Vedi CIRO dell'anno: 1959 - 1994
CIRÒ
Centro calabro sulla costa dello Ionio, a S di Crotone, antica Krimisa, la Βραύπολις Κρίμισα di Licofrone (Ales., 913), che si disse fondata da Filottete e la cui storia è oscurissima. A C. Superiore sarebbe stata un'antichissima città indigena: vi si sono trovate due piccole grotte coperte da lastroni contenenti 14 scheletri, vasellame e bronzetti (oggi al museo di Crotone), che risentono di forme e tecniche simili a quelli di Locri.
A C. Marina, in località paludosa e deserta, un tempo molto importante per la navigazione, sorgeva un grande tempio di Apollo, forse con doppio colonnato sui lati brevi, costruito, probabilmente in due tempi, su fondazioni non molto profonde in calcare tufaceo giallastro. Scarsissimi gli avanzi architettonici: notevoli, invece, quelli fittili: terrecotte architettoniche ed antefisse (circa 40) a forma di mascheroni, di busti femminili, di sileni, databili tra la metà del V e la fine del IV sec.; tutte, malgrado la varietà degli schemi, sotto influssi tarantini. Il santuario non aveva thesauròi, né sono state scoperte favisse: tuttavia sono state trovate figurine tra cui particolarmente interessante un Apollo di oro con corta tunica, patera nella destra ed arco nella sinistra, che è un unicum prezioso; inoltre sono tornati alla luce diademi aurei, idoletti d'argento, cinture di bronzo e rame. Il ritrovamento principale è un grande acrolito di cui è stata recuperata la testa, alcuni frammenti delle mani e dei piedi e parte della parrucca bronzea (secondo alcuni non pertinente). La scultura (v. acrolito) attribuita al momento della scoperta a Pythagoras o a uno scultore italiota, allievo di Kritios, è stata considerata recentemente come una creazione di arte provinciale del 440 circa a. C. sotto l'influsso fidiaco che si ebbe in Magna Grecia specialmente in occasione della fondazione di Turi e dei rapporti che vennero a stabilirsi con Atene.
Bibl.: Il tempio: P. Orsi, Templum Apollinis Alaei, in Atti e memorie della Magna Grecia, 1932; W. B. Dinsmoor, The Architecture of Ancient Greece, Londra 1950, p. 84 e 267. Testa dell'acrolito: P. Marconi, Italicità dell'arte della Magna Grecia, in Historia, IX, 1935, p. 574; S. Ferri, Teste fittili di Medma, in Le Arti, II, 1939-40, p. 162; B. Ashmole, Late Archaic and Early Classical Greek Sculpture in Sicily and South-Italy, in Proceedings of the British Academy, XXI, Londra 1934, p. 25; V. H. Poulsen, Der Strenge Stil, in Acta Arch., VIII, 1937, p. 112; G. Schneider, Der akrolithe Kopf von C. und einige Tarentiner Terrakottaköpfe, in Bull. Haag, XII, 1937, n. 1-3, p. 3; S. Stucchi, Statua di Apollo saettante, in Bull. Com., LXXV, 1956, p. 34; A. de Franciscis, Note sull'acrolito di C., in Röm. Mitt., LXIII, 1956, p. 96.