VILLAVERDE, Cirillo
Romanziere e uomo politico cubano, nato a San Diego (Cuba) nel 1812, morto nel 1894. Cominciò a scrivere prima dei vent'anni con grande successo, ma subito dopo per le sue idee separatiste e d'indipendenza, fu perseguitato e condannato a dieci anni di prigione dalle autorità spagnole. Fuggì nel 1849 negli Stati Uniti, proseguendo la sua opera di azione e di romanziere.
Si può considerare, in un certo senso, un precursore della scuola realistica, non soltanto per la sostanza artistica dei suoi romanzi, ma anche per la coscienza estetica che ne ebbe e di cui anche scrisse.
Opere: Cecilia Valdés (pane 1ª, L'Avana 1839; parte 2ª, New York 1882); El espetón de oro (L'Avana 1839); Excursión a la Vuelta Abajo (1838; 2ª parte, 1842-43); La cruz negra (1839); Teresa (1839); La joven de la ficha de oro (1841); El penitente (1841); El ciego y el perro (1842); El misionero de Caroni (1842); La peineta calada (1842); El guajiro (1842); La tejedora de sombreros de Yarei (1843); Compendio geográfico de la isla de Cuba (1845); Comunidad de nombres y apellidos (1845); Dos amores (1858); Apuntes biográficos de E. Casanova (1874); Palenque de negros o marrones (1890).