Circoncisione
La circoncisione, dal latino circumcidere, "tagliare intorno", è, in senso stretto, un'operazione chirurgica sul membro maschile, che, eseguita allo scopo di scoprire il glande, consiste nella rimozione parziale o totale, o nella sola incisione del prepuzio, ossia la pelle che ricopre il glande. In senso più lato, e piuttosto imprecisamente, si indicano come circoncisione anche altri tipi di interventi rituali sugli organi sessuali, sia maschili, quali la perforazione del glande e la subincisione, sia femminili, come la clitoridectomia e l'infibulazione. Dalla Bibbia, che parla anche di circoncisione delle labbra, del cuore e delle orecchie, attraverso la mediazione della tradizione cristiana, è derivato un uso metaforico del termine nel senso di apertura, comprensione e disponibilità.
La circoncisione viene eseguita per motivi medici o cultuali. Si valuta che, attualmente, circa il 15% della popolazione maschile del mondo sia circoncisa, con notevoli differenze nella distribuzione geografica: quasi assente in America Centrale e Meridionale, in Cina, nel Sud-Est asiatico e in Inghilterra, la circoncisione è invece presente nell'Asia centrale e occidentale, in Africa, Australia e nell'America Settentrionale (dove sarebbero circoncisi l'80% dei bianchi e il 45% dei neri).
La circoncisione femminile, pratica attestata fin da tempi remoti e di cui infatti si hanno notizie già nell'antico Egitto, continua a essere eseguita in vaste aree, dall'Australia all'Asia, e in particolare nell'Africa musulmana.
In ambito medico, la circoncisione maschile - da distinguere da altri interventi minori come la cosiddetta subincisione, che consiste in un taglio longitudinale dorsale del prepuzio - è indicata come terapia chirurgica per malattie del prepuzio e del glande (fimosi, parafimosi, balanopostiti) e in chirurgia plastica, quando serve un lembo cutaneo con caratteristiche particolari, per es. per la ricostruzione di difetti uretrali come l'ipospadia, in cui lo sbocco uretrale è posto sulla superficie ventrale del pene (la pelle del prepuzio, infatti, si distingue nel corpo umano per essere la sola, insieme a quella delle palme delle mani e dei piedi, a essere priva di peli).
Molto più diffusa è la circoncisione come pratica igienica preventiva, allo scopo di assicurare una maggiore pulizia dell'area del glande e di prevenire le patologie locali. Le opinioni mediche sull'opportunità e sulla necessità dell'intervento non sono univoche; nelle società moderne la diffusione della circoncisione igienica, che di solito viene praticata in epoca neonatale, varia notevolmente a seconda dei luoghi e dei periodi e appare condizionata soprattutto da fattori sociali e culturali, piuttosto che da quelli scientifici acquisiti.
È comunque accertato che il cancro del pene quasi non colpisce i soggetti circoncisi e che, inoltre, la circoncisione conferisce una maggiore resistenza alla trasmissione sessuale delle malattie. D'altra parte, mentre i casi di morte conseguente alla circoncisione sono rarissimi, la pratica, anche in mani esperte, non è immune da alcune complicazioni, che possono essere di varia gravità.
Non esistono, invece, indicazioni mediche per la circoncisione femminile nelle sue varie forme, dalla clitoridectomia, o asportazione del clitoride (talora associata al taglio, più o meno esteso, delle piccole e grandi labbra), all'infibulazione, che comporta la sutura parziale dell'orifizio vaginale.
Nei paesi occidentali, tali usanze, spesso considerate mutilazioni e segni di subordinazione della donna, sono oggetto di tentativi per limitarne, anche per via legale, la diffusione e la pratica, mentre, dalla parte dei sostenitori, non mancano sollecitazioni a far carico di questi interventi le strutture sanitarie pubbliche. La circoncisione maschile come pratica religiosa e rituale è ampiamente documentata fin dall'antichità.
Una scena in cui un ragazzo è tenuto in piedi con i polsi bloccati mentre viene circonciso è rappresentata in una scultura tombale egiziana di Sakkara del 2400 a.C. Si ritiene che nell'antico Egitto la pratica fosse diffusa dapprima in tutti gli strati della società, per divenire successivamente una prerogativa della classe sacerdotale.
Parimenti si hanno documenti sulla diffusione della circoncisione in ambito cananeo e arabo preislamico.
Le culture etnologiche la praticano diffusamente: ne sono esempi varie etnie australiane, polinesiane, indiane e alcune etnie africane nelle quali, malgrado l'influsso islamico, si possono identificare dinamiche culturali originarie e specifiche.
Presso gli ebrei, l'istituzione della circoncisione maschile è legata al patto stipulato tra Dio e Abramo (Genesi 17, 10-14), di cui la circoncisione diventa il segno fisico che si ripete nelle generazioni.
Nell'Islam, la circoncisione maschile è uno dei doveri religiosi principali, per quanto il Corano non ne parli. Il cristianesimo, invece, dopo una fondamentale discussione alle sue origini, non richiese ai suoi fedeli la circoncisione (Atti 15); fanno eccezione a questo principio e praticano la circoncisione solamente i cristiani copti e abissini.
