Menotti, Ciro
Patriota (Migliarina, Carpi, 1798-Modena 1831). Commerciante, di idee liberali, iniziò la sua attività di cospiratore nel 1821 e fu negli anni successivi il maggior esponente della Carboneria a Modena, conservando contatti ininterrotti con le sette rivoluzionarie italiane e francesi. In linea col pensiero moderato sperò che si creasse una congiuntura internazionale per cui i sovrani della penisola rivendicassero l’emancipazione dall’egemonia austriaca e instaurassero regimi costituzionali. Fino al 1830, però, qualunque prospettiva in tal senso rimase chiusa dalla minaccia dell’intervento austriaco, come era avvenuto nel 1820-21. Con la rivoluzione di luglio e l’avvento al potere di Luigi Filippo d’Orléans, nel momento in cui fu proclamato il principio di non intervento contro il principio dell’intervento proclamato nel 1815 a Vienna, sembrò che Parigi potesse diventare il centro di raccolta e sostegno del liberalismo europeo. Per il tramite di un avvocato, E. Misley, M. entrò in contatto col duca Francesco IV di Modena prospettandogli di assumere il ruolo di guida del movimento liberalnazionale che, in caso di successo, avrebbe potuto assicurargli un cospicuo ingrandimento del suo ducato e forse anche il titolo regio. Francesco IV era molto ambizioso. Tenne quindi un atteggiamento, se non ambiguo, certo di attesa di un chiarimento sia sulle intenzioni austriache sia su quelle francesi. Non diede però mai il proprio esplicito assenso al progetto di M., anche se tra i carbonari si diffuse la convinzione che così fosse. Quando gli fu chiaro che, dopo aver ceduto in Belgio, l’Austria non avrebbe fatto altrettanto in Italia, mentre M. negli ultimi mesi del 1830 preparava freneticamente comitati rivoluzionari a Parma, a Bologna e in altre città dello Stato pontificio e della Toscana e Misley cercava adepti fra i profughi italiani in Francia e in Inghilterra, il duca faceva a sua volta preparativi per bloccare il moto ove questo fosse effettivamente scoppiato. E il moto sarebbe dovuto iniziare a Modena il 5 febbraio 1831. In extremis tuttavia, essendosi conosciute le intenzioni avverse del duca, fu anticipato al 4, ma la notte tra il 3 e il 4 febbraio il duca riuscì ugualmente a far circondare preventivamente l’abitazione di M., dove si stavano riunendo i congiurati, e a farne arrestare la maggior parte, incluso lo stesso Menotti. Il moto, prevenuto a Modena, scoppiò ugualmente a Bologna e si estese rapidamente ai ducati e alle altre città dell’Italia centrale che diedero vita allo Stato delle Province unite italiane. Francesco IV si rifugiò a Mantova, portando con sé il solo M., e chiese l’aiuto austriaco. Quando il governo francese chiarì che non avrebbe impedito l’intervento austriaco, le sorti della rivoluzione apparvero segnate. A fine marzo il moto era definitivamente represso. Francesco IV rientrò a Modena e lì fece processare e giustiziare M. (26 maggio 1831), la cui vicenda personale non solo occupa una delle posizioni più luminose nell’ambito del martirologio risorgimentale, ma conserva anche un significato storico-politico da non sottovalutare, laddove si consideri la portata interna e internazionale dei moti di cui fu il maggiore ispiratore e organizzatore in un contesto in cui il prezzo delle proprie idee era spesso la vita.