Ciriatto
. Uno dei diavoli della quinta bolgia (If XXI 122, XXII 55); settimo dei dieci scelti da Malacoda e inviati a sorvegliare l'argine sinistro; s'avventa per primo sul barattiere che Graffiacane ha tirato fuori dalla pece (li fé sentir come l'una [sanna] sdruscia, XXII 57).
Come osserva il Parodi, l'etimologia del nome è suggerita da D. stesso nel momento che qualifica ‛ sannuto ' questo diavolo e dice che dalla bocca gli uscivano due zanne come a porco (XXII 56). Concordi quindi i commentatori sul significato di ‛ porco ', ‛ porco selvatico ' (Chimenz: " porco zannuto "). Il nome deriverebbe dal greco χοῖρος, latino Choeros (" Choeros est porcus ", Graecismus, VIII 87). " Cir è detto il porco volgarmente ", annota l'Anonimo; e il Landino afferma che il termine, di derivazione greca, è passato nella lingua rusticana; così anche il Buti che spiega: " come noi diciamo al porco cin cin, così altri sono che dicono ciri, ciri "; ma Benvenuto: " Congruum nomen a cyro, manus, quasi dicat, armatus manu ad rapiendum ". Quanto al suffisso -atto, potrebbe essere un diminutivo (ma di valore spregiativo) di ‛ ciro ' (come da ‛ cerbio ', ‛ cerbiatto '). Il Rossetti crede di vedere in C. il fiorentino Geri Spini; ma è ipotesi destituita di ogni fondamento. Il Torraca nota che fra i cognomi e i soprannomi toscani del XIII e del XIV secolo figurano ‛ Ciriolo ' e ‛ Cerviatto ', nomi che sono sicuramente di origine popolare.
Bibl. - Parodi, Lingua II 355-356; G. Rossetti, Commento analitico (dell'Inferno), Londra 1826-27; L. Olschki, D., i barattieri, i diavoli, in " Giorn. d. " XXXVIII (1935) 61-81.