, III, 2, Berlino 1956, nn. 609, 613, 614 c, 617.
18. Sarcofago del Vaticano. - Mutilo sui due lati brevi: vi è rappresentata una corsa di quadrighe attorno ad una spina di cui si vede la metà sinistra sino alla statua di Cibele. Da sinistra si vedono un edificio a cupola nel quale è una statua virile nuda (Apollo?), un architrave con sette delfini, un edificio rettangolare trabeato con pilastri corinzi dentro il quale è visibile una quadriga, un obelisco, la statua di Cibele con lo scettro ed accanto una testa di leone (la parte inferiore della dea e del leone è nascosta da un cespuglio di alloro). La corsa si svolge tutta attorno alla spina e risulta quindi nel rilievo sopra e sotto di essa.
Bibl.: G. Lippold, Die Skulpturen d. Vatican. Museums, III, I, Berlino 1936, n. 546 a, tav. 48, III, I.
19. Sarcofago del Vaticano. - Nello sfondo tra le due metae: un edificio a colonne corinzie e tetto a punta, un epistilio con sette delfini, una statua di Vittoria verso destra su colonna (?), architrave su colonne con quattro uova, aedicula con colonne corinzie.
Bibl.: G. Lippold, Die Skulpturen d. Vatican. Museums, III, 2, Berlino 1956, n. 610 b.
20. Parigi, Louvre. - Rilievo fittile con quadriga e tempio rotondo.
Bibl.: H. von Rohden-H. Winnefeld, Die antiken Terrakotten, IV, 2, p. 138, fig. 256; S. Reinach, Rép. Rel., II, p. 297, 2.
21. Roma, Museo Nazionale. - Rilievo fittile con combattimento di fiere e gladiatori, sul fondo la spina di un circo, una colonna che termina con una statua femminile ed architrave con uova.
Bibl.: H. von Rohden-H. Winnefeld, Die antiken Terrakotten, IV, 2, tav. LXXIV; S. Reinach, Rép. Rel., III, p. 270, I.
22. Pompei. - Pittura murale con corsa di quadrighe: è visibile qualche elemento architettonico.
Bibl.: W. Helbig, Wandgemälde der vom Vesuv verschutteten Städte Campaniens, Lipsia 1868, p. 372, n. 1511.
23. Firenze, Bargello; Milano, Castello Sforzesco. - Dittico consolare di Basilio (anno 480 d. C.) con corse di carri nel circo.
Bibl.: R. Delbrück, Die Consulardipthychen und verwandte Denkmäler, Berlino 1929, p. 100 ss., tav. 6; W. F. Volbach, Elfenbeinarbeiten der Spätantike und des frühen Mittelalters, Magonza 1952, n. 54.
24. Brescia, Museo Civico Cristiano. - Dittico consolare dei Lampadi (anno 425 ?), con circo.
Bibl.: R. Delbrück, Die Consulardiptychen und verwandte Denkmäler, Berlino 1929, p. 218 ss., tav. 56; W. F. Volbach, Elfenbeinarbeiten der Spätantike und des frühen Mittelalters, Magonza 1952, n. 54.
25. Londra, British Museum. - Lucerna in cui si vedono le arcate di copertura delle gradinate di un c. che contiene alcuni spettatori; sulla fronte si notano gli archi dei carceres divisi da hermulae, in prospettiva la spina ornata da due obelischi, da una statua di Cibele, da una statua di Vittoria su di una colonna, da un secondo obelisco, da una costruzione a due colonne con architrave dei delfini.
Bibl.: H. B. Walters, Cat. Gr. Rom. Lamps, Londra 1914, n. 626, tav. XV.
26. Londra, British Museum. - Lucerna rettangolare, al centro il vincitore con corona metallica e palma, a sinistra e a destra avanzano due quadrighe. Le costruzioni del c. sono indicate sommariamente: due colonne con Vittorie e due edifici rotondi, al centro, dietro la figura principale è un obelisco.