Le modalità di esecuzione della circoncisione maschile variano notevolmente nelle differenti aree culturali. L'età in cui si è sottoposti va da quella neonatale (all'ottavo giorno, secondo gli ebrei) a quella infantile, prepuberale e puberale (nell'Islam generalmente tra i 7 e i 13 anni, ma spesso anche prima), fino a quella prematrimoniale; essendo poi la circoncisione il requisito per l'ammissione alla religione (come per l'ebraismo e l'islamismo), essa può essere eseguita comunque in ogni età.
La tecnica impiegata è parimenti molto differenziata, sia per quanto riguarda lo strumento operatorio, il cui uso è regolato per tradizione e può andare dalla pietra affilata al rasoio metallico, fino al laser (ammesso nell'ebraismo per alcuni casi particolari), sia per quanto riguarda la tecnica chirurgica, differente per finalità, tempi e metodi: non tutti, per es., richiedono, come gli ebrei, lo scoprimento completo e permanente del solco balano-prepuziale.
Molto diffusa è la cura dell'aspetto cerimoniale della circoncisione maschile, con la definizione degli spazi, delle atmosfere, della collettività che assiste e delle persone che eseguono il rito.
Per contro, in generale, la pratica della circoncisione femminile, nelle sue varie forme, soprattutto in area islamica, appare più riservata e meno cerimoniale.
Il problema del significato della circoncisione, nelle sue varie forme, è ampiamente dibattuto. La diffusione del fenomeno aveva in passato sollecitato, e in qualche modo giustificato, presso alcuni studiosi, tentativi di interpretazione globale e unitaria; negli ultimi decenni, tuttavia, si è dovuto constatare che per questo fenomeno, come per altri di interesse antropologico a vasta diffusione, non è mai possibile fornire un'unica spiegazione e ogni comportamento deve essere riferito alla specifica area culturale nella quale si inserisce, alle differenti modalità e condizioni in cui è eseguito e alle motivazioni che ogni singola cultura gli attribuisce. Inoltre, anche all'interno delle singole culture che praticano la circoncisione, l'interpretazione di questo atto, a livelli più o meno consci e condivisi dal gruppo, può non essere unitaria e assumere significati differenti, che si possono associare e integrare variamente e possono mutare nel corso dell'evoluzione storica.
Cercando di semplificare le principali motivazioni e interpretazioni della circoncisione, è possibile indicare schematicamente i seguenti punti:
a) la circoncisione può essere praticata, soprattutto a livello etnologico, come un rito di passaggio e di iniziazione, che sancisce l'ingresso in una società di adulti; in questo senso è prevalentemente un rito di età puberale, frequentemente collettivo, in cui la raggiunta maturità fisiologica viene sublimata da un intervento sull'anatomia degli organi della riproduzione; spesso il concetto di passaggio è legato al superamento di una prova di coraggio;
b) la circoncisione si può ricondurre al tema mitico dell'androginia primaria e rappresenterebbe l'intervento finale operato dall'uomo per il raggiungimento della differenziazione sessuale completa; il presupposto culturale etnologico (non lontano tuttavia da reali dati embrionologici) è che il prepuzio, o ciò che esso ricopre, sia una sorta di genitale femminile e il clitoride un abbozzo di genitale maschile: rimuovendoli si acquisterebbe la perfetta identità sessuale;
c) la circoncisione è un intervento sugli organi della riproduzione e del piacere sessuale, che ha lo scopo di prepararli alle loro funzioni sulla base di varie modalità culturali: come rito prenuziale e di fecondità, o, più semplicemente, come adattamento tecnico e di preparazione, che libera completamente l'organo sessuale per la sua funzione procreatrice; come strumento di esaltazione o, al contrario, di riduzione del desiderio e del piacere sessuale (è il caso, quest'ultimo, della circoncisione femminile), come forma di sacralizzazione degli organi e della funzione sessuale;
d) la circoncisione può essere un segno di appartenenza a un gruppo (etnico, religioso, tribale, castale) e di distinzione, spesso in rapporto con una narrazione fondante delle origini;
e) la circoncisione è oggetto di interpretazioni antropologiche e psicoanalitiche, spesso basate su narrazioni mitologiche, ed è vista come una forma di uccisione simbolica, in uno schema mitico di alternanza morte-resurrezione, o di sostituzione sacrificale, o di alternativa e sublimazione della castrazione;
f) più recentemente, nei paesi occidentali, dove è diffusa come pratica medica, la circoncisione si libera, almeno apparentemente, dei possibili significati cultuali e si impone culturalmente come forma di igiene e pulizia.
Un esempio eloquente di selezione di significati, da un lato, e, dall'altro, di coesistenza di elementi differenti è dato dal testo biblico e dalla conseguente pratica della circoncisione maschile presso gli ebrei. La circoncisione, come già accennato, è ufficialmente il segno di un patto divino con Abramo, che distingue tutti i suoi discendenti; praticata in età neonatale, non assume per i sottoposti il valore di rito di passaggio all'età e alla società adulte; non mancano comunque, nella stessa Genesi, significati integrativi, come quello di preparazione nuziale che si evince dall'episodio di Dina (Genesi 34). Le potenzialità interpretative riemergono nella tradizione rabbinica successiva, che spiega la circoncisione anche come modalità di perfezionamento di una creazione imperfetta; il tema è sviluppato ulteriormente e arditamente nella mistica, che propone un modello antropomorfico per gli aspetti rivelati dell'emanazione divina, in cui anche il dettaglio della circoncisione assume il significato di preparazione necessaria per la riunificazione di aspetti separati della divinità rivelata, in una sorta di ierogamia.
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