Viaggiatore, antiquario e umanista della famiglia de' Pizzicolli (Ancona 1391 - Cremona 1452). Autodidatta, spinto da una forte passione, seppur ineguale e disorganico nella sua cultura, viaggiò fin da giovanissimo per l'Italia e verso l'Oriente fino a Costantinopoli e all'Egitto: collezionò oggetti antichi (gemme, statuine, medaglie) e manoscritti, disegnò e descrisse monumenti, trascrivendo un grande numero di epigrafi che raccolse in varî volumi di Commentarii, distrutti nell'incendio della biblioteca Sforza a Pesaro (1514). Restano alcuni quaderni autografi e copie conservateci dai suoi amici, vergati in una minuscola umanistica di personalissimo aspetto.