Bibl.: H. B. Walters, Cat. Gr. Rom. Lamps, Londra 1914, n. 1398.
27. Monete: di Traiano, Settimio Severo, Caracalla e Filippo l'Arabo che raffigurano il Circo Massimo.
Bibl.: H. Cohen, Monn. Emp.; P. L. Stack, Untersuchungen zur römischen Reichsprägung, Stoccarda 1931, tav. vi, 319.
(S. Meschini)
Elenco di città per le quali è attestata l'esistenza di un ippodromo o circo nell'antichità (sono contrassegnate da un asterisco le città per le quali l'esistenza di un tale edificio si ricava soltanto da fonti letterarie ed epigrafiche o si può supporre con qualche esitazione da testimonianze relative a gare ippiche e a ludi circensi). Per la descrizione dei singoli edifici si vedano le voci topografiche relative.
ITALIA
* Aletrium (Alatri): campum ubei ludunt, C. I. L., x, 5807 = 12, 1529 Inscr. Lat. Sel., 5348 (?);
* Anagnia (Anagni): Liv., ix, 42, 11: in circum quem Maritimum vocant (306 a. C.: si trattava di luogo destinato a corse ?); cfr. M. Cagiano de Azevedo, in Studi in onore di A. Galderini e R. Paribeni, iii Milano 1956, p. 329 ss.;
AQUILEIA: cfr. H. Maionica, Führer durch d. Staatsmuseum Aquileia, Vienna 1916, p. 96;
* Asisium (Assisi): circo, C. I. L., i, 1412 = 12 2112 xi, 5390 = Inscr. Lat. Sel., 5346;
Bovillae: cfr. F. De Romanis, in Effem., di Roma, xii, 1823, p. 86 ss.; G. Angelini e A. Fea, Monumenti del Lazio, i, Roma 1828, p. 29; G. Tambroni e L. Poletti, in Atti Accad. Pontzif, iii, 1829, p. 119 ss.; A. Nibby, Dintorni di Roma, i, 2 ed., Roma 1848, p. 302 ss.; L. Canina, Via Appia, I, Roma 1853, p. 202 Ss.; id., Edifizi di Roma antica, vi, Roma 1856, tav. 51; G. Tomassetti, in Diss. Pont. Accad. Romana di Arch., 2 s., vii, 1900, p. 305 ss.; C. Nissen, Ital. Landesk., li, Berlino 1902, p. 586; Boll. Arte, x, 1930, p. 335 ss.; Arch. Anz., 1931, col. 646;
* Cumae (Cuma): ludi circensi, cfr. Ann. Epigr., 1927, 158;
* Fulginium (Foligno): rilievo rappresentante, un circo e ludi circensi, cfr. G. Rodenwaldt, in Jahrbuch, LV, 1940, p. 12 ss.;
Mediolanum (Milano): cfr. A. De Capitani d'Arzago, Il circo romano, Milano 1939; Arch. Anz., 1940, col. 369 ss.; A. Calderini, in Rend. Ist. Lomb. Sc. Lett., lxxxi, 1948, p. 25 ss.; Fasti Arch., iv, 3865; vi, 4663; vii, 3728; A. Calderini, in Storia di Milano, i, Milano 1953, p. 530 ss.; Auson., De clar. urbe, v, 5: populique voluptas circus; notizia di ludi circensi dati da Teodosio nel 395 in Socrat., Hist. ecc., v, 26; Sozom., vii, 29;
Puteoli (Pozzuoli): cfr. A. De Jorio, Guida di Pozzuoli, Napoli 1830, tav. 4; J. Beloch, Campanien, 2 ed., Breslavia 1890, p. 142; C. Dubois, Pouzzoles antique, Parigi 1907, p. 347;
Roma: Circo Massimo; Flaminio (in funzione sino al IV sec.; M. Guarducci, in Bull. Com., lxxii, 1949-50, p. 55 ss.), di Caligola e Nerone, degli Arvali, di Massenzio: cfr. H. Jordan e Ch. Hülsen, Topogr. d. Stadt Röm in Altertum, i, 3, Berlino 1907, p. 126 ss.; 548 ss.; 657 ss.; H. Kiepert, Formae urbis Romae antiquae, 2 ed., Berlino 1912, p. 68; s. B. Platner, A Topographical Dict. of Ancient Rome, Londra 1929, s. v. circus; G. Lugli, I monumenti antichi di Roma, Roma 1930 e successivi, passim; id., Roma antica, Il centro monumentale, Roma 1946, passim.
