circulare (agg.)
Il termine (di etimo tardo latino, circularis) trova impiego tanto in prosa quanto in poesia, con equilibrio di occorrenze fra le due aree e scarse oscillazioni semantiche.
In accezione tecnica e quasi geometrica " che ha forma e figura di cerchio ", " tondo "), in Cv III II 5, dove per avallo della correlazione fra cagione ed effetto si cita l'‛ auctoritas ' di Alpetragio, quando afferma che quello che è causato da corpo circulare ne ha in alcuno modo circulare essere, cioè " ne ritrae in qualche misura una natura circolare " (con essere sostantivato). A tale accezione si ricollega strettamente l'uso di Pd XXX 103, per il lume paradisiaco che visibile face / lo creatore distendendosi in circular figura, cioè nella candida rosa: per il Sapegno " simbolo di perfezione, perché è immagine di un movimento che non ha principio né termine e ritorna perpetuamente su se stesso " (più laconico Benvenuto: " illud lumen divinum, quod primo videbatur extendi in longum... nunc rotundum ").
Uno stacco semantico si avverte invece in un secondo luogo (Pd VIII 127) dove la circular natura, ch'è suggello / a la cera mortal, corrisponde a " i cieli che movendosi nel loro perpetuo moto circolare " (Sapegno) imprimono la propria virtù o influenza nelle anime degli uomini, senza lasciarsi condizionare dall'ambiente a cui ciascuno appartiene per nascita e senza d'altra parte limitare la libertà umana. La chiosa antica conforta tale interpretazione: sia con Benvenuto e Serravalle che asciuttamente rendono circular per " coelestis " (la stessa soluzione nel Landino: " la natura dei cieli "), sia coi più effusivi Lana (" li celi ch'eno cason informativa a queste generazioni e corruzioni mundane ") e Ottimo (" La natura delle stelle, il cui corso è circulare, la quale è suggello a scolpire e figurare immagini informative "), sia coi rigorosi Buti (" la natura informativa dei cieli, che sempre girano "), Vellutello (" la natura dei cieli, che circularmente si muovono ") e Daniello (" la natura de' cieli, o vero il moto natural de' medesimi "). Nel luogo interessa la variante L'articular natura (cfr. Petrocchi, ad l.).