SICILIA
Catana (Catania): cfr. A. Holm, Gesch. Siciliens in Altertum, iii, Lipsia 1898, p. 239; id., Catania antica (trad. G. Libertini), Catania 1925, p. 57; G. Libertini, in Arch. Storico Sicilia Orient., xviii, 1921, p. 117 ss.
AFRICA
Cartago: cfr. Ch. T. Falbe, Recherches sur l'emplacement de Carthage, Parigi 1833, p. 40; Ch. Tissot, Provence rom. d'Afrique, i, Parigi 1884, p. 645; R. Caguat, Carthage, Timgad, Tébessa, Parigi 1927, p. 27 ss.; Salvian., De gubern. Dei, xii, 69: ecclesia Carthaginienses ensaniebat in circis; cfr. Augustin., Conf., vi; 7. Per la fazione veneta e un elenco di cavalli, cfr. Ann. Epigr., 1888, 104; per mosaici rappresentanti fazioni del circo, A. Merlin e L. Poinssot, in Rev. Arch., xxxi-xxxii, 1948, p. 735 ss.;
Harumetum (Sousse): cfr. Ch. Tissot, op. cit., ii, p. 157; ludi circensi, cfr. Ann. Epigr., 1915, p. 78; auriga e fazione, Ann. Epigr., 1905, 170;
Leptis Magna: cfr. Nouvelles arch. des Missions scient., x, 1903, p. 266 s.; P. Romanelli, Leptis Magna, Roma 1925, p. 152 ss.;
* Siliana: ludi circensi, C: I. L., viii, 11998 = Inscr. Lat. Sel., 5072;
* Thenae (Tina): mosaico rappresentante fazioni del circo, cfr. A. Merlin e L. Poinssot, l. c.;
* Theveste (Tébessa): aurighi, C. I. L., viii, 16566; cfr. Rhein. Mus., xliv, 1889, p. 485; R. De la Blanchère, Collection du Mus. Alaoui, i, Parigi 1890, p. 125 ss.;
Thugga (Dougga): L. Carton, in Rev. Arch., xvi, 1895, p. 229 ss.; id., Thugga, 2 ed., Parigi 1922; cr. C. I. L., viii, 15524, 15525, 26549; per mosaici rappresentanti fazioni del circo, A. Merlin e L. Poinssot, l. c., p. 733 ss.
MAURETANIA
* Auzia (Aumale): ludi circensi, C. I. L., viii, 9052; metae et ovaria, C. I. L., viii, 9065 = Inscr. Lat. Sel., 5661; C. I. L., viii, 9067;
Caesarea (Cherchei): cfr. Vaille, De Caesareae monum. quae supersunt, Algeri 1891; per mosaici rappresentanti fazioni del circo, F.-G. De Pachtère, Inv. des mosaïques, Parigi 1911, pp. 100; 417;
* Saldae (Bougie): ludi circensi, C. I. L., viii, 8938.
HISPANIA TARRACONENSIS
* Barcino (Barcellona): mosaico con raffigurazione del circo e nomi di aurighi e di cavalli, C. I. L., ii, 5129; cfr. E. Hübner, in Ann. Inst., 1863, p. 135 ss., tav. D.; A. B. Frujeriro, in Arch. Español de Arq., xxiii, 1950, p. 127 ss.;
* Castulo (Cazlona): ludi circensi, C. I. L., ii, 3265, 3270 = Inscr. Lat. Sel., 5513;
* Gerunda (Gerona): mosaico con raffigurazione del circo e nomi di aurighi, C. I. L., ii, 618o; I. Puig y Cadafalch, op. cit., p. 120 ss.; A. Garda y Bellido, in Arch. Español de Arq., xxviii, 1955, p. 3 ss.;
* Ilici (Elche): auriga, C. I. L., ii, 3181;
* Oretum (Nuestra Señora de Azuqueca): ludi circensi, C. I. L., ii, 3221-6339 = Inscr. Lat. Sel., 5901;
Saguntum (Murviedro, Sagunto): cfr. Puig y Cadafaicli, op. cit., p. 116 ss.;
Tarraco (Tarragona): cfr. J. Puig y Cadafalch, op. cit., p. 113 ss.; E. Hübner, Röm. Heerschaft in Westeuropa, Berlino 1890, p. 204; A. Nogués Ferré, in Bol. Arqueol., lii, 1952, p. 41 ss.; aurighi e fazioni, C. I. L., ii, 4314 = Inscr. Lat. Sel., 5299 e C. I. L., ii, 4315 = Inscr. Lat. Sel., 5301;
Toletum (Toledo): Excavaciones en Toledo. Memoria de los trabajos efectuados en el circo romano, Madrid 1928, p. 1 ss.
HISPANIA BAETICA
* Arunda (Ronda): ludi circensi, C. I. L., ii, 1360;
* Astigi (Ecija): ludi circensi, C. I. L., ii, 1471, 1479;
* Aurgi (Jean): due seviri loca spectaculorum numero CC singuli ex duplici pecunia .... dederunt donaverunt, C. I. L., ii, 3364 = Inscr. Lat. Sel., 5657 (potrebbe anche trattarsi di spettacolo di teatro o anfiteatro);
* Burguillos: ludi circensi, C. I. L., ii, 5354;
* Corduba (Cordova): ludi circensi, C. I. L., ii, 5523 = Inscr. Lat. Sel., 5079;
* Illipula (Nieble): ludi circensi, C. I. L., ii, 954;
* Italica (Santiponce): mosaico raffigurante un circo e ludi circensi: cfr. A. De Laborde, Descripción de un pavimento de mosayco descubierto en ias ruinas de Italica, Parigi 1806, p. 29 55., tav. ix ss.;
* Murgi (Campo de Dalias): ludi circensi, C. I. L., ii, 5490;
* Ossigi (Maquiz): ludi circensi, C. I. L., ii, 2100 Inscr. Lat. Sel., 3395;
* Ostippo (Estepa): ludi circensi, C. I. L., ii, 1441;
* Tucci (Martos): ludi circensi, C. I. L., ii, 1663 = Inscr. Lat. Sel., 5080; C. I. L., ii, 1685 = Inscr. Lat. Sel., 5623;
* Ulia (Montilla): ludi circensi, C. I. L., ii, 1532;
* Urso (Osuna): circo ncordato da Plin., Nat. hist., viii,' 166 e dalla lex Ursonensis, C. I. L., ii, 5439, c. lxxi = Inscr. Lat. Sel., 6087 add.;
* Zafra: podium in circo, C. L. I., ii, 984 = Inscr. Lat., Sel., 5660.
HISPANIA LUSITANIA
* Balsa (Tavira): podium circi, C. I. L., ii, 5165, 5166 = Inscr. Lat. Sel., 5658, 5658 a;
Emerita Augusta (Mérida): cfr. Demiani, in Zeitschr. f. bild. Kunst, xlviii, 1913, p. 62; I. R. Mélida, Eil anfiteatro y el circo romano de Mérida (Junta Sup. Excavaciones), ii, 1919, p. I ss.; IV, 1927, p. I ss.; Arch. Anz., 1922, col. 52; ludi circensi, C. I. L., ii, 478; Ann. Épigr., 1927, 165.
GALLIA NARBONENSIS
Arausio (Orange): cfr. M. Caumont, Abécédaire d'arch., ère gallo-rom., Caèn 1867, 5 ed., p. 284; A., Caristie, Monum. ant. à Orange, Parigi 1856, tav. 51; ma v. J. Formigé, Le pretendu cirque rom. d'Orange (Mém. présentés à l'Acad. des Inscr. et Belles Lettres, xiii) i, Parigi 1917;
Arelate (Arles): cfr. Caumont, op. cit., p. 284; A. Héron de Villefosse, in Bull. Soc. Antiq. de France, 1909, p. 300 ss.; ludi circensi, C. I. L., xii, 670; cfr. Ammian. Marc., xiv, 5, 1;
* Massilia (Marsiglia): Salvian., De gub. Dei, vi, 8, 39;
Nemausus (Nîmes): cfr. A. Blanchet, Enceintes rom. de la Gaule, Parigi 1907, p. 206;
Vienna (Vienne): cfr. A. Alimer, in Bull. Inst., 1861, p. 143; H. Bazin, in Bull. Arch., 1891, p. 334 ss.
GALLIA LUGDUNENSIS
* Lugdunum (Lione): ludi circensi, C. I. L., xiii, 1919 = Inscr. Lat. Sel., 5659; C. I. L., xiii, 1921 = Inscr. Lat. Sel., 7024; mosaico raffigurante circo e ludi, F. Artaud, Mosalque représ. les jeux du cirque, Lione 18o6; Cat. sommaire des musées de le ville de Lyon, 1900, p. 204.
GALLIA AQUITANIA
Mediolanum Santonum (Saintes): F. Eygun, in Gailia, ix, 1951, p. 107; M. Clouet, in Rev. de Santonge et d'Aunis, ii, 1953, p. 1 ss.
GALLIA BELGICA
* Augusta Treverorum (Trier): ludi circensi, Salvian., De gub. Dei, vi, 8, 39.
GERMANIA SUPERIOR, INFERIOR
* Colonia Agrippina (Colonia): Salvian., l. c.;
* Mogontiacum (Mainz): Salvian., l. c.;
* NOoviomagus Batavorum (Nimega): factio veneta, Ann. Epigr., 1909, p. 74.
ACHAIA
* Athenae (Attica): Hesych. e Phot., ἐν Εχελιδῶν; Xenoph., Hipparch., 3, 5; Ps. Demosth., xlvii, 53; 76; cfr. W. Judeich, Topographie von Athen2, Monaco 1931, p. 456;
* Delphi (Focide): Paus., x, 37, 4; cfr. Pind., Pyth., x, 24; xi, 20; v, 45 ss.; Soph., El., 701 ss.; C. I. G., i, 1688; Rev. Arch., 6, ser. v, 1935, p. 205; cfr. A. Martin, in Mél. Weil, 1898, p. 273 ss.; I. Bousquet, in Bull. Corr. Hell., lxxx, 1956, p. 59 ii ss.;
* Delus: I. G., ii, 807;
* Istmus (Corinto): Paus., vi, 20, 190;
* Lacedaemon (Laconia): Xenoph., Hell., vi, 5, 30;
Lycaeus (Arcadia): Paus., viii, 38, 5; Exped. Scient. en Morée, ii, Parigi 1835, p. 35, tavv. 33 s.; E. Curtius, Peloponnesos, i, Gotha 1851, p. 301, tav. 7;
* Maenalus (Arcadia): Paus., viii, 36, 8;
* Mantineia (Arcadia): Paus., viii, 10, 1; cfr. G. Fougères, Mantinée et l'Arcadie orientale, Parigi 1898, p. 99;
* Nemea (Argolide): Paus., vi, 20, 19; cfr. Stat., Theb., vi, 404;
* Olympia (Elide): Paus., vi, 20, 10 ss.; cfr. E. N. Gardiner, Olympia, Oxford 1925, p. 287 ss. e bibl. generale sopra cit.;
* Tamynae (Beozia): Aeschin., iii, 88;
* Thebae (Beozia): Paus., ix, 23, 2.
MACEDONIA, EPIRUS, THRACIA
* Lethe (Macedonia): ἀγὼν ἱππικός: Dittenberger, Syll. 2, 318, l. 39;
Nikopolis (Epiro): A. Baccin-V. Zimo, in Palladio, iv, 1940, p. 15;
Byzantinium, Constantinopolis (Istanbul): S. Casson, Preliminary Report upon Excav. Carried out in the Hippodrome of Constantinopolis in 1927, Londra 1928, p. 3 ss.; E. Mamboury-Th. Wiegand, Die Kaiserpalaste von Konstantinopel, Berlino-Lipsia 1934, p. 39 ss.; A. Vogt, in Byzantion, x, 1935, p. 471 ss.; A. Piganiol, in Byzantion, xi, 1936, p. 383 ss.; R. Guilland, in Miscell. Galbiati, iii, Milano 195 i, p. 205 ss.; id., in Byzantinoslavica, xviii, 1957, p. 59 ss.; G. Q. Giglioli, in Arch. Class., vi, 1954, p. 100 ss.; per le fazioni circensi: Expos. tot. mundi, 50; Choric., 14, 4 (Rev. Phil., n. s. 1, 1877, p. 237).
ASIA MINOR
Anazarbus (Anavarza): M. Gough, in Anatolian Studies, ii, 1952, p. 100 s. (erroneamente definito stadio);
P. Verzone, in Paliadio, vii, 1957, p. 3 ss.;
* Nicomedia (Izmit): Liban., Or., lxi, 17;
Pessinus: J. Durm, Baukunst der Griechen3, p. 494; Ch. Texier, Description de l'Asie Min., i, Parigi 1852, p. 168, tav. 62;
* Sardes: Polyb., vii, 17, 2.
Gli "ippodromi" di Aizanoi, Aphrodisias, Aspendos e Perge, ritenuti tali dal Texier, Description de l'Asie Min., i, pp. 114, 169; iii, pp. 157, 213, erano più probabilmente, data la modesta larghezza, degli stadî, benché potessero all'occorrenza servire anche per le corse dei cocchi: (A. Martin, in Dictionn. Antiq., p. 196, n. 2; J. Durm, Die Baukunst der Griechen, p. 490 ss., anche per Priene).
SYRIA, PALAESTINA, ARABIA
Antiochia: W. A. Campbell, in Antioch on the Orontes, I. The Excavations of 1932, Princeton 1934, p. 34 ss.;
Bostra (Bosra): H. C. Butler, Syria, Princeton Univ. Exped. to Syria in 1904-5 and 1909, ii a, Leida 1949, p. 275; iscrizioni di fazioni: E. Littman, D. Magie, D. R. Stuart, ibid., iii a, Leida 1921, p. 148, 256; p. 154, 266;
Caesarea Stratonis: Survey of Western Palestine, ii, 1882, p. 17;
Gerasa (Gerash): E. B. Müller-G. Horsfield, in Gerasa, New Haven 1938, p. 85 ss.;
* Heliopolis (Baalbek): fazioni circensi: H. Seyrig, in Syria, xvii, 1950, p. 236 ss.;
* Seleucia Pieria: Polyb., v, 59, i.
AEGYPTUS
* Alexandria: ippodromo sulla via per Nikopolis: Strab., xvii, 794 Ss.;
Lageion: Herod., i, p. 371, 1; ii, p. 459, 2; p. 541, 20, in Lentz, Gramm. Graeci, 3; Epiphanes, De pond. et mens., 12; cfr. E. Breccia, Alexandrea ad Aegyptum, Bergamo 1922, p. 88; E. Maricq, in Rev. Arch., xxxviii, 1951, pagina 26 ss.
(G. Forni)